Si pensava fosse estinto. Da decenni il gatto selvatico non viveva più nelle nostre zone, ed è ormai rarissimo in tutta Italia: qualche nucleo nel Sud, scomparso al Centro e al Nord, salvo una presenza riscontrata nei boschi del nord-est sulle Alpi Giulie, tra Friuli e Slovenia.
Sono state le video-trappole, installate da Carmela Musto e Duccio Berzi, esperti naturalisti, a consentire la straordinaria scoperta . Le riprese mostrano chiaramente la presenza del gatto selvatico. Siamo sull’Appennino dell’Alto Mugello, nella valle del Rovigo, tra Borgo San Lorenzo e Palazzuolo. Un paradiso sul piano naturalistico, con la presenza di numerose specie, dal lupo al cervo e all’aquila reale. E ora anche il gatto selvatico (Felis silvestris), che forse ha trovato vantaggio dalla maggiore diffusione di ghiri e altri piccoli mammiferi dei quali si nutre.
I luoghi, habitat del gatto selvatico, di recente sono stati dotati di una serie di rifugi e bivacchi, gestiti dalla cooperativa Ischetus, che consentono una full immersion in questi ambienti, con la possibilità di escursioni e pernottamenti.
Per informazioni: www.rifugimugello.com
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – Novembre 2014
3 commenti
Da cosa si capisce che è un gatto selvatico e non uno domestico?
Abbiamo interpellato il naturalista Duccio Berzi. Questa la sua risposta:
“Si distingue per la coda grossa, non assottigliata all’apice, e il disegno della pelliccia a strisce scure, senza macchie. Il riconoscimento non è facile, ci sono alcuni gatti domestici molto simili al Felis silvestris; in questo caso il riconoscimento è stato “certificato” dal prof. Luca Lapini, del Museo friulano di storia naturale, uno dei massimi esperti a livello nazionale della specie”.