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Credere nella Resurrezione, la scommessa decisiva. Buona Pasqua a tutti!
Il Cristo Risorto, l’ultima stazione della Via Lucis, opera di Salvatore Cipolla nella chiesa di San Giovanni Battista a Firenzuola
MUGELLO – Il grande rischio, di noi, uomini e donne del mondo di oggi, è di assuefarsi a tutto. Di omogeneizzare tutto, fino a banalizzare e a scegliere sempre di rimanere in superficie. Lo stiamo facendo anche con le grandi festività che da due millenni scandiscono la vita delle nostre comunità,
Lo facciamo col Natale, dove il mistero del Dio che si fa uomo è in gran parte sopraffatto da una festa consumistica e che cerca di espellere ad ogni costo il senso originale di tale evento (basti pensare a Google, che rammenta ogni tipo di anniversario, ma pervicacemente censura il Natale cristiano).
E lo facciamo spesso con la Pasqua, che invece porta in sé la notizia più sconvolgente e decisiva. Perché ha a che fare con la più formidabile scommessa nella storia dell’umanità. La fede in quella tomba vuota, la tomba del Cristo risorto. E con la risurrezione tutto si rinnova, e non è più la morte a vincere.
Il giorno di Pasqua propone a tutti, credenti e non credenti, la domanda decisiva, sul credere o non credere all’evento della Resurrezione. L’augurio che facciamo e ci facciamo, è di non tenere chiuso il nostro cuore allo stupore di fronte a una straordinaria luce di speranza e di cambiamento, in grado di vincere il bene sul male.
Buona Pasqua a tutti!
IL FILO
Qualche anno fa proponemmo ai lettori le parole di un’omelia pasquale di Papa Benedetto XVI. Le abbiamo rilette di recente, e ci sembrano di una nitidezza e di una forza che vale la pena riascoltarle di nuovo.
Formulo di cuore a voi tutti l’augurio pasquale con le parole di sant’Agostino: “La risurrezione del Signore è la nostra speranza”. Con questa affermazione, il grande Vescovo spiegava ai suoi fedeli che Gesù è risorto perché noi, pur destinati alla morte, non disperassimo, pensando che con la morte la vita sia totalmente finita; Cristo è risorto per darci la speranza.
In effetti, una delle domande che più angustiano l’esistenza dell’uomo è proprio questa: che cosa c’è dopo la morte? A quest’enigma la solennità odierna ci permette di rispondere che la morte non ha l’ultima parola, perché a trionfare alla fine è la Vita. E questa nostra certezza non si fonda su semplici ragionamenti umani, bensì su uno storico dato di fede: Gesù Cristo, crocifisso e sepolto, è risorto con il suo corpo glorioso. Gesù è risorto perché anche noi, credendo in Lui, possiamo avere la vita eterna.
Dall’alba di Pasqua una nuova primavera di speranza investe il mondo; da quel giorno la nostra risurrezione è già cominciata, perché la Pasqua non segna semplicemente un momento della storia, ma l’avvio di una nuova condizione: Gesù è risorto non perché la sua memoria resti viva nel cuore dei suoi discepoli, bensì perché Egli stesso viva in noi e in Lui possiamo già gustare la gioia della vita eterna.
La risurrezione pertanto non è una teoria, ma una realtà storica rivelata dall’Uomo Gesù Cristo mediante la sua “pasqua”, il suo “passaggio”, che ha aperto una “nuova via” tra la terra e il Cielo.
Non è un mito né un sogno, non è una visione né un’utopia, non è una favola, ma un evento unico ed irripetibile: Gesù di Nazaret, figlio di Maria, che al tramonto del Venerdì è stato deposto dalla croce e sepolto, ha lasciato vittorioso la tomba. Infatti all’alba del primo giorno dopo il sabato, Pietro e Giovanni hanno trovato la tomba vuota. Maddalena e le altre donne hanno incontrato Gesù risorto; lo hanno riconosciuto anche i due discepoli di Emmaus allo spezzare il pane; il Risorto è apparso agli Apostoli la sera nel Cenacolo e quindi a molti altri discepoli in Galilea.
L’annuncio della risurrezione del Signore illumina le zone buie del mondo in cui viviamo. Mi riferisco particolarmente al materialismo e al nichilismo, a quella visione del mondo che non sa trascendere ciò che è sperimentalmente constatabile, e ripiega sconsolata in un sentimento del nulla che sarebbe il definitivo approdo dell’esistenza umana. È un fatto che se Cristo non fosse risorto, il “vuoto” sarebbe destinato ad avere il sopravvento. Se togliamo Cristo e la sua risurrezione, non c’è scampo per l’uomo e ogni sua speranza rimane un’illusione.
Ma proprio oggi prorompe con vigore l’annuncio della risurrezione del Signore, ed è risposta alla ricorrente domanda degli scettici, riportata anche dal libro di Qoèlet: “C’è forse qualcosa di cui si possa dire: / Ecco, questa è una novità?” .
Sì, rispondiamo: nel mattino di Pasqua tutto si è rinnovato. “Morte e vita si sono affrontate / in un prodigioso duello: / il Signore della vita era morto; / ma ora, vivo, trionfa.”
Questa è la novità! Una novità che cambia l’esistenza di chi l’accoglie.
Se è vero che la morte non ha più potere sull’uomo e sul mondo, tuttavia rimangono ancora tanti, troppi segni del suo vecchio dominio. Se mediante la Pasqua, Cristo ha estirpato la radice del male, ha però bisogno di uomini e donne che in ogni tempo e luogo lo aiutino ad affermare la sua vittoria con le sue stesse armi: le armi della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell’amore.
La risurrezione di Cristo è la nostra speranza! Questo la Chiesa proclama oggi con gioia: annuncia la speranza, che Dio ha reso salda e invincibile risuscitando Gesù Cristo dai morti; comunica la speranza, che essa porta nel cuore e vuole condividere con tutti, in ogni luogo, specialmente là dove i cristiani soffrono persecuzione a causa della loro fede e del loro impegno per la giustizia e la pace; invoca la speranza capace di suscitare il coraggio del bene anche e soprattutto quando costa.
Benedetto XVI
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 aprile 2023
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