Vie al femminile e arcobaleni. Se il Pd fa i balocchi…
MUGELLO – Un pensiero improvviso è affiorato, leggendo l’ultima nota del gruppo Pd di Borgo San Lorenzo, relativa alla “parità di genere” nella toponomastica comunale. La sensazione, imbarazzante, è quella che ci si stia un po’ fissando – e non solo a Borgo – su certe tematiche. Le panchine di mille colori, le bandiere e gli striscioni, le sindache, le assessore e le ministre, i nomi delle vie al femminile.
Queste tematiche generali, talvolta perfino un po’ ideologiche, hanno certo una loro importanza. Ma sembrano preponderanti rispetto alle tante questioni concrete che ci aspetteremmo preminenti per gli amministratori locali – e anche i consiglieri comunali lo sono-.
L’elenco sarebbe lungo, dai tanti problemi legati allo smaltimento e raccolta rifiuti, alla viabilità, allo sviluppo economico locale. E ancora, la necessità di trovare forme più efficaci per far partecipare le persone, un’attenzione maggiore ai giovani, il funzionamento dei servizi sociali, lo stato dei servizi sanitari, le varie problematiche ambientali, il turismo da far crescere concretamente, le attività culturali. Di questione concrete, ripeto, ce ne sono parecchie, e avrebbero bisogno di analisi, discussione e confronto, proposte, attuazioni.
Certo, è più facile – e anche meno impegnativo – scopiazzar documenti su leggi Zan e robe del genere, o dipinger panchine. Amministrare bene ed entrare in sintonia con i bisogni delle persone e delle comunità locali è senz’altro più arduo e faticoso. Ma è quello che ci aspettiamo dai nostri amministratori. Li abbiamo votati per risolvere i problemi del paese, e per dare una prospettiva di crescita. Non per discutere dei massimi sistemi. Mica siamo in Parlamento.
P.G.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 luglio 2021
attenzione ai temi che si affrontano…
perché pur usando rispetto ed equilibrio, si fa presto a passare da misogini, sessisti, omofobi, razzisti, etc.
oramai il politically correct ha preso il sopravvento e niente si può fare per tornare al vecchio buonsenso del padre di famiglia (già questo è passibile di sdegno; perché buon padre di famiglia e non buona madre di famiglia?)
vabbè … che iddio ce la mandi bona
(qui – e concludo – ce ne sono addirittura due di motivi di sdegno a- si invoca il Divino, ma quale? qualcuno potrebbe offendersi b- nel doppio senso si chiede che la mandi bona, ma perché non bono?)
Eppure gli stereotipi di ogni tipo nascono e si sviluppano nelle comunità, senza bisogno “dei massimi sistemi”. Se vogliamo un mondo migliore e più equo non basta pensare ai problemi contingenti, grandi o piccoli che siano, anche se validi come i malcostumi, le disfunzioni dei servizi ed altro. Vi è proprio la necessità, urgente, di riconsiderare come siamo abituati a pensare. Credete che la discriminazione tra i sessi non sia un problema che ci riguarda? Andate in un qualsiasi supermercato ed osservate posizioni, tipologia e colore dei giochi per bambini: alle bambine tutto rosa, trucchi e gioiellini, ai maschietti tutto blu, macchine,pistole e meccano… Che tipo di vita ci aspettiamo per i nostri ragazzi? E non sono i bambini a produrre i giocattoli, siamo noi adulti. È un gioco importante quello di come veniamo rappresentati: strade al femminile forse sono addirittura più importanti della raccolta dei rifiuti, e sono entrambi gesti di vera civiltà.
Ricorderei a tutti che tutto quello che avviene in natura è regolato dalla matematica pura. Non se ne può uscire. Quindi datevi pace…. Bandiere, panchine, aggettivi, parole… Li porterà via il vento.