“Fratelli tutti”, una luce per ritrovare una strada migliore e condivisa
“Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”. Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare. Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori, in parte come effetto di sistemi sanitari smantellati anno dopo anno. Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo creato”:
è un passo dell’ultima enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”. “Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”.
“Noi”, perché “fratelli tutti”.
E’ un richiamo, questo, che tocca il cuore. Perché sentiamo risuonare l’essenza di ciò che davvero siamo: figli di un unico Padre, tutti appartenenti alla stessa natura umana. Con i nostri errori, i nostri limiti, i nostri difetti. Ma tutti con uguale dignità. La dignità più grande.
E se la mettiamo così, molto può cambiare. Non c’è però da farla semplice. Perché siamo intossicati, e in modo grave. Abbiamo un cuore carico di rivalsa, capace di disprezzo e di violenza. Guardiamoci dentro, e guardiamoci intorno -anche nel nostro Mugello-, e ce ne accorgeremo.
“L’individualismo consumista-continua Papa Francesco- provoca molti soprusi. Gli altri diventano meri ostacoli alla propria piacevole tranquillità. Dunque si finisce per trattarli come fastidi e l’aggressività aumenta. Ciò si accentua e arriva a livelli esasperanti nei periodi di crisi, in situazioni catastrofiche, in momenti difficili, quando emerge lo spirito del “si salvi chi può”.”
Ma la fede cristiana offre questa luce che indica il cammino: solo cambiando direzione si potrà vivere meglio. Solo tornando a praticare un vero senso di fraternità -la parola che dà senso pieno alla libertà e all’uguaglianza- potremo disinnescare gli ordigni mortali che stiamo disseminando nei nostri cuori e nei nostri rapporti sociali.
Papa Francesco, con chiarezza, ci indica quelli che sono i frutti e i pilastri di una vera fraternità. Sono parole fondamentali: dignità umana, comunità, incontro, essere insieme, diversità, gratuità.
Che sia la strada più giusta, l’unica che conduce a sentieri di pace e di vera promozione umana ce lo dice del resto con nettezza la tinta fosca della strada che stiamo percorrendo. Una strada fatta di indifferenza e di individualismo, di atteggiamenti violenti, di disprezzo verso chi non è “dei nostri” o può insidiare la nostra tranquillità e il nostro benessere.
“L’individualismo non ci rende più liberi, più uguali, più fratelli. La mera somma degli interessi individuali non è in grado di generare un mondo migliore per tutta l’umanità. Neppure può preservarci da tanti mali che diventano sempre più globali. Ma l’individualismo radicale è il virus più difficile da sconfiggere. Inganna. Ci fa credere che tutto consiste nel dare briglia sciolta alle proprie ambizioni, come se accumulando ambizioni e sicurezze individuali potessimo costruire il bene comune. (n.105)”.
Invece “siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nell’amore. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga “ai margini della vita”. Questo ci deve indignare, fino a farci scendere dalla nostra serenità per sconvolgerci con la sofferenza umana.”
E ancora: “L’individualismo consumista provoca molti soprusi. Gli altri diventano meri ostacoli alla propria piacevole tranquillità. Dunque si finisce per trattarli come fastidi e l’aggressività aumenta. Ciò si accentua e arriva a livelli esasperanti nei periodi di crisi, in situazioni catastrofiche, in momenti difficili, quando emerge lo spirito del “si salvi chi può”. Tuttavia, è ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità. (n.222)
“Abbiamo ricevuto la vita gratis, non abbiamo pagato per essa. Dunque tutti possiamo dare senza aspettare qualcosa, fare il bene senza pretendere altrettanto dalla persona che aiutiamo. È quello che Gesù diceva ai suoi discepoli: ‘Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’ (Mt 10,8). (n.140)
C’è da rompere una logica malsana, dice il Papa. Una logica che è pervasiva, ed è penetrata anche nella vita della Chiesa. “La mancanza di dialogo comporta che nessuno, nei singoli settori, si preoccupa del bene comune, bensì di ottenere i vantaggi che il potere procura, o, nel migliore dei casi, di imporre il proprio modo di pensare. Così i colloqui si ridurranno a mere trattative affinché ciascuno possa accaparrarsi tutto il potere e i maggiori vantaggi possibili, senza una ricerca congiunta che generi bene comune. Gli eroi del futuro saranno coloro che sapranno spezzare questa logica malsana e decideranno di sostenere con rispetto una parola carica di verità, al di là degli interessi personali. Dio voglia che questi eroi stiano silenziosamente venendo alla luce nel cuore della nostra società. (n.202)”
Tocca dunque a ciascuno fare la propria parte. Sapendo che il bene è diffusivo e ogni luce che si accende ci avvicina all’alba. Ma occorre farlo anche insieme. Nella società e nella politica. Che ha bisogno anch’essa di cambiare strada e di trovare nuove forme di presenza, azione e partecipazione. “Ognuno -ricorda il Papa- è pienamente persona quando appartiene a un popolo, e al tempo stesso non c’è vero popolo senza rispetto per il volto di ogni persona. Popolo e persona sono termini correlativi. Tuttavia, oggi si pretende di ridurre le persone a individui, facilmente dominabili da poteri che mirano a interessi illeciti. La buona politica cerca vie di costruzione di comunità nei diversi livelli della vita sociale, in ordine a riequilibrare e riorientare la globalizzazione per evitare i suoi effetti disgreganti. (n.182)
IL FILO
Ottime intenzioni ma funzionano se condivise.Oggi ci sono religioni fatte più di odio e sopraffazione che di amore.Non è vero che siamo tutti uguali, Culture e Civiltà dono molto diverse fra loro e ciò che è buono per una è dannoso per un’altra.Che poi l’anticonsumismo e ricchezza venga predicato da una Chiesa che ha milioni di euro e ed è la maggiore proprietaria immobiliare d’Italia fa sorridere.
Meglio essere prudenti e non gettare, come dice Cristo, le perle ai porci, amare tutti può essere segno di debolezza.