Le speciali mascherine di Palazzuolo, le #STIVaCa’, bellissima iniziativa di un gruppo di donne dell’Alto Mugello
PALAZZUOLO SUL SENIO – A Palazzuolo sul Senio hanno le mascherine anti-Covid19 più belle del mondo. Fatte a mano, con tessuti di ogni colore. L’idea è venuta a una giovane palazzuolese, Valeria Cavini, che ci racconta la sua iniziativa: “In questi giorni di ansia e pandemia mi sono chiesta se c’era qualcosa che nel mio piccolo potessi fare per rendermi utile, ma nel rispetto delle disposizioni imposte dal governo”.
“Sono una creativa cronica -continua Valeria-, negli anni ho messo insieme un po’ di esperienza anche nell’hobby del cucito e accumulato un po’ di tessuti che custodivo gelosamente per chissà mai quale prossimo attacco artistico. Lavoro presso una ditta metalmeccanica di Palazzuolo come impiegata e in questi giorni, dovendo fornire le mascherine ai dipendenti, mi sono resa conto di quanto fosse difficile reperirle, ma anche quanto in realtà potessero essere utili per limitare le possibilità di contagio”.
E l’idea si è presto concretizzata: “Prima basandomi sui vari tutorial presenti in rete ho creato una mascherina per me. Poi un ristoratore del mio paese, avendo visto una mia foto in cui la indossavo, mi ha chiesto, non riuscendo a reperirle e gli servivano per lavorare ed effettuare le consegne a domicilio, se potevo farne cinque o sei per lui. Da lì è partita l’idea di mettermi a disposizione e cucirne un po’, dandole alla Misericordia di Palazzuolo sul Senio per distribuirle nel caso in cui qualcuno ne avesse bisogno. Immaginando la grande richiesta ho coinvolto immediatamente un’altra creativa compaesana, Federica di @polipOtty, domandandole se avesse degli avanzi di tessuto e se avesse modo di cucire qualche mascherina da donare ai palazzuolesi. Mi ha seguito subito con entusiasmo”.
Così la produzione è partita: “Il primo giorno avevamo solo 25 mascherine, fornite di brevi istruzioni per un utilizzo accorto dove specifichiamo che non sono mascherine certificate, né un presidio medico, ma solo un’alternativa in questa situazione di emergenza. Hanno preso il volo in neanche un’ora. Ci siamo rese subito conto che il tempo necessario per la realizzazione era notevole e così abbiamo trovato materiali alternativi agli scampoli di cotone, per ottimizzare la produzione, le sole quattro mani, non erano sufficienti e tramite Facebook abbiamo chiesto se tra i concittadini ci fosse qualcuno disposto ad aiutarci. E’ partita subito una gara di solidarietà, supporto e sostegno incredibile. Ogni giorno qualcuno ci offre del materiale ( perché sta diventando difficile trovare anche elastici e” tessutonontessuto” che si presta molto bene per questo scopo), altri danno a disposizione la macchina da cucire a chi sa usarla, e ci sono negozianti che ci regalano quello ce ci può servire”.
L’iniziativa si sta estendendo, e con Valeria ora ci sono donne di Casola Valsenio e di Marradi: “La cosa meravigliosa -sottolinea- è che sta diffondendo questa idea di riciclo e solidarietà, anche ai comuni vicini dove ovviamente le problematiche per reperire le mascherine sono le stesse. E così sta nascendo una rete di consigli, migliorie, ricerca di materiale tra gli armadi di casa che non mi sarei mai aspettata. Tra il comune di Palazzuolo e Marradi ci sono sempre stati, ( sicuramente molto più negli anni passati) del campanilismo, ma in questo momento di difficoltà tutto viene accantonato e ci si dà una mano”.
“L’altro ieri abbiamo messo a disposizione altre 30 mascherine e abbiamo dato la priorità ai commercianti visto il lavoro che svolgono. Ieri altre 40/50 che saranno nuovamente a disposizioni di tutti. Tanti si prestano in questa frenetica produzione di mascherine, dalla moglie del farmacista, al calzolaio, mamme e nonne, o chi è costretto a casa per occuparsi dei figli che non possono andare a scuola e vuole passare il tempo anche aiutandoci.
Le mascherine hanno anche un loro nome #STIVaCà ( state a casa in Romagnolo )…. e saranno accompagnate anche da un ulteriore foglio informativo dove spieghiamo come fare un uso responsabile e sicuro delle suddette, far capire l’importanza di questo mezzo che mettiamo a disposizione in modo serio, immediato e quasi spiritoso, i suoi pregi e difetti e come poterle sanificare per un riutilizzo necessario, vista la difficoltà nel reperirle. La nostra speranza è che un gesto di gentilezza sia più contagioso di questo malefico Covid-19″.
ma come sono fatte? Con quali materiali, otre la stoffa? Bravissime