“Borgo Cashmere”, nuovi spazi per nuovi successi nell’alta moda
BORGO SAN LORENZO – “Borgo Cashmere” cresce, e per l’ampliamento della sede la famiglia Fredducci ha voluto festeggiare insieme a tutti i dipendenti, alle autorità e agli amici. E mercoledì pomeriggio 9 ottobre hanno aperto a tutti i nuovi spazi in via del Bagnone a Borgo San Lorenzo, dove si producono capi di abbigliamento artigianali di altissima qualità.
“E’ una nuova tappa importante nello sviluppo della nostra azienda – dice Matteo Fredducci – perché, e lo dico incrociando le dita, stiamo crescendo e c’era quindi la necessità di ampliarsi e trovare nuovi spazi. Abbiamo avuto la possibiità di costruire accanto alla vecchia sede, nel terreno adiacente, anche grazie all’aiuto fondamentale dell’amministrazione comunale di Borgo San Lorenzo: il percorso del progetto di ampliamento è stato avviato diversi anni fa, ed ora lo abbiamo concluso.”
“Questa– spiega Fredducci -, è la sede direzionale, vi sono gli uffici e gli spazi dove si ricevono i clienti e in particolare le maison parigine che vengono qua a sviluppare le nuove collezioni. Qui abbiamo lo show room, l’archivio storico dell’azienda, l’ufficio stile, gli uffici amministrativi, la reception. Abbiamo creato un nuovo luogo di rappresentanza, per sfruttare invece al massimo la vecchia sede per le attività produttive. Ci servivano nuovi spazi per i macchinari e soprattutto per le persone, perché come dice mio babbo le macchine si fa presto a comprarle, le persone invece… E i nostri risultati sono legati proprio alle persone, al team fantastico che ci supporta. Noi siamo molto legati al territorio, alle persone del territorio, e sempre cerchiamo di fare squadra con le eccellenze del Mugello, perché nel Mugello ci sono tante realtà che fanno veramente eccellenze e che magari non si conoscono quanto si dovrebbe. Oggi dunque abbiamo voluto festeggiare questa tappa importante augurandoci di continuare a crescere sempre di più”.
Una crescita di spazi, una crescita di attività: “Da una sede, quella storica costruita da mio nonno – dice Matteo – attualmente siamo a quattro sedi, qui in via del Bagnone. Ora ci siamo dotati, con la rimodulazione degli spazi, di una nuova stireria professionale che ci consente di fare tutto qua, in Mugello, e non più all’esterno, e in più, da settembre, abbiamo acquisito un nuovo fondo di 500 mq , sempre in via del Bagnone, e vi abbiamo trasferito tutto il magazzino delle materie prime”.
Sul piano occupazionale “Borgo Cashmere” conta su 82 persone interne più una quarantina che lavorano a domicilio. “Tra gli interni – spiega il giovane Fredducci – occorre conteggiare anche i due negozi a Firenze e lo show-room che abbiamo a Milano. Le altre invece lavorano qui in via del Bagnone.”
L’azienda mugellana lavora per numerose e importanti griffes del settore lusso, francesi e italiane. “Accanto a questo sviluppiamo anche la nostra collezione a marchio Il Borgo, che viene distribuita a livello retail: a parte un piccolo spaccio che abbiamo qui in azienda, il grosso del business avviene nei due punti vendita a Firenze, lo store in via Tosinghi, dietro piazza della Repubblica, che è stato il primo, e poi un altro punto vendita piccolo ma strategico, all’interno del Four Season Hotel di Firenze, che ci sta dando grandi soddisfazioni”.
E non è da tutti, visto che in questo momento il mondo della moda sta vivendo momenti difficili: “Facendo tutti gli scongiuri del caso – sorride Matteo Fredducci -, noi fortunatamente, essendo legati a due importanti gruppi francesi non registriamo situazioni allarmanti. Anche se sappiamo bene che il settore sta attraversando una fase di fermo. Il nostro fatturato sta crescendo, anno scorso siamo giunti a quota 9 milioni di euro di fatturato, e si conta anche quest’anno di aumentare. Ce la mettiamo tutta”.
Come Fredducci sottolineava, una parte essenziale del successo di Borgo Cashmere sta nei lavoratori. “Le maestranze – ripete – sono fondamentali, ben più dei macchinari e delle attrezzature: la nostra forza è il prodotto artigianale, un prodotto che viene fatto si dalle macchine ma anche tanto dalle mani. Purtroppo tutte le figure dell’indotto moda non si trovano più, programmatori di maglieria, tecnici di Sviluppo Prodotto, addetti alle macchine di rimaglio e di tesstitura, e poi soprattutto le lavorazioni manuali. Noi abbiamo un gruppo di donne, tutte del Mugello, ci tengo a precisarlo, che sanno fare lavorazioni a mano, ferro, uncinetto, chiacchierino, macramè, tombolo ricamo, lavorazioni ad ago, tutte tecniche che si stanno purtroppo perdendo. Mio babbo dice che abbiamo un timer, perché tutte queste persone che lavorano per noi a domicilio hanno una certa età: non possono più lavorare in azienda per raggiunti limiti di età, ma ci fanno un lavoro eccezionale a casa. Per questo il nostro obiettivo è formarne di nuove, organizziamo corsi, l’ultimo finanziato dalla Regione e con la collaborazione di Cna. Devo dire che questi corsi vanno bene, ma non benissimo come si spererebbe. All’inizio c’è grandissima richiesta ma poi purtroppo il lavoro manifatturiero ha meno appeal, e non è facile. Così a questi corsi più impegnativi, 900 ore, didattica frontale, ne stiamo affiancando altri più mirati: si parte con contratti di apprendistato, si va a cercare la persona interessata a questo mondo e la si forma da zero nel settore che le interessa, macchinari oppure lavorazioni manuali, Il mondo della formazione è un mondo al quale siamo molto attenti anche perché lavorando con questi brand francesi, essi sono molto attenti alla business continuity, ovvero a come si potrà assicurare e tramandare questo lavoro”.
Una bella risorsa che “Borgo Cashmere” ha trovato è quella delle “mani estere”: “Sì – conferma Fredducci – oggi in azienda contiamo trentasei nazionalità diverse. Collaboriamo moltissimo con i centri di accoglienza, e tra questi il villaggio La Brocchi e la cooperativa CAT di Firenze. Con questi centri abbiamo una partnership fondamentale. Loro accolgono i migranti, fanno tutela legale e sanitaria e quant’altro, e quando sono pronti vengono da noi e iniziano percorsi di avviamento al lavoro. Devo dire che sono le collaborazioni di maggior successo perché sono ragazzi e ragazze che hanno una grande voglia di riscatto e quindi sono molto molto motivati, molto interessati a questi lavori manuali che invece hanno meno appeal nei nostri giovani. Sono davvero bravi. E creano un ambiente melting pot che è davvero stimolante”.
Qui le immagini della festa di inagurazione:
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 Ottobre 2024