
MUGELLO – Una rarissima immagine del convento di San Bonaventura al Bosco ai Frati. L’autore è Anton Hautmann, pioniere della fotografia, uno dei primi a Firenze, contemporaneo dei fratelli Alinari. A corredo dell’immagine il logo, il marchio ufficiale del fotografo, che ne impreziosisce il valore. Una fotografia, ben conservata, reperita nell’archivio del convento. Adesso sarà esposta in un nuovo spazio museale allestito all’interno dello stesso convento francescano.

Non c’è dubbio, una rarità. Per i professionisti ed i cultori della fotografia, e della sua storia, ecco un importante ritrovamento. Nell’archivio del convento di San Bonaventura al Bosco ai Frati è stata ritrovata una delle prime immagini fotografiche del Mugello. Con molta probabilità databile fra il 1855 e il 1859. Non sappiamo se esista, o se sia stata mai stilata, una classifica, un datario, delle prese fotografiche del nostro territorio. Di sicuro questa è una delle più antiche.
Per quanto possibile, in base alle nostre neofite e limitate conoscenze, abbiamo cercato di ricostruire l’attività dei fotografi a Firenze e in provincia. E subito ci siamo imbattuti nella storia dei fratelli Alinari, della loro impresa, “fondata a Firenze nel 1852, la Fratelli Alinari è la più antica azienda al mondo operante nel campo della fotografia”. Così recita l’introduzione del loro sito web. Il fondamento della fotografia in Italia.
Poi, a seguire, fra le notizie certe in materia, ecco che nella storiografia ufficiale compare la biografia di Anton Hautmann. Sono poche le immagini disponibili, a lui riconducibili. Perciò il ritrovamento di questa fotografia originale, ben conservata, con tanto di attestazione, il marchio, impresso sul retro, riveste una rilevante importanza. E per la data e, per noi mugellani, per il luogo. Uno scorcio antico del nostro territorio. L’individuazione della fotografia e il riconoscimento della sua importanza si devono a Luca Barletti, che fin da subito ne ha capito il valore.
Figlio dello scultore Joseph, Anton Hautmann (Monaco di Baviera 1821-Firenze 1862) è attivo a Firenze dalla fine degli anni cinquanta del XIX secolo. Formatosi come pittore all’Accademia di Belle arti di Monaco di Baviera, giunge in Italia nel 1844 grazie a una borsa di studio per un soggiorno a Roma. Nel maggio del 1849, a causa dell’occupazione francese, si trasferisce stabilmente a Firenze presso Raffaello Metzger, pittore, incisore e collezionista. Nel 1851 Hautmann apre uno studio di scultura in Via della Scala che dal 1858 diventa sede del suo stabilimento fotografico. Da questo momento si dedica alla fotografia, realizza un catalogo commerciale di “vedute stereoscopiche”, studi pittorici di paesaggio e di figura presi a fermo ed istantaneamente, ed un numero esteso di riproduzioni di uomini illustri e oggetti d’arte. Oltre a ciò la sua produzione è nota per le “carte de visite” e per gli studi pittorici, caratterizzati da paesaggi rocciosi, studi di nuvole, inquadrature di ambienti rurali e scene domestiche, nei quali si concentra la ricerca della luce e delle ombre, fortemente accentuate, che creano dei netti contrasti di chiari e scuri, pieni e vuoti. Un pioniere della fotografia, definito “uno dei migliori fotografi operanti a Firenze al tempo del collodio” (procedimento fotografico che utilizza, appunto, il cotone collodio come legante per emulsioni fotosensibili). (1)
(1) Note tratte da Alinari Archives.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 novembre 2016
2 commenti
Bellissima questa immagine e bravi Luca a trovarla il signor Frilli a pubblicarla. Nel mio piccolo detengo l’archivio storico fotografico dell’ avv. Giuseppe Ungania (chiamato l’Alinari del Mugello) e molte sue immagini sono nel libro sul Mugello del prof. Francesco Niccolai. Ci sono anche alcune immagini del Bosco ai Frati,pubblicate sull’opera “l’Ultimo Mugello 1900-1920, ma questa è più vecchia di 40 ….anni. Splendida.
Chiedo gentilmente una informazione; leggo che Hautmann morì a Firenze nel 1862 ma arriva a Firenze nel 1874. Forse è un errore di trascrizione! Grazie e ancora complimenti.
n.b. già che siamo in tema, detengo una fotografia originale che fece dono Chino Chini a mio babbo Amilcare Giovannini; è una foto panoramica di Ronta e Pulicciano scattata dieci anni prima della costruzione della ferrovia Faentina. Anche questa immagine è straordinaria per l’aspetto topografico e paesaggistico del territorio.
Si, ha ragione, la data è da correggere in 1844. Grazie per la segnalazione. Cordialità.