VOLONTARIATO E MARGINALITÀ (parte I) – Quale ruolo in questa fase sociale?
MUGELLO – Un’indagine risalente al 2006, che ha coinvolto alcuni enti del terzo settore di zona e ritrovata causalmente dal Direttore de “Il Filo”, ci ha portati a condividere come il Mugello, territorio da sempre ricco di enti e associazioni vocate a scopi filantropici e sociali, meritava un approfondimento sul tema del volontariato. Per di più in questo momento, caratterizzato da una pandemia che ha messo fortemente in crisi il contesto attuale ed il suo funzionamento, nel quale molte associazioni stanno esercitando un ruolo fondamentale.
L’indagine prima citata è parte di un progetto intitolato “ALLE CORDE”, realizzato dal CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), finanziato dal Ministero per la Solidarietà Sociale e gentilmente messo a disposizione nelle sue conclusioni da Maria Stagnitta, che vi ha contribuito. Un lavoro che cade a fagiolo in quanto ha avuto come focus i temi della povertà, della marginalità e dell’esclusione sociale, supportato da studi condotti da esperti e da punti di vista e proposte di una rappresentanza del terzo settore locale, in condivisione con la Asl e l’allora nascente Società della Salute. Molto interessanti le conclusioni dello studio realizzato attraverso metodi scientifici, ed ancora di grande attualità nonostante il lasso di tempo trascorso e le trasformazioni intervenute. Innanzitutto ne emerge una grande disponibilità degli enti coinvolti alla partecipazione e alla collaborazione, ed un elevato livello di competenza e capacità critica sui fenomeni e sui bisogni della nostra realtà. Anche in quel periodo, come oggi, era dunque rilevabile un disagio diffuso e crescente, non di rado di difficile intercettazione, al quale diventava complesso dare risposte multiformi dai servizi esistenti. Un disagio – come si legge anche in un comunicato che sintetizza l’intervento di Lucio Babolin, allora Presidente di CNCA, durante il convegno conclusivo del progetto, tenutosi il 17.05.2017 – che individua gli stranieri come le persone più a rischio marginalità, insieme ad una crescita della popolazione femminile nell’utenza dei servizi, ed una tendenza all’abbassamento dell’età della popolazione a rischio di esclusione. In Mugello, uno dei sei territori d’Italia interessati anche dalla ricerca qualitativa, le realtà che hanno dato il loro contributo alla ricerca rilevavano come la necessità fosse quella di creare gli strumenti generali affinché il dialogo aperto con le istituzioni potesse concretizzarsi in azioni efficaci, con la finalità di originare una cultura e un’attenzione da parte di tutti i servizi verso le nuove forme di disagio. Tutti concordi, poi, per quella che era stata la proposta conclusiva generata da questo lavoro, e cioè la creazione di un Osservatorio territoriale dei processi di marginalizzazione, con compiti di analisi e propositivi di politiche integrate, al il fine di contrastare tali fenomeni. Un Osservatorio misto pubblico-privato, che fosse anche un trait d’union di tutte le attività del settore, come espressione di sussidiarietà orizzontale e necessità di capitalizzare e mettere in rete le conoscenze.
Da allora, di acqua ne è passata sotto i ponti… A livello locale gli enti del terzo settore, prima annoverati nel Coordinamento Aldo Tanas, sono adesso riuniti negli organismi di partecipazione – il Comitato di Partecipazione e la Consulta del Terzo Settore – costituiti ufficialmente insieme alla Società della Salute come disposto dalla normativa in materia, e periodicamente rinnovati.
Inoltre, nel 2017 è stato approvato a livello nazionale il Codice del Terzo Settore, che ha riordinato la materia, confermando e sottolineando il coinvolgimento dell’associazionismo e della cooperazione da parte delle pubbliche amministrazioni, nello svolgimento delle loro funzioni di programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi e servizi di natura sociale, sanitaria, socio-sanitaria ecc., attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento. Oggi, quindi, l’incontro fra pubblico e privato si esplica sia a livello di politiche programmatorie, come anche nella realizzazione di progetti specifici, condivisi già dalla fase di progettazione. Ma, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui il disagio sociale è in costante e rapidissimo aumento, e tutto diventa più complesso per rispondere ai vari bisogni, un Osservatorio permanente, come quello ipotizzato dal progetto ‘Alle Corde’, potrebbe costituire un valido ausilio.
Elisabetta Boni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 dicembre 2020