Cittadinanza Mussolini, una revoca inutile
MUGELLO – Claudio Scarpelli eccepisce sulla scelta di alcuni Comuni mugellani che hanno convocato il Consiglio per revocare la cittadinanza onoraria al duce concessa cento anni fa. E spiega perché.
Due premesse importanti:
- Per due volte, nella funzione di Sindaco, ho giurato convintamente di rispettare la Costituzione nata a seguito della liberazione dalla dittatura fascista;
- Nei miei quindici anni di Consigliere Comunale ho sempre disdegnato discutere di atti la cui approvazione o meno non avesse comportato un’influenza diretta e concreta sui cittadini amministrati, ciò non toglie che ogni Consigliere abbia il legittimo e sacrosanto diritto di discutere e votare qualsiasi argomento.
Sgombrato pertanto ogni dubbio sul mio pensiero, volevo esprimere alcune considerazioni sull’atto più importante messo in campo da diversi neo Sindaci Mugellani nei primi fatidici 100 giorni di amministrazione: la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini:
- La cittadinanza onoraria, non è regolamentata da nessuna legge nazionale, ed attribuisce una simbolica onorificenza a cittadini non appartenenti al proprio Comune, che però decade con la morte del personaggio insignito (vedi regolamento del Comune di Firenze, ben più avvezzo dei Comuni mugellani a simili iniziative), pertanto una delibera di revoca della cittadinanza onoraria ad un defunto, rappresenta un atto di nessuna rilevanza giuridica;
- Questa aspirazione dei neo Sindaci mugellani nel cercare di ottenere “la patente” dell’antifascista più meritevole, anche se legittima, rischia di mettere in cattiva luce l’operato dei loro predecessori, soprattutto quelli del primo dopoguerra che in molti casi avevano partecipato direttamente alla lotta di liberazione dalla dittatura fascista di Mussolini, che in quasi ottant’anni di vita democratica non avevano sentito la necessità di deliberare simili atti;
- sono fiducioso che una volta deciso di assumere questo provvedimento, gli uffici competenti dei singoli Comuni abbiano condotto una attenta verifica su tutte le delibere di Giunta, Consiglio, Decreti Sindacali, assunte dal 1946 ad oggi, al fine di scongiurare il prodursi di un doppione; sarebbe quanto mai sconveniente accorgersi a posteriori che tale atto formale, anche se giuridicamente irrilevante, fosse già stato deliberato in passato;
- ultima nota di opportunità economica: vero che trattasi di poche centinaia di euro, ma il Comune di Borgo S.Lorenzo poteva anche risparmiarsele evitando di convocare un Consiglio Comunale per discutere solo quel punto, inserendolo nel OdG del prossimo Consiglio, sono trascorsi quasi ottant’anni, qualche giorno in più non avrebbero certo inficiato la piena e per quanto mi riguarda condivisibile condanna del dittatore italico.
Claudio Scarpelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 settembre 2024
sono un mugellano di destra liberale, per quello che voglia dire oggi.
fiero antifascista e altrettanto fiero anticomunista
nipote di un partigiano e di un camicia nera; il primo riuscì a fuggire da un’imboscata nazista, il secondo scappò dalla prigionia tedesca prima e si salvò da un linciaggio di compaesani “partigiani” poi
ritengo la guerra civile la peggior forma di guerra esistente; a distanza di ottant’anni sarebbe opportuno deporre le armi, qualunque tipo di arma.
anche le più subdole…
condivido. una buffonata. e parlo da antifascista convinto
Condvido completamente quanto scritto da Claudio. Iniziative come questa della revoca della cittadinanza non vengono prese per celebrare “gli ottant’ anni” ma per acquisire un timbro sul patentino dell’antifascismo che serve per la carriera politica dei nostri sindaci e amministratori. In piu, serve a stanare eventuali “fascisti ancora in attivita’, ovvero tutti coloro che
, ragionando con il proprio cervello, decidessero di astenersi dal partecipare a questi consigli e queste votazioni farsa volute dall’ ANPI.