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Un cantiere pieno di brutte figure
Intanto il clamore che si è sollevato intorno a questo fatto: comprensibile di primo acchito, anche perché vedere indagato un intero cantiere comunale, diciotto persone, è cosa rara. Poi però, a ben vedere, si nota che le contestazioni sono veramente di scarso peso: il decespugliatore da rottamare, la legna di qualche albero abbattuto portato a casa, una vecchia pala. E poi la schiacciata comprata durante il tragitto. E ad accomunare tutti i tempi di attesa davanti alla macchinetta che registra entrate e uscite.
Comportamenti censurabili, senz’altro, cattive abitudini –compresa quella di aver riparato l’auto a un amico all’interno del cantiere-, ma arginabili anche senza l’intervento della Procura. E anche la mobilitazione delle tv nazionali pare parecchio esagerata, visti i fatti, ed evidentemente mossa dalla voglia di assecondare la morbosità di un largo pubblico che ha fatto del puntare il dito, sempre e comunque, lo sport nazionale.
Di per sé lo stesso intervento della Procura è apparso fin troppo “rumoroso” e “spettacolare”: bussare alle porte dei 18 indagati alle 6.00 del mattino, mobilitando 45 agenti, per eseguire perquisizioni minuziose nelle abitazioni, nelle seconde case, negli orti, tirar giù dal letto le famiglie –con immaginabili effetti-, è parso parecchio sproporzionato.
Così come lascia perplessi il numero dei coinvolti: che vi sia qualcuno che ha sbagliato, è probabile. Ma etichettare tutti e diciotto come “furbetti del cartellino” è assai probabilmente operazione non veritiera. Far di tutt’erba un fascio non è giusto né conviene a nessuno. E questo ancor meno dovrebbe farlo un organo giudiziario.
Peraltro mettere sotto accusa un intero servizio comunale getta alla fine cattiva luce sul Comune stesso. Perché un caso singolo può sfuggire, ma un’intera squadra sotto accusa fa domandare dove mai fossero allenatore e presidente. Tanto più che mai sono state comminate sanzioni disciplinari. Emerge quindi un problema di controlli che evidentemente non ci sono stati in modo sufficiente.
In verità negli ultimi tempi l’attuale giunta dei correttivi ha cercato di metterli in campo, trovando anche parecchie difficoltà –si parla di burrascosi rapporti tra parte del cantiere e l’assessore al personale Boni-; e se ha proceduto alla formazione di squadre, e a prevedere programmazioni settimanali dei lavori e report quotidiani, non è riuscita, come avrebbe voluto –pure per resistenze sindacal-corporative-, ad articolare diversamente l’orario di servizio del cantiere, anche per eliminare quei tempi morti, ora oggetto di parte delle accuse,. Così come va ricordato che per molti anni –lo sottolineano gli stessi attuali amministratori, e ne portano la maggiore responsabilità gli amministratori precedenti- nel cantiere c’è stata parecchia disorganizzazione e una situazione di anarchia, che ha prodotto disfunzioni e comportamenti scorretti.
Il Filo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 novembre 2017
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