Tommaso “Tommy” Fabri. Una storia di amore, dolore e solidarietà
BARBERINO DI MUGELLO – Serena è una Mamma. Con la M maiuscola. Forte e sorridente nonostante in un giorno del 2013 il suo sogno della “famiglia perfetta” si sia infranto. La vita del piccolo Tommaso, infatti, cambia il 26 luglio del 2013. Aveva 4 anni e mezzo. La causa è un’infezione fungina presa al Meyer durante un’operazione per asportare una ciste al lobo temporale sinistro. Un intervento di banalissima routine. E Tommy, che era un bambino vivace ed allegro, piano piano si è spento. Non si è spento invece il bellissimo sorriso di Serena che continua a lottare per fare avere al suo bambino le migliori cure.
Puoi raccontarci la storia di Tommaso? Beh…la storia di Tommaso si può dire che inizi a luglio del 2013 quando è stato operato al lobo temporale sinistro per togliere una cisti. È entrato ballando e saltando. Quando è uscito dalla sala operatoria parlava ancora, è riuscito a tornare a casa camminando male e piano piano tutte le sue funzioni si sono spente. Al Mayer non si erano accorti che Tommy aveva preso un’infezione in sala operatoria. Da lì il dramma. Siamo stati dal 4 agosto fino a metà ottobre in rianimazione al Meyer. Poi ci hanno trasferiti a Lecco, dove siamo rimasti fino ad aprile 2015. Quindi Tommy è uscito di casa il 26 luglio ed è rientrato quasi un anno dopo.
A quel punto ha dovuto iniziare la riabilitazione…..La riabilitazione che fa tra Vigevano e Bosisio è ‘completa’: da quella psicomotoria alla logopedia. Perché da queste parti non ci sono strutture adeguate. I danni che Tommaso ha riportato sono motori, del linguaggio, dell’apprendimento….è un bambino che è in stato vegetativo. Non vede ma sente. Abbiamo iniziato ad interagire solo quest’anno. Prima strillava e piangeva e basta, 24 ore su 24. Ed era l’unico modo che aveva per comunicare con noi. Dopo l’ultimo ricovero, quello del 2016 a Bosisio, Tommaso ha iniziato a migliorare ed a quel punto abbiamo iniziato a lavorare ancora di più, anche a casa. Anche se la strada e lunga, però, ha iniziato a sorridere. È un passo enorme. La memoria è intatta e quindi speriamo di rivedere riaffiorare il bambino che era. Però devo dire che, ad oggi, quando guardiamo Tommaso vediamo un bambino sereno, cosa che fino ad un anno fa non potevamo dire. Questo già ci basta.
Com’è stata vissuta la “tragedia”, sia in famiglia che fuori? Per Federico, suo fratello maggiore, è stato un trauma più grosso di quello che abbiamo vissuto noi. I due erano in simbiosi, stavano sempre insieme ed in un certo senso Fede ha perso suo fratello e lo ha dovuto sostituire con un altro completamente diverso, eppure uguale. Per un bambino di 9 anni non è stato facile. Noi, d’altro canto ci siamo fatti in quattro per non trascurarlo mai. Infatti, il primo anno quando Tommaso era a Lecco ci alternavamo ogni 15 giorni per poter stare accanto ad entrambi i nostri bambini. È stato un periodo durissimo, entrambi avevamo perso il lavoro e nonostante tutto Federico ha mostrato una forza incredibile. Ne siamo molto orgogliosi.
E la mamma? come sta? La mamma bene. Stanca morta perché ho dovuto rinunciare ad una vita che avevo immaginato. Prima dell’incidente eravamo una famiglia felice. Entrambi lavoravamo, avevamo due figli meravigliosi e non ci mancava niente. Ero una donna realizzata in tutto e per tutto. Ora sono una donna un po’ più stanca ma amo tantissimo i miei bambini e vedere lo sguardo di Federico per il fratello, la serenità che è riuscito a raggiungere Tommaso…questo mi appaga di tutte le cose che faccio. Grazie a dio abbiamo lo stesso una bella famiglia. Tra me e mio marito abbiamo una bella intesa, c’è sintonia e collaborazione.
Senza lavoro, con due bambini di cui uno che necessita di cure particolari, come avete fatto? Se siamo riusciti ad andare avanti lo dobbiamo alla solidarietà del nostro paese. Vivo in un posto bellissimo pieno di persone meravigliose e sono, siamo, fortunati ed orgogliosi di stare qui. La Bouturlin è stata una delle prime associazioni che ci hanno aiutato ad iniziare dal trasporto che non ci hanno mai fatto pagare. E poi sono state organizzare cene alla Pubblica Assistenza, a Teatro, eventi in chiesa…Tutto per aiutarci. È stato veramente un miracolo.
Quando quest’anno abbiamo visto il miglioramento di Tommy dai centri di Vigevano e Bosisio ci hanno detto che due mesi l’anno non sarebbero bastati: c’era bisogno di una riabilitazione continuativa. Quindi mi sono presentata dalle fisioterapiste della Bouturlin e da Maria Mazza, la coordinatrice, con la relazione di Tommaso spiegandole quali fossero le sue esigenze. Mi spiegarono, quindi, che nella struttura usavano un metodo speciale chiamato “di Bobath”. Dopo tutte le spiegazioni ero convinta che questa terapia fosse necessaria a Tommy e quindi gli dissi che sarei stata disposta a tutto per fargliela fare. Dopo qualche giorno mi contattarono e mi dissero che sia le fisioterapiste che l’associazione avevano rinunciato al loro compenso spiegandomi che: “Non esiste che un membro della comunità, con un bambino come Tommaso, con le sue problematiche, debba mettersi in ginocchio per curarsi”.
Raccontaci la quotidianità di Tommy. Una vita sempre in macchina visto che oltre alla scuola facciamo riabilitazione educativa, cavallo al Borgo di Elisa, piscina e psicomotricità.
Lo svegliamo alle 6.00 per le medicine, alle 7.00 colazione e poi ancora medicine. Il lunedì va alla Bouturlin poi a scuola. Alle 16.00 torna e subito partiamo per Borgo. Il martedì torna alle 13.30 per poi ripartire sempre per Borgo. Il mercoledì, sempre di corsa perché alle 14.00 deve andare alla Pubblica Assistenza. Il giovedì relax, solo scuola. Il venerdì ha la scuola, la riabilitazione, il cavallo e la psicomotricità. Il sabato e la domenica in famiglia. Però non è così stressante per lui come potrebbe sembrare, anzi. Ad esempio, durante l’ippoterapia è felicissimo. Inoltre, ama la scuola, dico sempre che è una fortuna che ci sia perché ha dei compagni meravigliosi, sensibili e bellissimi. Capiscono sempre i suoi bisogni, e cercano di coinvolgerlo in tutto. Si relazionano a lui come se fosse la persona più normale di questo mondo. È fantastico!
Aveva qualche sogno? Tantissimi! non era un bambino ma un uragano. Era un bambino che parlava con tutti e forse è anche per questo che il paese si è stretto così forte e con così tanto entusiasmo. Mi ricordo che quando c’era il sole si metteva a parlare e far compagnia ad una nostra vicina con l’Alzheimer, lui era così: amava tutti e veniva ricambiato.
Come sarà questo natale? Più sereno ed in famiglia. Non vedo l’ora perchéFede questo natale lo desidera da 4 anni. Il primo anno lo abbiamo passato a Lecco. Questo, invece, è il primo VERO Natale da 4 anni. Tommy è più sereno, Franco ha trovato lavoro, ci stiamo rimettendo tutti in gioco, grazie anche all’entusiasmo di Federico che quest’anno dopo tanto sente lo “spirito” e quindi ha addobbato tutta casa…anche il cane manca poco! Sarà un Natale coi fiocchi….
C’è qualcosa che hai voglia di dire? Quello che sento il bisogno di dire dal 2013 è “Grazie” a tutta la mia comunità. Perché chi con le preghiere che con aiuti più “concreti” ci hanno fatto sentire la presenza e per noi è stato un grande aiuto sia psicologico che economico. Grazie.
“Noi della Pubblica Assistenza ci adoperiamo per tutti quelli che hanno necessità – ha aggiunto il presidente della Bouturlin Elio Calabrese – In particolar modo con i bambini. Pertanto abbiamo aderito immediatamente all’idea di “regalare” a Tommaso quest’opportunità. In termine di un quarto d’ora, dall’invio della proposta, tutti avevano aderito anche via sms, pur di fare in fretta. Finché la famiglia di Tommaso vorrà potrà sempre trovare la nostra collaborazione ed il nostro aiuto. Da parte mia auguro alla famiglia che il bambino riesca a migliorare grazie anche alle cure a cui si presta qui da noi e alla professionalità delle due fisioterapiste che lo seguono”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 dicembre 2017