MUGELLO – Dopo il flop dei cinque referendum abbiamo chiesto a tutti i sindaci mugellani un giudizio sull’esito del voto. Per ora hanno risposto i sindaci di Vicchio, Dicomano, Palazzuolo e Scarperia e San Piero. E anche la Lega, con una nota, dice la propria.
“Non mi ha sorpreso la bassa partecipazione – ha commentato il sindaco di Palazzuolo sul Senio Marco Bottino – ma era del tutto prevedibile. Il referendum purtroppo è uno strumento che mostra la corda; ciò che ferisce è che nemmeno sui diritti dei lavoratori, nemmeno sul tema della sicurezza sul lavoro, si sia riusciti a smuovere un consenso, il che è triste. Ma da una parte politica si fa una narrazione complessa, il diritto del lavoro, gli ingiusti licenziamenti, la sicurezza sui posti di lavoro attraverso il controllo da parte e da parte, dall’altra parte si è semplicemente detto non votate, è un congresso interno al PD e arrivederci. Questa narrazione è disastrosa per il Paese perché poi alla fine verrà il tempo nel quale si andrà di nuovo a votare, verrà il tempo nel quale magari si farà un referendum importante e la gente non sarà motivata ad andare. E’ vero che il referendum mostra la corda, ma c’è referendum e referendum. Questi erano referendum soprattutto sui diritti del lavoro e gli italiani hanno voltato le spalle ai diritti del lavoro, sperando che nessuno di quelli che hanno votato debba mai pentirsi di non aver votato ad esempio il reintegro dopo un licenziamento illegittimo. Quindi c’è un’indifferenza, una superficialità complessiva che in qualche maniera non si sa come scuotere, ma c’è anche un governo che da tantissimo tempo rema contro la volontà popolare, della quale dice di farsi bandiera, rema contro la volontà popolare, perché ogni volta che c’è da chiederla, come nel caso del referendum, la risposta è “no, lasciamo stare, non conta niente, congresso interno al PD, andiamo al mare”, e riprendo qui le parole del presidente del Senato La Russa. La gente è schifata dalle pagliacciate delle alte cariche dello Stato, che anziché fare le alte cariche dello Stato fanno i dirigenti dei partiti politici’.
“Sicuramente il mancato di raggiungimento di quorum su temi cruciali come possono essere il lavoro, la giustizia sociale, la cittadinanza, è un segnale che non ci può lasciare indifferenti – nota il sindaco di Dicomano Massimiliano Amato – da sindaco ma anche da cittadino impegnato sicuramente nei valori della sinistra e sento davvero i dovere di esprimere una forte preoccupazione per una partecipazione che comunque, visti i temi, è stata inferiore all’attesa. Eppure appunto quei siti referendari toccavano diritti fondamentali, dalla dignità di lavoro, dall’università dei diritti, la lotta comunque contro ogni forma d’esclusione e sfruttamento. Chiaro, nel Mugello e Dicomano tanti hanno fatto la loro parte, noi abbiamo sfiorato il 45%, tanti sono andati a votare, questi sono da ringraziare e davvero da riconoscere un senso civico importante, anche da avere a chi ha votato ‘no’, quello che stride fortemente è proprio l’alto tasso d’astensione, soprattutto a livello nazionale, è frutto di un clima non tanto di disillusione ma secondo me anche di scelta consapevole da parte di forze politiche che hanno fatto di tutto per delegittimare, non tanto il quesito, ma soprattutto lo strumento di partecipazione diretta evitando un confronto sui contenuti ma facendo una battaglia ‘di religione’ proprio sullo strumento. Sicuramente come amministratori e forze democratici e democratica si deve fare una seria riflessione perché quando a prescindere una parte di Paese cerca di rimettere al centro i diritti, la giustizia sociale, il lavoro con tutte le problematiche che oggi sappiamo esserci e dall’altra si risponde con addirittura lo scherno, il silenzio, l’ostruzionismo, secondo me il problema è che la democrazia si indebolisce. Il lavoro, la cittadinanza, la parità dei diritti, non sono temi che devono essere affrontate come di parte, ma sono valori costituzionali, sono battaglie che come territorio, come comunità locali bisogna portare avanti con determinazione. Uno degli obiettivi è che Dicomano debba essere un paese in cui si sente la necessità ed il bisogno di difendere i più deboli, si investe nei diritti e si cerca di fare il possibile quelle azioni che vanno nell’ottica di un’equità e di un’uguaglianza. Quindi io credo che questo referendum non si misuri solo nei numeri ma anche nella coerenza di chi ha praticamente dato il suo contributo a onorare un diritto”.
“Il risultato è chiaro: la partecipazione si è fermata attorno al 30% – commenta il primo cittadino di Vicchio Francesco Tagliaferri -. Sapevamo sarebbe stata una sfida difficile, ma ci abbiamo creduto fino in fondo. In Toscana, e nel nostro Comune con circa il 48%, i dati sono più alti, grazie anche all’impegno dei promotori locali, che ringrazio. Il tempo per le riflessioni arriverà ma a caldo emerge una questione in particolare: sempre più persone si sentono lontane dalla politica e non credono che il voto possa davvero cambiare le cose. La sfida più urgente è ricostruire fiducia nella partecipazione e nel cambiamento. Nella delusione del momento voglio cogliere un segnale importante: circa 13 milioni di persone hanno votato SÌ sui quesiti legati al lavoro – un numero che supera i voti raccolti dalle destre nel 2022. Questo dimostra che nel nostro Paese esiste una visione alternativa condivisa da milioni di cittadini che credono nel cambiamento.
Il percorso non è semplice ed è sicuramente faticoso. Ma è quello giusto, quello verso cui dobbiamo continuare a puntare ostinatamente. Alla lunga, se rimaniamo su questa strada, la nostra coerenza verrà ripagata. La partecipazione al voto è in media con le altre tornate elettorali, manca il 20% della destra che prende solitamente. Non siamo riusciti – conclude Tagliaferri – probabilmente a portare al voto la fetta di astensione per disaffezione, quello è il grande rammarico”.
Arriva anche il commento di Federico Ignesti, sindaco di Scarperia e San Piero: “Purtroppo – inizia Ignesti – se il referendum ha avuto scarsa partecipazione, – anche se nella nostra zona abbiamo avuto una tra le affluenze più alte – qualche domanda dobbiamo porcela. Intanto ringrazio i comitati che si sono impegnati nella campagna per i referendum. Referendum che non erano di facilissima comprensione se non analizzato con particolare attenzione, e quindi non è mancata anche un po’ di confusione e anche questo forse non ha favorito la partecipazione”.
Poi il sindaco di Scarperia e San Piero entra nel merito, e non si tira indietro dal prendere le distanze dai commenti prevalenti in casa Pd: “Secondo me è sbagliato usare il numero delle persone che hanno votato in contrapposizione al governo . Perché il tema del lavoro riguarda tutti, a destra e a sinistra. E a sinistra dovremmo piuttosto cominciare a dire ciò che si vuole, i nostri progetti, le nostre proposte, piuttosto che limitarsi a controbattere le scelte e le proposte del governo. E’ un atteggiamento che non genera fiducia nei nostri confronti, la gente vorrebbe sapere cosa si pensa e si vuole sui temi specifici. Anche perché, non dimentichiamolo, prima del Governo Meloni, per tre anni il Ministero del lavoro lo aveva il PD con un proprio Ministro, e se si fosse voluto cambiare qualcosa non sarebbe importato usare il referendum. Questo stiamo pagandolo, non siamo stati in grado di portare avanti strategie per il paese quando eravamo al governo”.
“Il risultato è evidente: l’obiettivo di raggiungere il quorum e abrogare quei 5 articoli non è stato raggiunto – ha commentato il sindaco di Barberino di Mugello Sara di Maio -. Ma oltre 14 milioni di italiani (tra l’Italia e l’estero) sono usciti di casa per andare al seggio ed esercitare il loro diritto di voto perché evidentemente quei temi erano importanti per loro. Considerate le percentuali di partecipazione alle elezioni, che nel nostro comune son quasi arrivate al quorum (in una sezione lo ha superato), trovo che sul dato di affluenza al referendum si debba comunque fare una riflessione, visto anche la forte campagna per l’astensione esercitata a tutti i livelli.
Nonostante il risultato questa campagna referendaria ci ha permesso di attivare un confronto e un lavoro comune con altre forze politiche e soggetti con cui spero si potrà continuare a collaborare”.
Arriva poi il commento di Emanuele Camilletti, Rommel Albertazzi e Giampaolo Giannelli, rappresentanti territoriali della Lega: “Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito della consultazione referendaria, a livello nazionale, ma anche locale. La sinistra, che tanto si era adoperata per politicizzare la consultazione referendaria, è uscita sonoramente sconfitta, nonostante l’irrituale appello al voto fatto sabato scorso, nel giorno del silenzio elettorale, dal palco della manifestazione pro-Palestina. Siamo anche estremamente soddisfatti perchè in nessun comune del Mugello si è superata la soglia di sbarramento del 50%; anche l’appello al voto lanciato dai sindaci del nostro territorio, non ha avuto per la sinistra i risultati sperati. E’ una vittoria questa, che ci inorgoglisce come esponenti del centrodestra, visto il nostro appello ai cittadini a non recarsi al voto. Ma è soprattutto una vittoria dei cittadini, che hanno sonoramente bocciato le velleità della sinistra. Un buon viatico, queto, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.”
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 giugno 2025



