Un ricordo di Ivo Guasti, ad un anno dalla sua scomparsa
BARBERINO DI MUGELLO – Era il 19 luglio dell’anno scorso quando Ivo Guasti, a pochi giorni dal compimento degli 88 anni, ci ha lasciati. Pur essendo l’età avanzata, e provanti le sofferenze, Ivo se n’è andato lasciando un grande vuoto. E non parliamo da parenti, per i quali un sentimento simile è normale, ma da amici e da estimatori della sua arte: la poesia. Un’abilità, questa, manifestatasi in lui da giovane studente, e coltivata poi con la cura intensa e costante che si riserva alle persone e alle cose che contano davvero nella vita. I risultati sono stati sotto gli occhi di tutti, con un crescendo di pubblicazioni che, negli ultimi tempi, non si distanziavano di oltre dodici mesi l’una dall’altra, per raggiungere un numero che oltrepassa le trenta unità.
Un crescendo anche nello stile, ispirato alla poesia civile di autori di lingua spagnola del calibro di Garcia Lorca, per arrivare a perfezionare una modalità espressiva tutta propria. I temi oggetto della sua speculazione spaziano perciò da quelli politico-sociali ai sentimenti più intimi, con un intrecciarsi di emozioni e visioni che toccano vette di pura lirica. Un’arte, quella di Guasti, che gli è valsa, nel 2020, l’attribuzione del Premio ‘Barba d’Oro’, il più alto riconoscimento che il Comune di Barberino di Mugello conferisce ai suoi concittadini illustri. Ricordarlo oggi riveste un significato particolare, anche alla luce della sua concezione della morte, fatto con il quale si andava confrontando negli scritti. Lasciamo allora che siano proprio i suoi versi a parlarci di questa sua visione, per come lui stesso l’aveva elaborata:
la fine arriverà dei giorni
nel silenzio puro
aperto da voci
allegre di bimbi
rimane ora il tempo
per continuare la vita
(Dalla raccolta ‘Altrove’, 2016).
Ancora, sempre tratte dallo stesso testo, parole che suonano come un testamento e un auspicio per il domani che sarebbe giunto:
quando me ne andrò
posatemi con la mia penna
nella terra bruna
con la musica del vento
quando me ne andrò
posatemi sotto cipressi alti
che lentamente dondolano
Ma nella vastità della sua poesia Ivo, anche quando affrontava aspetti o momenti in genere vissuti negativamente, manifestava sempre la speranza nel futuro, e un’incrollabile fiducia nell’uomo e nella sua missione. Frasi concise, come queste, ci incitano dunque a procedere con sicurezza:
Ci sostiene marea di forti intendimenti
Pronti siamo ad esistere nelle circostanze
Fra bagliori di luce ed ombre soffocanti
(Dalla raccolta ‘Marea’, 2012)
Infine, caro Ivo, vogliamo salutarti con una delle tue metafore più care, quella della rosa rossa, che ci fa sentire oggi più vicini a te e ai tuoi cari. Una rosa, questa, che potrebbe rappresentare tutto: la tua Ivana e il tuo Alessio, la poesia, la vita… :
colsi la rosa rossa
e non badai alle spine del dolore
squame sanguigne nella mano
letizia d’occhi miei la rosa
d’umori imbrattava di passioni
strisce di sole arabescate
quei petali donati allo splendore
e nel giorno che pareva smorto
rosa accese sentieri ritrovati
strade al bello consegnate
regalò flauto voce musicale
per far del rosso un’emozione
(Dalla raccolta ‘Scrivere il Tempo’, 2015).
Grazie Ivo, la poesia ci salverà.
Elisabetta Boni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 Luglio 2022