Trasparenza, regole e privacy

BORGO SAN LORENZO – Consiglio Comunale, evento pubblico o riunione di condominio? Un argomento di cultura politica generale, non una questione di usi e consuetudini. E’ accaduto a Borgo San Lorenzo dove, durante una seduta del consiglio comunale, il problema della registrazione audio, privata, degli interventi in aula è riemerso. Leggi, regolamenti, interpretazioni, restrizioni, insomma un labirinto procedurale che tiene lontani i cittadini dalla gestione della cosa pubblica.

Ebbene è successo a Borgo San Lorenzo, ma sarebbe potuto capitare in un qualsiasi altro comune del nostro territorio. A volte la politica, come in questo caso supportata dalla burocrazia degli apparati amministrativi, non perde l’occasione per sfoggiare i propri limiti. Anche la sua stessa fragilità. Tale da porsi inerme alle interpretazioni, ed alle vedute, del funzionario istituzionale di turno che, spesso ed in generale, ne somministra l’alito vitale.

I lavori di un consiglio comunale, entro i fusi di longitudine ed i paralleli della latitudine dei nostri confini statali, hanno un’unica peculiarità, quella di svolgersi in seduta pubblica. Ed in molti casi accompagnata da inviti che auspicano partecipazioni popolari, di massa. Però, quasi sempre, gli orari di convocazione delle sedute non coincidono con il raro tempo libero, dagli impegni quotidiani, di ogni singolo cittadino. Impedimenti dovuti al lavoro, incombenze di vita familiare, ostacolano la possibilità di presenziare a questi eventi.

Così, al giorno d’oggi, la tecnologia offre rimedi, fino a qualche anno fa impensabili, tali da poter trasmettere il verbo della politica, addirittura in tempo reale, nelle case e, dunque, raggiungere tutta la popolazione. Perché non farne uso? Lo ribadisco. Il consiglio comunale non è un assemblea di soci stretti attorno ad azioni di capitale, neppure un’assise fra consiglieri d’amministrazione. E’, invece, l’esercizio pubblico basilare ove rappresentanti eletti dal popolo discutono gli interessi della cittadinanza. Punto. La natura della questione non si presta né a discussioni, né, soprattutto, a limitazioni, né a stucchevoli regolamentazioni. E stupisce sentirne fare materia di dialettica procedurale, fra legittimità, privacy e riferimenti normativi. In effetti è un “non senso”. Una assemblea definita pubblica, cioè aperta a chiunque voglia assisterne ai lavori, per di più istituzionale, istruita per dibattere argomenti di rilevanza sociale, non si capisce come possa essere mutilata rigettando le richieste di diffonderne l’eco verso chi non possa essere presente. Un mistero. Reperti procedurali d’altre epoche, d’altre corti.

Ordunque, in un comune, come quello di Borgo San Lorenzo, con uno Statuto e ben 43 regolamenti che disciplinano la gestione amministrativa, e la vita dei cittadini, discutere sull’opportunità, o meno, di far registrare, privatamente, l’audio degli interventi in consiglio comunale, ebbene, lascia attoniti. Una faccenda sospesa nel limbo dell’inconcludenza, in uno scenario di scarso realismo. Una burocrazia autoreferenziale, che trae spunto da voluttuose manovre di passacarte, restia ad abdicare al ruolo ereditato in un tempo che fu.

Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 marzo 2016