Antea non ha diritto al recupero credito. “Quelle lettere non hanno valore”
PALAZZUOLO SUL SENIO – “Le lettere di costituzione in mora di Antea, non essendo raccomandate A/R, non hanno nessun valore”. Non c’è nulla da restituire. A Palazzuolo nei giorni scorsi erano arrivate delle comunicazioni da parte di una società di recupero crediti per contro dell’azienda di comunicazioni Antea, che aveva fornito nel comune un servizio internet Wifi con un progetto della provincia da 5 milioni di euro. Con l’arrivo dell’Adsl di Tim, tanti palazzuolesi hanno deciso di disdire il servizio per passare ad una connessione, più stabile e veloce, via cavo. Nonostante le disdette fossero state fatte a termini di legge, Antea ha richiesto quasi 500 euro perché l’antenna che serviva a captare il segnale non è stata restituita. In realtà risulterebbe dalle fatture che i kit erano stati pagati ed inoltre “gli apparati – dice Lucio Cavini – dal costo sul mercato di poche decine di euro, dopo anni erano di valore 0, comunque, se vogliono riaverle indietro, mandino un tecnico a smontarle e credo che nessuno farà difficoltà a regalarle ad Antea e di certo un utente non sale da solo su un tetto con il rischio di danneggiare l’antenna e vedersi addebitati anche i danni”.
Rileva inoltre Cavini: “D’altra parte potremmo sempre richiedere noi i danni per il mancato servizio. Non si contano le interruzioni di connessione in questi anni. Da un massimo di 14 giorni ad un minimo di poche ore. E dovrebbero pagare 7,10 euro al giorno per utenza come è stato disposto, per una signora alla quale non hanno corrisposto il servizio dovuto, con deliberazione del Corecom della Regione Toscana n. 86 del 26 maggio del 2015, dove, tra l’altro, è stato rilevato che ‘la società Antea ha tenuto nei procedimenti svolti presso questo Corecom, un comportamento negligente ed omissivo’, ed è stato disposto il rimborso di 712 euro e altri 100 per le spese”.
Tra l’altro ci sarebbero anche casi di fatture sbagliate, giustamente quindi non pagate, dove il contratto di Antea recita che in trenta giorni la società si impegna a correggerle e a mettere a posto la situazione contabile, cosa che “ad esempio per me – conclude Cavini – non è avvenuta, pur avendo scritto e riscritto”.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 novembre 2016