Anna Nuti, storico volto della biblioteca di Barberino va in pensione
BARBERINO DI MUGELLO – Il suo cesto di capelli ricci è iconico all’interno della biblioteca di Barberino, così come il suo sorriso schietto, la sua gentilezza e cultura. Stiamo parlando di Anna Nuti, volto punto di riferimento tra gli scaffali carichi di libri e che, a partire da oggi, andrà in pensione. Per sentirne meno la mancanza abbiamo deciso di scoprire qualcosa in più sulla sua esperienza e sui suoi progetti futuri.
Come sei entrata nella famiglia della biblioteca di Barberino? Era il 2010. Prima lavoravo all’asilo nido, con un gruppo forte e coeso di persone ed amiche. Già da qualche tempo, però, mi ero resa conto che dovevo cambiare. Sono fermamente convinta che i bambini piccoli debbano stare a contatto con persone giovani, più vicine ai genitori, alle problematiche che via via si creano ed ai nuovi metodi di educazione. La biblioteca era un posto che già amavo molto perché sono una lettrice accanita, mi piacciono i libri e soprattutto l’idea che fosse un luogo d’incontro, una piazza del sapere. Quando è arrivata la possibilità di entrare l’ho presa al volo.
È stato subito amore, come ti aspettavi? No, decisamente no [ride]. I primi sei mesi ho pensato di non farcela. Lavorare in biblioteca non è solo amare i libri e la lettura ed io dal punto di vista tecnologico ero ad un livello elementare. Ho dovuto fare una grossa formazione ed un grande lavoro.
Cosa ti ha aiutato, allora, ad andare avanti? Mi sono scavata una nicchia: il sociale. Mi è sempre piaciuto tantissimo il rapporto con le persone, stare insieme alla gente. E quindi, abbastanza naturalmente, sono nati i gruppi di lettura, gli incontri del “Knit Caffè”, gli incontri con gli autori, le presentazioni di viaggi…. Grazie a queste cose mi sono creata una cerchia di persone e relazioni da cui sono nate tutte le iniziative che ben conoscete come: Un filo di, gli eventi contro la violenza sulle donne, quelli legati all’8 marzo….È stato un bel periodo [commenta commossa, quasi tra sé e sé] .
Nell’immaginario collettivo la bibliotecaria legge e “presta” i libri…No [ride], non è assolutamente così. Se pensate che esiste una laurea in “biblioteconomia” significa che c’è molto altro dietro. A partire dalla catalogazione dei libri, conoscere la loro disposizione, comprare i libri secondo non solo i trend ma anche gli aggiornamenti delle diverse sezioni. E poi c’è tutto il lavoro delle iniziative che la biblioteca segue.
Ecco, e di questo “settore” tu sei diventata in qualche modo il volto, pensi che andranno a sparire una volta che tu sarai in pensione? Per fortuna no. Intanto ci sono delle iniziative che sono ben consolidate, come il gruppo di lettura di cui io continuerò a farne parte come utente. Ma ci sono molteplici eventi, come quelli legati alla scuola, che la biblioteca porta avanti da anni, e continuerà tranquillamente senza di me. Nascerà poi una nuova associazione che magari potrà collaborare con la biblioteca….
Sono passato 11 anni da quando hai iniziato alla biblioteca, svelaci: sei una lettrice da biblioteca o da libreria. Adesso puoi essere sincera! Subisco la fascinazione di entrambi gli ambienti. La biblioteca non potrei mai abbandonarla, questo luogo l’ho amato davvero tanto, ci sono stata bene. Il profumo dei libri per me è come lo Chanel N° 5 e venire in biblioteca a prendere i libri mi piace, amo scegliere, dedicarci tempo ma… mi piace anche averli e la visita in libreria è scontata ed esco sempre con un libro nuovo.
In questi anni è cambiato l’uso della biblioteca? Sicuramente, ma devo dire che la biblioteca di Barberino è sicuramente molto frequentata. Escludendo il tracollo dovuto, prima al terremoto poi alla pandemia, gli studenti hanno sempre passato molto tempo qui. Anche se non abbiamo grandissimi spazi, il fatto che sia ubicata su tre piani è molto utile per gli studenti perché favorisce la diversificazioni per età ed esigenze: al piano più alto si trovano gli universitari, che hanno bisogno di silenzio per studiare, sotto i ragazzi del liceo ed infine le medie che insieme ai bambini più piccoli sono i meno abituati al silenzio. Inoltre, la biblioteca è frequentata da una maggioranza femminile, è evidente che le donne leggono di più, come si può riscontrare nel gruppo di lettura. In ogni caso, penso che la biblioteca sia un luogo di apertura verso la gente, quella di Barberino in particolare.
Cosa pensi che questo luogo ti abbia lasciato, e cosa lascerai qui? La biblioteca mi ha lasciato tanto: perfezionare il gusto della lettura e della conoscenza, l’affinarsi dei metodi e soprattutto le relazioni con le persone che ho scoperto meravigliose. Mi ha arricchita dal punto di vista umano. E spero di lasciare questa voglia di comunicazione, di fare attraverso la collaborazione, le amicizie, il conoscere la diversità, apprezzandola anche se non riesci a condividerla.
Pensi che da adesso tornare qui sarà diverso? Assolutamente sì. Ci sono cose alle quali che sono profondamente affezionata che rimangono, e saranno parte di me ma che non potrò più gestire. Ma la cosa bella è che potrò tornarci sempre da utente, magari dando consigli di lettura e chissà, magari questa nuova associazione collaborerà con la biblioteca….
Hai accennato a nuovi progetti, ma non vuoi riposarti? No, per ora ho ancora voglia di fare anche se sto apprezzando la lentezza, riuscendo a riflettere su quello che faccio. Prendermi i miei tempi, godermi ogni singolo momento. Ma finché rimane la voglia di fare si è vivi.
E di questa associazioni non ci dici niente? Ancora no, siamo ancora in fase di costituzione e si proporrà di seguire eventi culturali legati a mostre, concerti, eventi legati sia al versante artistico che a quello dell’artigianato, perseguendo l’idea di dedicarsi a piccole cose, alle nicchie, legate sia alla tradizione del territorio che alla commistione con altre culture. Ecco, questo mi piacerebbe tanto.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 Settembre 2021