Claudio Giovannini da Borgo San Lorenzo a New York per correre la maratona
BORGO SAN LORENZO – Ha gli occhi lucidi Claudio Giovannini, imprenditore borghigiano con la passione per la corsa, ed un sorriso a trentadue denti quando racconta della sua esperienza alla New York Marathon 2023.
Corri da molto tempo? Ho iniziato nel 2012, o comunque poco prima, ma è stato durante la 10 chilometri di Montalto di Castro che ho capito che correre mi piaceva proprio tanto. In realtà ho cominciato perché ho visto una trasmissione con Aldo Rock (N.D.R. all’anagrafe Aldo Calandro dj e atleta poliedrico) nella quale spiegava tutti i benefici di questo sport, e ricordo che disse una frase tipo: “Fondete il vostro sudore con il vento, sarà a quel punto che capirete il senso della vita”. Questa frase mi ha veramente colpito, quindi a ventotto anni ho cominciato a correre, tardi rispetto a tante altre persone che conosco, ma sicuramente con tantissima passione.
Quante volte alla settimana vai a correre? Prima molto di più perché pensavo, errando, che allenarsi ogni giorno, anche più volte al giorno fosse proficuo. Poi, col tempo, ho deciso di affidarmi ad un preparatore atletico, che fra l’altro è la persona che mi ha portato a New York, e con lui mi alleno quattro volte la settimana, una di queste con un “lungo” più importante. Detto tra me e te (e tutti i lettori del Filo) mi devo un po’ frenare perché mi piacerebbe correre di più. Però ho visto i risultati di questo allenamento e quindi diciamo che il gioco vale la candela.
La prima gara “ufficiale”, hai detto, è stata nel 2012, dopo poco che avevi iniziato questo sport, com’è andata? Mah direi discretamente, mi piazzai bene e ne rimasi molto soddisfatto. All’incirca tenni lo stesso passo della Maratona di New York di quest’anno, quindi direi molto bene.
Ecco, arriviamo all’argomento clou: la Maratona di New York (N.D.R. che si è tenuta domenica 5 novembre 2023). È stata la prima volta per te? Sì, ed è stata un’emozione immensa. Immaginate: un mare di persone disposte lungo tutto il percorso che ti incitano, ti abbracciano. È veramente un’esperienza unica, mi rendo conto che già a raccontarla un po’ la sminuisco. Per me poi è stato un grandissimo traguardo.
Come mai? Perché ho avuto un periodo di stop. Ero un po’ nauseato dalla corsa o meglio, non dallo sport in sé ma da come mi ero approcciato ad essa. Quindi avevo interrotto per provare altre discipline come il golf, la palestra. Poi però mi mancava molto ed ho ricominciato, ma con metodo e per questo ringrazio il mio preparatore.
Ma torniamo a New York…Sì, diciamo che sono arrivato ben preparato, pensando veramente a dare il meglio di me stesso ma mai mi sarei immaginato quello che ho vissuto. Una volta arrivato ti si rovesciano addosso una valanga di emozioni dovute anche all’estrema accoglienza dei “locals”. Ti senti veramente al centro del mondo, mi commuovo se solo ci ripenso.
La maratona è così dura come ci raccontano? Sì, abbastanza. Fortunatamente io sono arrivato mercoledì quindi ho avuto modo di rilassarmi, smaltire il Jet Lag etc. Quei 42 km sono molto complicati perché ti aspetti un terreno principalmente pianeggiante poi arrivi al ponte di Verrazzano (il ponte sospeso che collega i due borough di Brooklyn e Staten Island sovrappassando il Narrows, lo stretto braccio di mare che separa i due distretti) dove ti trovi a dover affrontare 3km in salita ed uno e mezzo in discesa e lì già devi dosare bene le forze perché sei portato a spingere di più per mantenere il tempo per poi cercare di recuperare nella discesa. E questa è solo la prima difficoltà che s’incontra. Diciamo che quando arrivi nella First Avenue sei bello che stanco perché fino a lì hai fatto veramente una gran fatica.
Poi arrivi al rettilineo del traguardo….E lì, è veramente uno tsunami di emozione. Arrivi ed una marea di persone ti incitano, urlano il tuo nome se, come me, lo hai scritto sulla maglia. Non importa se non ti conoscono, non hai bisogno di portarti dietro il tifo perché lo hai già lì.
Eri solo o siete partiti o con altri atleti mugellani? No, ero solo, ma so che ha partecipato anche un runner di Vicchio. È stato un viaggio che ho voluto far da solo come una sfida personale, un modo per conoscermi un po’ meglio. Ma è anche vero che ho incontrato tante persone quindi non ho mai sofferto la solitudine.
Quali sono i prossimi obiettivi? Adesso voglio riposarmi un po’. Poi vorrei partecipare alla maratona di Boston il prossimo aprile ed, ovviamente, al Passatore.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 Novembre 2023
Grazie Irene di questo spazio che mi avete concesso, sono veramente onorato di aver potuto condividere con voi questa stupenda emozione. Abbraccio forte te e tutti i lettori del filo.