DAI LETTORI – “Sempre più in difficoltà”. Lettera aperta dai proprietari di una piccola impresa agricola mugellana
BORGO SAN LORENZO – Sono Giulia, io e mio marito Matteo aspettiamo un figlio e abbiamo una azienda agricola in Mugello ai piedi dell’appennino a 25 km da Firenze.
La nostra è un’azienda a gestione familiare, l’intero fatturato annuale agricolo e agrituristico, si concentra nei mesi estivi.
I miei suoceri decisero di fare gli agricoltori nel ’79 mentre l’attività agrituristica nasce 10 anni dopo. Siamo stati i primi nel nostro comune.
Malgrado una azienda di medie dimensioni, la svalutazione negli anni dei prodotti agricoli e la fine (crisi) della agricoltura dell’ammasso, aveva già reso impossibile vivere dei soli prodotto dei campi, la scelta di diversificare non è un capriccio ma una necessità proprio a causa della scarsa tutela che l’imprenditore agricolo ha nella catena di distribuzione alimentare.
Costretti quindi a diversificare, ci siamo indebitati per anni, per poter convertire un vecchia e storica casa contadina, in una struttura ricettiva a norma.
Ma aver diversificato non basta, in un paese in cui il dissesto idrogeologico è l’emergenze n.1, ci viene chiesto di essere i detentori e custodi del territorio Italiano, ma se non abbiamo un sostegno economico per il nostro lavoro come facciamo a garantirlo?
Un altra grande sfida recente, è stata quella di puntare alle piccole produzioni, perché la massificazione delle colture non è più competitiva con le logiche di mercato, sforzandoci di cambiare modo di produrre e vendere i nostri prodotti tramite canali nuovi, ma molte delle nostre aziende non sono neanche servite da rete internet, obbligandoci a investire privatamente per un servizio che dovrebbe essere garantito.
E mentre globalizzazione dei mercati e il cambiamento della realtà agricola mettono le nuove generazioni di agricoltori di fronte a sfide nuove.
Istituzioni, enti, sindacati, politica e il mercato stesso non offrono strumenti sufficienti a supporto di chi queste sfide le ha raccolte.
E invece vediamo premi giovani sperperati per progetti mai partiti, abusivismo dilagante nell’ospitalità tollerato e non contrastato in nessun modo, legislazioni su piscine e trasformazione prodotti da fantascienza.
La nostra stagione sarebbe ripartita a marzo ma come si può ben immaginare, non riceviamo prenotazioni ma solo cancellazioni, fino a settembre. La apertura della struttura a marzo ci avrebbe consentito, come ogni anno, di percepire uno “stipendio”.
Quello che mi affligge e mi preoccupa, sono il senso di totale abbandono che provo da parte delle istituzioni.
Abbiamo preso le redini della fattoria dopo 30 anni di duro lavoro e sacrifici dei miei suoceri, e non vorremo essere costretti a chiuderla a causa di fattori non dipendenti dalla nostra volontà.
Ad oggi l’unico aiuto che si prospetta è la posticipazione dell’acconto Iva e l’INPS, la sospensione del mutuo e la stipulazione di un eventuale nuovo mutuo, quindi fare nuovi debiti, non per investire nell’azienda ma per la sopravvivenza. Cosa succederà quando si sbloccheranno i vecchi mutui, e tutti gli altri adempimenti?
I nuovi debiti si sommeranno ai vecchi, mentre la stagione turistica per quest’anno è finita.
Paghiamo tasse e contributi, e anche noi come tutti gli altri cittadini abbiamo il diritto di avere la speranza, quando nascerà mia figlia di poterle garantire un inizio e un futuro dignitoso.
Si potrebbe cogliere l’occasione per ripensare al mondo del lavoro, di come i lavoratori vengono percepiti,lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti hanno gli stessi doveri, ma anche gli stessi diritti, in merito ad ammortizzatori sociali, diritto alla malattia, diritto ai congedi familiari.
La situazione di crisi dell’azienda agricola a conduzione familiare, nel nostro caso come in tanti altri, corrisponde alla crisi economica della famiglia stessa, che non ha altro modo di sostentarsi. Piccole aziende come la mia sono la linfa vitale per il nostro paese in quanto garantiamo tutela del territorio della cultura e delle tradizioni e arginiamo l’esodo dalle campagne.
Questa emergenza sanitaria ed economica ci pone davanti una nuova sfida, noi siamo pronti ad affrontarla come abbiamo sempre fatto, ma la supereremo solo ripensando a un sostegno concreto all’agricoltura per le aziende e il territorio. Abbiamo bisogno di essere tutelati e valorizzati non abbandonati.
Un caro saluto dal Mugello innevato.
( Rubrica Dai Lettori – Giulia)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 Marzo 2020
Adesso e chiaro che lo stato se ne frega di voi.