Danni ambientali: annullate le assoluzioni per il processo sulla Variante di Valico

Cantiere Poggiolino. Cumuli di smarino sotto il viadotto di Casaglia
MUGELLO – Tutte annullate le assoluzioni per i reati ambientali connessi alla realizzazione della Variante di Valico. Dopo un processo fatto di più di sessanta udienze e conclusosi nel 2017, la Suprema Corte ha dunque accolto il ricorso «per saltum» (direttamente alla Cassazione) dei pubblici ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini.
Torneranno quindi davanti alla Corte d’Appello di Firenze per reati ambientali connessi alla realizzazione della Variante di Valico e della terza corsia autostradale, nel tratto compreso tra Firenze e Bologna, gli imputati individuati durante l’inchiesta del 2007, i vertici dell’epoca di Autostrade per l’Italia, le imprese costruttici come Toto, o le «defunte» Btp o Todini, ma anche ex vertici di Autostrade e imprese di costruzione come Toto, Btp, Todini ed i super manager di Autostrade per l’Italia Gennarino Tozzi e Tonino Russo.
Un’inchiesta che ha interessato direttamente il Mugello, perché riguarda soprattutto la movimentazione dei materiali di scavo delle gallerie, e le discariche create per collocare milioni di metri cubi di terre e rocce, parte delle quali inquinate per la lavorazione subita durante gli scavi.
E’ uno dei maggiori punti di contrasto nella vicenda giudiziaria, e riguarda il cosiddetto «smarino», le terre di risulta dal fronte di scavo. Per la procura, l’uso di additivi e prodotti chimici necessari allo scavo rendevano quel materiale un rifiuto e come tale andava trattato, quindi smaltito con procedure speciali. Per i difensori, nessuna irregolarità in quel ’sottoprodotto’, una miscela di terre e rocce, e nessun reato nello smaltimento, anche se questi materiali sono finiti in cave, corsi d’acqua, o a livellare strade.
Si tornerà a parlarne, anche se la prescrizione incombe, visto che si parla di processi già avviati da anni.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 21 gennaio 2021