Assemblea tesa e affollata sui migranti a Firenzuola
FIRENZUOLA – Una riunione partecipatissima (articolo qui), più di cento persone, quella di Firenzuola per l’emergenza migranti scoppiata da qualche giorno. L’epilogo, ieri mattina (lunedì 25 luglio), con l’arrivo di 25 richiedenti protezione internazionale. Il sindaco e la giunta hanno organizzato un incontro, aperto alla cittadinanza, per informare, perché “fino alla mattina stessa- dice il sindaco Scarpelli – non si sapeva neanche chi sarebbe arrivato”. Diverse le polemiche: punto centrale delle preoccupazioni, il tema della sicurezza e di come verrà svolto il percorso di accoglienza di queste persone. “Firenzuola è un paese che una tradizione forte di accoglienza. Abbiamo 500 stranieri, il 10% della popolazione, perfettamente integrati. Ma qui il discorso è diverso. E se non gestiremo questa crisi dei migranti, sarà un problema che ci potrà travolgere tutti. Io ho il dovere di rispettare la legge, ma posso anche contestarla, se mi sembra che si stia sbagliando”.
Il sindaco ha spiegato come si è arrivati a questo punto, con l’arrivo dei profughi: ha ribadito le critiche alla Prefettura, ha sottolineato i continui cambi di programma ed anche il fatto che la Prefettura neppure abbia preso visione dell’immobile. In merito alla villa, Scarpelli ha continuato a contestare l’inopportunità di collocarvi i profughi. E ha contestato l’ubicazione in centro, proponendo in alternativa Casa al Giogo, ma proponendo anche di adibire le caserme dell’esercito a una prima accoglienza.
A chi in assemblea lo sollecitava a dire quali programmi abbia la giunta per favorire l’integrazione dei profughi, il sindaco è stato perentorio. “Non pensiate che distolgano risorse dai nostri cittadini, perché devo fare fronte prima di tutto ai problemi della nostra comunità. Io e tutta la giunta siamo andati ad accoglierli questa mattina. Ma da adesso la competenza deve essere in mano di chi gestisce il progetto di accoglienza e di chi mi ha imposto questa situazione. L’insegnamento della lingua, attività di formazione e integrazione, questo spetta prima di tutto alla cooperativa che riscuote quei 35 euro al giorno che lo Stato dà per ciascun profugo, e non al comune. Ancora non abbiamo progetti, ma chiederli oggi è strumentale, visto che il gruppo di profughi è appena arrivato, e soltanto adesso sappiamo che è formato da quasi tutte donne. Del resto vedo che anche chi li accoglie da due anni non ha altre soluzioni che lasciarli a fare i giocolieri alla rotonda della Conad, seduti a bivaccare senza far nulla. Lasciati a loro stessi”.
Michela Aramini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 luglio 2016