A Sagginale la nuova chiesa cresce
A Sagginale è in costruzione una nuova chiesa. Nella frazione borghigiana tante le iniziative di raccolta fondi promosse dal comitato organizzatore, attivo già da due anni, in collaborazione con la Polisportiva “Sagginale”.
Abbiamo incontrato il Pievano di Borgo, Don Maurizio Tagliaferri, per sapere qualcosa di più su questa nuova struttura religiosa.
Don Maurizio, come stanno procedendo i lavori? Una data per l’inaugurazione?
Siamo ad un punto abbastanza buono, come si può vedere anche semplicemente passando da Sagginale. Invito tutti coloro che sono interessati proprio a passare dalla frazione, in modo da apprezzare lo stato dell’arte. Ovviamente ancora tanto è da fare, ma i lavori sono proceduti speditamente. Una volta al mese abbiamo regolarmente l’incontro con tutti i tecnici per fare il punto della situazione e per le verifiche. Sottolineo questo: la verifica e il controllo di tutti gli aspetti della realizzazione è costante. Per la data di inaugurazione non mi voglio sbilanciare, ma insomma lo dico, un pò sottovoce. Si prevede che l’opera possa essere terminata per la fine dell’anno. Naturalmente qualche ritardo sarà fisiologico. Più realisticamente si potrà andare ad anno nuovo, massimo marzo 2015.
Quale è l’attesa della gente? E la risposta, anche da un punto di vista economico, a tutte le iniziative promosse?
La gente sta attendendo. A Sagginale c’è stata un’esperienza particolare. Persone oggi vive hanno visto costruire la precedente chiesa che è stata demolita, perché fatta male. E’ normale che l’attesa sia particolare. Dal punto di vista economico abbiamo fatto l’iniziativa di raccolta delle offerte sabato 22 e domenica 23 marco con tutte le parrocchie dell’Unità Pastorale e c’è stata una certa risposta. Stiamo cercando di coinvolgere la sensibilità di tutti, non solo degli abitanti della frazione, certamente con le cene, ma anche con una serie di iniziative come mercatini e fiere di beneficenza. Sottolineo che siamo molto grati alla Polisportiva di Sagginale, che da subito ha avuto una squisita attenzione e sensibilità offrendo la disponibilità degli spazi anche durante l’inverno. Ma abbiamo ancora molto da raccogliere per arrivare alla quota parte di quello che si dovrà andare a pagare, che ci siamo impegnati a pagare.
Il volantino della raccolta delle offerte recitava: “Una comunità sta edificando la propria chiesa. Non lasciamola sola”. Come si può non “lasciarla sola”, contribuire, sostenere, aiutare?
Con le offerte che possono essere fatte direttamente brevi mano, attraverso quelle che possono essere scaricate anche dalla dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, o attraverso bonifici bancari. Abbiamo riportato su tutti i fogli il codice IBAN (IT 93 F083 2537 7510 0000 0044 255) del conto specifico relativo della Chiesa di Sagginale. Oppure con tutte le iniziative di sensibilità e voglia di fare per mettere in piedi qualche cosa e i proventi poterli specificatamente destinare.
Ho registrato un paio di commenti polemici. Il primo: qualcuno ha detto che visivamente può sembrare brutta, una capanna stretta. Lei è soddisfatto del progetto? Il secondo: qualcuno si è domandato se c’era proprio bisogno di una nuova chiesa. Cosa risponde?
Che ci siano critiche è abbastanza normale. Mi fa piacere che si individui nella chiesa la critica che sembri una capanna, perché la nostra intenzione è proprio quella di richiamare uno stilema che possa immediatamente ricondurre alla “realtà chiesa”. Il progetto è stato ampiamente condiviso con la popolazione, con tanto di presentazione preliminare. A seguito della verifica insieme alla gente, sono emerse una serie di osservazioni e critiche che poi sono state convogliate nel progetto definitivo e quindi in quello esecutivo, che è stato presentato a San Cresci nel novembre 2012.
C’è un grande attaccamento a quella che è la località. Distruggere una chiesa e non riedificarla probabilmente sarebbe stato un errore che i sagginalesi non avrebbero mai perdonato. Inoltre vorrei specificare che la Diocesi si è impegnata in primis per la realizzazione, facendosi carico del maggior impegno economico. Uno l’altro giorno mi ha detto che la Diocesi non aveva aiutato. Non è vero. Mi auguro che adesso, visto lo sforzo comunitario, diocesano, dell’Unità Pastorale, per poter costruire questa chiesa, le persone che fanno le varie affermazioni si adoperino quanto più possibile, anche e soprattutto economicamente, per poter arrivare ad una conclusione dell’opera il più in fretta possibile.
La chiesa per altro ha un rilievo interessante. Sottolineo che l’architetto Ulivi non è stato scelto casualmente. Dopo gli anni 2000, infatti, nella Facoltà Teologica sono stati fatti dei corsi specifici da architetti di fama internazionale insieme a liturgisti, riguardo a quello che è la progettazione delle nuove chiese.
Se noi abbiamo questa progettazione qui è perché dietro c’è uno studio, un progetto voluto e pensato sia dalla Facoltà Teologica sia dalla Chiesa di Firenze riguardo a quella che è la progettazione delle nuove chiese. E’ stato pensato e adesso viene realizzato.
Servizio di Fabrizio Nazio
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, dicembre 2014