VIDEONOTIZIA – L’audizione di Fiesoli. I bambini? “Si aiutavano molto. Felici di stare con noi”
VICCHIO – Ieri, giovedì 6 Marzo, dopo tanti processi in cui è riuscito ad evitare di presentarsi in aula, grazie a questioni giuridiche e impedimenti sanitari, Rodolfo Fiesoli è stato sentito come testimone in audizione coatta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Forteto. Un momento storico e simbolico ma, purtroppo, di scarsa utilità per la ricostruzione dei fatti e della rete di connivenze di cui negli anni ha goduto la sua comunità. Fiesoli, arrivato dalla Rsa di Padova dove sta scontando la pena a 14 anni e 10 mesi, si è presentato in aula in carrozzina, assistito da volontari e da un dottore. E, tra tanti “non so” e “non ricordo” le sue risposte sono apparse a tratti surreali, come quando ha affermato di non essere mai stato arrestato e condannato. Esclamando: “Condanne a me? Vaia vaia!”.
Difficile dire quanto tutta questa confusione sia da attribuire a un reale decadimento cognitivo, e quanto a una sorta di stretegia. Certo è che alcune delle sue dichiarazioni, alla luce della vicenda ricostruita dai tribunali e dalle sentenze di condanna, suonano come un affronto e una beffa. Come quando afferma, riferito ai minori che venivano affidati al Forteto, che “si aiutavano molto” e che erano “felici di stare con noi. Venivano da situazioni complesse, c’era un’affettività molto piacevole”. La Commissione, lo ricordiamo, sta cercando di ricostruire in particolare quali fossero i rapporti con il tribunale e le istituzioni locali. Delle nebbie dei suoi ricordi, vere o presunte, Fiesoli ha ripescato anche alcuni cenni ai magistrati . Di Piero Tony ha detto ad esempio “aiutava i ragazzi a stare bene, ha fatto provvedimenti meravigliosi”. E di Andrea Sodi invece: “Veniva spesso al Forteto, due volte alla settimana, mangiava da noi e stava proprio bene”. O ancora cenni alla politica vicchiese, affermando prima di non conoscere l’ex sindaco di Vicchio Bolognesi, per poi ricordare che questo gli consegnò il riconoscimento “Giotto d’oro” nel 2003. Ma si è trattato di sprazzi di memoria isolati, ricostruiti in un lungo articolo a firma di Stefano Brogioni uscito oggi, venerdì 7 Marzo, su La Nazione. E alla fine, come scrive proprio Brogioni, la sensazione è che “i segreti del Forteto siano ancora custoditi in quel sottobosco intricato da cui la comunità del Profeta ha preso il nome”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 Marzo 2025
Io sul Forteto mi rammento come tutti o quasi tutti i politici di sinistra hanno difeso il Fiesoli e come anche le istituzioni provinciali e regionali e anche la magistratura abbiano contribuito a sostenere con i mezzi a loro disposizione di far proseguire e fare mantenere e sostenere la filosofia del Forteto