VICCHIO – Dopo l’assemblea sulle difficoltà finanziarie del Comune, che si è tenuta sabato a Vicchio (articolo qui) abbiamo chiesto un commento conclusivo alle due parti in causa.
Per la lista civica Vicchio Vive, ci ha scritto l’ex sindaco Filippo Carlà Campa, che ha redatto un lungo contributo che noi del Filo abbiamo suddiviso in paragrafi per una lettura più agevole. Commento nel quale l’ex primo cittadino arriva a ipotizzare, dietro gli ultimi avvenimenti, la regia dell’ex sindaco Roberto Izzo.
Lo proponiamo ai lettori, ricordando che abbiamo chiesto un contributo anche alla maggioranza, in questo caso all’assessore Emiliano Salsetta, che però per il momento ha legittimamente scelto di non fare nuovi interventi.
Scrive Filippo Carlà Campa:
Il giudizio sulla serata e le ragioni della scelta di non partecipare
Un disastro annunciato. Dovevano arrivare rivelazioni sconvolgenti e invece? Un festival del condizionale! Potrebbe, forse, dovrebbe, ci sarebbe. Peccato che la politica si faccia con i fatti, non con i dubbi insinuati ad arte. Ci sono state polemiche perché come Consiglieri di “Vicchio vive” non abbiamo partecipato, ma io non vado, anche se invitato, ad ascoltare una relazione senza avere gli strumenti per poterla discutere. Non mi presto a uno spettacolo a senso unico, dove qualcuno parla e gli altri devono solo ascoltare in silenzio. Tutto è stato studiato ad arte, perché non ci potesse essere un contraddittorio. Cosa diversa sarebbe stata se si fosse trattato di un Consiglio comunale aperto, con regole chiare e parità di condizioni. In quel caso, come gruppo, avremmo chiesto di ricevere in anticipo la presentazione completa per poterla visionare, analizzare e verificare punto per punto. E poi avremmo avuto la possibilità di fare accessi agli atti, di esaminare i documenti, di smontare eventuali falsità con i numeri alla mano. Ma qui no. Qui si è preferito il monologo, il teatro della politica-spettacolo, il tentativo di fare propaganda senza contraddittorio. Questo atteggiamento di bullismo istituzionale lo rinnego e lo tengo lontano. La politica si fa con il confronto, non con i monologhi in un teatro. È stata una messinscena per giustificare una bugia. Un copione già visto: si inventa un problema, lo si ripete all’infinito, si cerca di trasformarlo in verità. È la regola numero uno della manipolazione: ripeti una menzogna abbastanza volte e finirai per crederci anche tu. Ma i numeri – quelli veri – non si piegano ai giochetti di prestigio e di numeri veri se ne sono visti pochi. Il bilancio del Comune di Vicchio è sano, approvato dalla Corte dei Conti e dal sindaco revisore. Punto.
Il ruolo dell’attuale sindaco Tagliaferri
C’è un filo conduttore tra la vecchia e la nuova amministrazione e ha un nome e un cognome: Tagliaferri che ha approvato i bilanci, certificando che i conti tornano, sia nella mia amministrazione che nella sua, in questo caso per ben 2 volte. Tutti tranne uno, quello di aprile 2024. Perché? Per gridare al disastro e creare una favoletta da campagna elettorale, e purtroppo molti cittadini ci sono cascati.
Quindi dov’è il disastro? Se i bilanci erano falsati, perché li ha approvati? Ora vuole portare Vicchio nel baratro del predissesto, non perché serva, ma perché ormai non sa più come tornare indietro. Se ammettesse la verità che è stato tutto un grande bluff, dovrebbe dire ai cittadini che ha mentito e perderebbe la sua già vacillante credibilità. Vuole dunque sacrificare un Comune per nascondere i propri errori. Per rimanere sulla poltrona ben saldo.
E poi la ciliegina sulla torta: come può chiedere al Consiglio comunale e poi alla Corte dei conti e al ministero dell’Interno, di autorizzare al predissesto se lo stesso ente guidato da Tagliaferri ha certificato che i conti sono a posto? Un paradosso. Un’assurdità. Se pensa che i bilanci siano falsificati, vada in Procura, non in teatro. Vicchio merita di più e noi faremo la nostra parte in tutte le sedi.
La sua frase che ha lasciato tutti sgomenti è stata: “Un consigliere comunale non può sapere se quella cifra che immaginava essere 5, in realtà, possa essere 10.” (cit. Tagliaferri). Ma mi faccia capire: il Consigliere comunale non deve forse controllare l’operato della giunta? Quindi se un Consigliere non sa distinguere un numero da un altro, cosa ha fatto negli ultimi anni, il fantacalcio? Ha scaldato la sedia? È stato un yes man di professione cosi come a questo punto lo sono, per ammissione dello stesso Tagliaferri, tutti i consiglieri di Obiettivo Comune.
Il disavanzo e il predissesto
Oggi Tagliaferri afferma che il disavanzo è di 1.600.000 euro , forse dovrebbe ricordarsi che quando siamo arrivati noi (lui compreso), sotto la gestione Izzo, il disavanzo era di oltre 1.800.000. E nonostante tre anni di Covid, lo abbiamo dunque abbassato di oltre 200.000 euro. Bastava continuare su questa strada e in pochi anni l’avremmo azzerato. Quindi, dov’è il problema?
Spingere sul predissesto è invece la scusa perfetta per cinque anni di immobilismo! Si auto-congelano, non fanno nulla, incolpano la vecchia amministrazione di ogni problema e intanto si garantiscono la poltrona. Troppo comodo! Non crediate che chiedere il predissesto sia facile, ci sono delle regole ben prcise e una di queste è che il Comune deve essere in una situazione di squilibrio strutturale del bilancio, in grado di provocarne il dissesto finanziario. Ma il Comune di Vicchio, prima ed ora, ha sempre pagato stipendi, bollette e fornitori.
Tagliaferri ha insinuato dubbi sull’onestà di chi lavora e ha lavorato in Comune, arrivando persino ad attaccare il revisore dei conti e a metterne in discussione la buona fede. E chi sarebbe il giudice supremo? Tagliaferri? No, qui l’unico errore evidente è la sua arroganza. Se necessario, ci rivolgeremo anche ai sindacati per tutelare i dipendenti del Comune di Vicchio. Speriamo che facciano sentire la loro voce, perché un comportamento del genere è semplicemente vergognoso.
E poi, la perla finale: Tagliaferri ha parlato in teatro di un consulente. Peccato che le consulenze siano vietate per legge. E ancora più curioso: oggi a capo di tutti i servizi comunali c’è Olimpia Pintozzi, laureata in Economia e Commercio. Quindi, Vicchio sarebbe un Comune “al verde”, ma ha i soldi per pagare un consulente, nonostante abbia già una professionista qualificata in organico? Molto curioso.
Se questa follia del predissesto dovesse passare in Consiglio comunale noi non ci fermeremo. Ricorso dopo ricorso, in tutte le sedi e con tutte le autorità giudiziarie competenti. Chiederò personalmente ai 1991 cittadini che ci hanno dato fiducia di combattere questa battaglia con noi. Perché qui non si tratta solo di numeri, ma di difendere Vicchio dal baratro. Noi Vicchio non lo molliamo. Lo proteggiamo ogni secondo, ogni minuto ogni giorno, su tutti i tavoli possibili e immaginabili.
Se servirà, scenderò in piazza con il 50% dei vicchiesi che ha scelto Vicchio Vive. Perché qui non si tratta di contabilità, di numeri messi a caso su una slide. Qui si tratta del futuro di Vicchio. E finché avrò voce, finché ci sarà anche solo un vicchiese pronto a difendere la verità, io sarò lì. Perché la storia non la scrivono quelli che si arrendono, ma quelli che combattono per ciò in cui credono.
La polizia municipale e i debiti fuori bilancio
I debiti fuori bilancio non li decide Tagliaferri. Non basta una slide buttata lì con due numeri a caso per inventarsi un debito. Quella presentazione sarà oggetto di un’attenta verifica da parte di chi di dovere. Perché qui non si tratta di lanciare accuse a caso, ma di rispettare le procedure, le regole e soprattutto i fatti. E i fatti dicono una cosa chiara: Vicchio non ha ricevuto i servizi della Polizia Municipale per l’importo che oggi l’Unione dei Comuni pretende.
Quindi, di cosa stiamo parlando? E poi, l’ho già detto e lo ripeto: sembra quasi che Tagliaferri voglia pagare più del dovuto pur di screditare il sottoscritto e i bilanci della mia amministrazione. Un comportamento inspiegabile: a rimetterci, non è lui, ma l’intero Comune di Vicchio i suoi dipendenti e tutti i cittadini.
La regia
Penso che dietro a questa strategia politica distruttiva per Vicchio ci sia Roberto Izzo, il grande regista. Abbiamo visto dopo i 10 anni del suo mandato come è stato ridotto Vicchio. Conoscendolo da 40 anni penso che sia pronto a tutto pur di riabilitare se stesso a dispetto dell’intera comunità e del sottoscritto. Dopo gli anni del Covid la ripartenza è stata drammatica e faticosa. Con Tagliaferri torneremo all’immobilismo e alla recessione. Ma noi non lo permetteremo.
Scenari futuri
Per il bene del paese, si fa tutto, anche collaborare con gli avversari. Qui non ci sono buoni o cattivi, ma persone che devono fare il bene di Vicchio. Collaborare però significa lavorare insieme con serietà, non fare da stampella a chi semina confusione e crea problemi invece di risolverli. La questione quindi non è se noi saremmo disponibili a collaborare, ma se Tagliaferri e la sua maggioranza sarebbero capaci di farlo con onestà e trasparenza, senza retropensieri. Perché la politica è l’arte del possibile, ma anche del credibile. E ad oggi, tra teatrini, accuse infondate e giravolte, di credibile si è visto poco. Quindi, se il bene del paese è davvero la priorità, che lo dimostrino con i fatti. Noi, come sempre, valuteremo con responsabilità.
Filippo Carlà Campa
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 Febbraio 2025