Donare sangue. Sicuro, utile e bello. Incontro col dottor Vocioni, primario di ematologia all’ospedale del Mugello
MUGELLO – Il dottor Franco Vocioni è ormai un’istituzione nel mondo della donazione del sangue, un vampiro buono che “succhia il sangue” per donarlo a chi ne ha più bisogno. Ma l’ambiente delle donazioni è ancora considerato “inquietante”, soprattutto durante il Covid. Ed è per questo che il primario dei Centri Trasfusionali di Borgo San Lorenzo (che comprende anche quello dell’Ospedale Serristori a Figline e Incisa) e Torregalli ci ha spiegato, in modo semplice, come funziona la donazione, quali possono essere i rischi ma, soprattutto le conseguenze positive di questo grande atto di generosità.
Conosciamoci meglio, le va? Sono il dottor Franco Vocioni responsabile, ormai da 17 anni, della struttura trasfusionale dell’ospedale di Borgo San Lorenzo che è coordinata da quella di Torregalli della quale sono responsabile da dicembre. In parole semplici sono qui ad accettare, e più di me lo sono le mie validissime collaboratrici la dottoressa Sassi a Borgo San Lorenzo e Sassolini al Serristori, assieme alla Dott.ssa Procopio, i nostri donatori, sia quelli che si avvicinano a noi per la prima volta che i veterani. Avendo una specializzazione in Immunologia ed Allergologia ho scelto la branca dell’immunoematologia per la gestione di questo settore e in questo mi aiuta anche la seconda specializzazione in Biochimica clinica per la parte laboratoristica. Ma non gestiamo solo i donatori, con i miei collaboratori siamo come dr. Jekyll e mr. Hyde! Dalle 10.30-11.00, infatti, togliamo il mantello da vampiro e ci occupiamo dei pazienti, ovvero di tutte quelle persone che hanno necessità di terapie “con il sangue” come i salassi, per chi ha troppo sangue, o trasfusioni per coloro che, ad esempio, sono anemici o hanno altre patologie. E anche per i pazienti, come per i Donatori, fondamentale è l’attività delle nostre infermiere/i. Infine, come se non bastasse, ci occupiamo anche del laboratorio di Immunoematologia rispondendo alle necessità di sangue dei pazienti dei vari reparti dell’ospedale, come la Chirurgia, ed a quelle del Pronto soccorso.
Come funziona la donazione? Innanzitutto vorrei fare chiarezza: non è assolutamente una cosa spaventosa! Fra l’altro si svolge in un ambiente tranquillo, con mezzi di intrattenimento per le attese come la tv in sala di attesa e nella sala prelievi. Piccole cose che abbiamo pensato per distrarre i nostri pazienti, insieme alle nostre infermiere che oltre ad essere molto professionali sono anche gentili e amichevoli. Basterà, quindi, solamente prenotarsi (anche se non manderemo mai indietro un donatore “dell’ultimo minuto”). Il sistema delle prenotazioni è stato incrementato nel corso della pandemia per permetterci di continuare a svolgere questo importante servizio nel massimo della sicurezza, scaglionando entrate ed uscite dei donatori oltre alle altre misure di sicurezza, quali la misurazione della temperatura (che viene presa anche all’ingresso della struttura), alla disinfezione delle mani e alla fornitura dei dpi a chi non si presenta con le mascherine adeguate oltre a non accettare più di tre persone in sala di attesa ed in quella prelievi. Comunque, una volta entrati, vi faremo accomodare sulla poltroncina e verrà effettuato un semplice prelievo di sangue, solo un po’ più “corposo” rispetto alle analisi del sangue, ma comunque in una quantità tollerata benissimo dal nostro organismo, senza dare ripercussioni particolari.
Questo perché il sangue si rigenera, giusto? Sì, esatto. Provo a spiegarmi: la sopravvivenza in circolo dei globuli rossi prodotti dal midollo osseo è di circa centoventi giorni quindi, ogni quattro mesi circa, abbiamo un rinnovo di una parte di questi globuli rossi. E si tratta di un ciclo continuo. Inoltre quando noi preleviamo il sangue, il nostro organismo quasi non se ne accorge perché viene rimpiazzato con le scorte che già possediamo e perciò, quando scendiamo dalla poltroncina, la quantità di sangue in circolo è praticamente la stessa di quando ci siamo saliti.
E quindi, quella sensazione di svenimento che proviamo dopo i prelievi, da cosa dipende? È una condizione regolata dal sistema nervoso autonomo che, come dice il nome, fa proprio “come gli pare”! E’ strettamente connesso allo stato emotivo: infatti spesso e volentieri accade solitamente alla prima donazione, quando non si è ancora ben consapevoli del processo e della procedura e poi non si ripresenta più. Nel passato poi, era più frequente perché chiedevamo ai nostri donatori di venire a donare digiuni mentre adesso devono fare una piccola colazione evitando solamente latte e latticini che possono dar noia agli esami di laboratorio e, quindi, ci impediscono di validare la sacca.
La donazione, una volta prelevata, viene immagazzinata? Non proprio, o almeno non subito. Il sangue prelevato dal singolo donatore viene avviato alla lavorazione, effettuata da un’unica struttura, l’Officina Trasfusionale a Torregalli, che provvede alla lavorazione di questo sangue: l’unità viene inserita e fatta girare in una centrifuga che rende così possibile la separazione dei globuli rossi dal plasma. La sacca così trattata viene “strizzata” e possiamo raccogliere in due sacche i due prodotti, che poi verranno validati per l’uso. Il sangue così disponibile (detto “eritrociti concentrati”) ha una durata di 42 giorni, mentre il plasma una volta congelato dura due anni.
Quindi non si dona più il plasma, attraverso quel macchinario un po’ inquietante? Al contrario, certamente si continua ad utilizzarlo! Questo è un altro metodo che ci avvantaggia nella lavorazione perché ci consente di raccogliere solo il plasma restituendo i globuli rossi al Donatore, oppure fornisce i due componenti già separati.
È vero che la donazione del plasma è dolorosa? No, assolutamente! È una notizia falsa e tendenziosa [ride]. Scherzi a parte, addirittura è il contrario, infatti è un po’ più leggera rispetto alla donazione del sangue perché prende solo la “parte liquida”, quella più leggera, ricca di proteine, che possiamo reintegrare mangiando una bella fetta di formaggio. Infatti, la normativa consente la donazione di plasma a distanza di soli quindici giorni dalla precedente mentre dobbiamo aspettare un mese se la volta precedente abbiamo donato sangue intero.
Cos’è cambiato nella donazione durante la pandemia? Sicuramente come ho già accennato, abbiamo avuto non pochi problemi organizzativi per adeguarci alle nuove norme, oltre a varie assenze di personale nel tempo, che sono andate ad aggravare la carenza ormai “storica” ma, fortunatamente e con il grande impegno di tutti gli operatori, siamo riusciti a risolvere abbastanza velocemente, permettendo a tutti, vaccinati e non, di effettuare la donazione.
Che è sicura anche col Covid, vero? Ma certo! A parte le severe attenzioni organizzative per proteggere i donatori dal contagio abbiamo anche un ulteriore margine di sicurezza. Infatti, gli studi hanno dimostrato che il sangue non contiene particelle virali, questo significa che NON si può trasmettere il virus SARS CoV2 attraverso il sangue.
Il numero delle donazioni è calato durante la pandemia? Purtroppo si ovviamente, ma non così tanto come si sarebbe potuto immaginare. Nel 2020, nei primi tempi del Covid, quando eravamo in pieno lockdown, abbiamo sofferto di una forte carenza di donatori ma, una volta chiarite le informazioni di cui abbiamo appena parlato, i donatori sono tornati con slancio nel nostro reparto. Quindi, alla fine dell’anno non abbiamo avuto grossi cali. Stranamente, ma sicuramente legato alla stanchezza causata dalla pandemia ed al grandissimo numero di casi a seguito della variante Omicron, il 2021 ha comportato un calo maggiore ma quest’anno cercheremo di incrementare e tornare ai livelli pre-pandemia.
E quanto era? Circa 4 mila unità di donazioni in un anno, raggiunti nel 2018/19, che sono abbastanza per un bacino di 65 mila Mugellani. Quindi possiamo essere fieri, ma il vampiro non si accontenta mai! Mi ero imposto un obiettivo ma, a causa della pandemia, non sono ancora riuscito a raggiungerlo: quello delle 4.500 donazioni. Per raggiungerlo ci avvaliamo della collaborazione delle Associazioni di Donatori, di chi come Lei si occupa di informazione e anche di incontri di sensibilizzazione nelle scuole, anch’essi gestiti con la fondamentale collaborazione delle associazioni, per spiegare ai ragazzi che donare è un atto civico di grande valore e per ricordare che, ad oggi, il sangue non può essere replicato artificialmente.
Chi può donare? Non è necessario essere un supereroe, non cerchiamo né Batman né Wonder Woman. Cerchiamo persone maggiorenni che siano in buona salute e che non abusino di alcool o sostanze stupefacenti e con una vita sessuale protetta. E ricordo sempre che il vampiro prende sangue ma non giudica nessuno.
Chi non può donare? La nostra è una materia particolare perché, rispetto alle altre specializzazioni della medicina che hanno delle linee guida solamente scientifiche, noi pur avendole scientifiche le abbiamo scritte in una legge che quindi ci indica con precisione cosa possiamo fare e cosa no. Qui è scritto quali sono le condizioni che impediscono la donazione come le malattie infettive che si trasmettono con il sangue o quelle autoimmuni o che obbligano alla sospensione per un certo periodo di tempo, come ad esempio tatuaggi e piercing che impediscono per pochi mesi la donazione.
Il sangue raccolto in Mugello dove va? Teoricamente può “spandersi” in tutta Italia, prevalentemente però in Toscana ed a Firenze, e all’occorrenza, lo “prestiamo” ad altre regioni che in quel momento hanno carenza. Per questo invito alla donazione, perché non ci sono solo coloro che hanno bisogno di terapie “col sangue” ma anche i pazienti che hanno bisogno di operazioni che, a volte, prevedono l’utilizzo di grosse quantità di sangue e che si rivolgono a grandi centri Ospedalieri (Careggi, Cisanello, Le Scotte, il Rizzoli). Cerchiamo dunque di tenere una rete tesa che possa offrire sempre sangue per tutte le strutture regionali e oltre. Anche se nel 2021 a causa della carenza di donazioni, e quindi di sangue, Careggi ha dovuto sospendere le operazioni non urgenti, i cosiddetti interventi programmati, per mantenere intatte le scorte emergenziali.
Perché nel meteo del sangue ci sono così tante differenze in pochissimo tempo? Il meteo del sangue (qui) è l’esempio perfetto per spiegare quello che dicevo prima. Infatti è l’indicatore che la produzione di sangue in Toscana si attesta, mediamente, appena al di sopra delle necessità. Questo che significa? Che riusciamo a far fronte alla “normale amministrazione” ma che, se dovessero esserci interventi inattesi oppure che necessitano di molto sangue, come ad esempio i trapianti, un gruppo sanguigno che oggi era “stabile” e verde diventa velocemente “carente” e nero funereo. Ma, fortunatamente, il sistema è ben organizzato e riusciamo quasi sempre a recuperare sangue da altre strutture o regioni ed a volte, persino a donarlo perché ne abbiamo in eccedenza.
La donazione si effettua al Centro Trasfusionale dell’Ospedale del Mugello, a Borgo San Lorenzo, dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 10.30 prendendo appuntamento al numero 0558451277. E, dopo aver ascoltato le spiegazioni del dottor Vocioni, davvero non ci possono più remore e ostacoli nel fare la cosa giusta: donare!
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 12 Marzo 2022