Borse false extra-lusso, nei guai alcuni pellettieri mugellani
MUGELLO – Prodotti di alta pelletteria contraffatti, con un giro d’affari impressionante. E la mente, secondo la Guardia di Finanza di Viareggio, era in Mugello.
Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dal Pubblico Ministero Ester Nocera di Firenze, hanno portato a scoprire quella che secondo gli inquirenti è una vera e propria organizzazione criminale dedita in modo sistematico alla produzione ed alla successiva commercializzazione di prodotti di alta pelletteria contraffatti. Sette artigiani pellettieri, residenti a Firenze e nel Mugello, sono dall’altro ieri agli arresti domiciliari, accusati di contraffazione, commercializzazione di prodotti con marchi industriali falsi e ricettazione. La mente di questo giro extralusso, secondo le indagini delle fiamme gialle viareggine, è Mattia Pesci di Borgo San Lorenzo. Aveva contatti con una pelletteria di Firenze, gestita da Sonia Buffa e Maurizio Amato, con Alessandro Nardini e Vanna Bettini di Borgo San Lorenzo; con Maurizio Lavacchini e Simona Dini di Vicchio.
Realizzavano taroccature molto ben fatte di note griffe dell’alta moda come Hermes, Louis Vuitton, Chanel, Balenciaga, Gucci, Prada, Cavalli e Céline.
Nell’operazione sono stati posti sotto sequestro 147 mila pezzi per un valore allo smercio di vari milioni di euro. E’ stato trovato anche, a Milano, uno showroom allestito in un condominio vip nel ‘quadrilatero della moda’. Nel palazzo abitano infatti noti personaggi della televisione e dello spettacolo.
L’inchiesta è stata denominata ‘Himalayan’, perché l’organizzazione era riuscita ad imitare perfettamente anche la borsa Hermes modello ‘Birkin Himalayan’ in pelle di coccodrillo del Nilo, oggi una delle più costose al mondo. L’esemplare originale tempestato di diamanti e di rifiniture in oro viene battuto dalla casa d’aste Christie’s di Londra a 380 mila dollari. I pellettieri falsari la vendevano a 18 mila euro.
Tutto è iniziato da un sequestro in spiaggia, a Viareggio, ad un venditore che presentava merce di elevata qualità, ma di sospetta provenienza. Da qui le indagini. Complesse e ricche di sorprese. Uno dei pellettieri ora ai domiciliari ha raccontato: “Sono stato contattato dall’amante di un noto politico”. Lo stesso indagato spiega a una cliente: “Quella borsa la vendono a oltre 150mila ma la posso piazzare a 18mila. E’ una borsa fotonica”. Quindi è stato ricostruito l’intero tracciato della filiera produttiva e commerciale illecita allestita tra Toscana e Lombardia, individuando i luoghi di stoccaggio dei prodotti contraffatti.
Così lo scorso febbraio la Procura di Firenze ha emesso 13 decreti di perquisizione tra le province di Firenze e Milano, che hanno interessato 5 abitazioni, 4 opifici di produzione, confezionamento e stoccaggio di prodotti di pelletteria di alto pregio. Gli indagati sono complessivamente otto: c’è anche un cittadino cinese, l’unico rimasto a piede libero.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 giugno 2017