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GAL Start e Legambiente, non ci resta che ridere
MUGELLO – Un nuovo progetto coinvolgerà la società a partecipazione pubblica GAL Start e Legambiente. Riguarda la sostenibilità e l’innovazione nella gestione territoriale e lo sviluppo rurale. C’è Legambiente che molti mugellani ricorderanno a fianco del gruppo imprenditoriale Renovo s.p.a., quello che voleva costruire una centrale a biomasse a Petrona. Comprensibile appare la preoccupazione. O forse no, meglio riderci su.
Un progetto con un tema articolato, difficile anche da proporre in una sintesi. Ove il linguaggio a metà fra burocrazia e passacarte ha il sopravvento sull’aspetto tecnico. D’istinto verrebbe di dire, molto fumo, di titoli e di parole, e poco arrosto. Per conoscenza diretta, nell’aver seguite le vicende delle biomasse, fortunatamente sfumate, in un falò di carte, ho constatato che il profilo di Legambiente, per esprimere pareri scientifici, non ha alcuna consistenza. Salvo rare eccezioni di qualcuno al suo interno, ritengo che Legambiente abbia una naturale vocazione più ai proseliti che alle esperienze tecniche e accademiche. Parlano, concertano, discutono. Di nuovo parlano, e quando sopraggiunge un problema, o nel dare risposte ai cittadini, ebbene ne parlano. Giri di parole, oltre che di carte.
Chi tira le fila del progetto, però, è GAL Start s.r.l., una cosiddetta agenzia di sviluppo che opera in Toscana, nell’area fiorentina (soprattutto in Mugello) e pratese, promuove e coordina la diffusione dell’innovazione e la crescita economica delle aree rurali. Distribuisce i finanziamenti che riesce ad intercettare in ambito istituzionale ed europeo a realtà imprenditoriali locali. GAL, il Gruppo d’Azione Locale, si è costituito nel 1994, poi GAL Start, è un sodalizio di 34 soci, di cui 12 soggetti pubblici e 22 soggetti di diritto privato. Rappresentata da un Consiglio di Amministrazione garanzia di massima rappresentatività, con 7 rappresentanti della parte privata e 5 della parte pubblica. Annovera un direttore, fra l’altro di recente nomina (articolo qui), un dipendente amministrativo e tre animatori. Chissà cosa mai ci sia da animare.
Veniamo al progetto, a questa combinazione fra GAL Start e Legambiente, e lo faccio citando altri due soggetti cooptati nella missione, Vivitalia e Azzero Co2. Tecnicamente, in termini di puro politichese, è “un accordo per l’istituzione di un tavolo permanente di confronto”. Insomma, realisticamente, una tavolata. Il programma, quantomeno ambizioso, è confezionato in un gergo da sciarada, strapazzato come una maionese lessicale. Impossibile dirlo tutto d’un fiato e capirne il senso.
Eccolo. “In particolare si svilupperà sia il tema della progettualità di interventi volti ad aumentare e valorizzare il sequestro (sic!) e lo stoccaggio di anidride carbonica nei boschi del territorio di competenza del GAL Start, attivando anche le possibili sinergie per la parte di finanziamento/contributo per gli stessi progetti. Attenzione particolare sarà inoltre rivolta alla gestione ambientale ed alla valorizzazione e recupero del patrimonio culturale diffuso delle aree rurali e delle risorse paesaggistiche. Questa attenzione sarà finalizzata sia alla protezione che alla valorizzazione in termini turistici e di diffusione culturale del patrimonio paesaggistico e territoriale in senso lato”. Aggiungo, un amen.
Tutti noi, e chiunque abbia seguita la vicenda delle biomasse, laddove si sarebbe voluto bruciare la legna per farne energia elettrica, quindi producendo Co2, ora deve scoprire che la Co2 sarà oggetto di “sequestro” nei boschi. Un esercizio che suscita un misto fra grande curiosità ed altrettanta perplessità. Non tanto sulla effettiva efficacia di questa nuova straordinaria missione, ma sull’evidente camaleontico atteggiamento di Legambiente. Prima esortava a bruciare il legno, in nome della scienza, ora invece ne rinnega il postulato e “sequestra” la Co2 proprio nel bosco, salvaguardandone la consistenza. La domanda sorge spontanea: se il bosco assorbe la Co2 averne voluto bruciare il legno a Petrona cosa avrebbe immesso nell’aria? Non c’è dubbio, scienziati.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 aprile 2017
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