MUGELLO – Non è stata una gita scolastica. Non è stata una vacanza dopo l’esame di maturità. Non è stata, come qualcuno l’ha definita, una “Woodstock dello Spirito”, riducendola ad un evento per dire e ascoltare buone parole senza buone opere conseguenti. In realtà è stata un’importante occasione, per tanti giovani di ogni parte del mondo, di ricevere un messaggio, positivo e profondo, un invito all’impegno, e all’impegno costante.
Lo aveva detto Papa Francesco nell’Omelia dello scorso 31 luglio: “Il pellegrinaggio comincia oggi continua domani”, sottolineando un dovere duraturo, affidando ad ogni giovane che sarebbe stato presente alla Giornata Mondiale della Gioventù il mandato di “missionario della Misericordia”. Misericordia vera, reale, tangibile, di amore verso gli ultimi, di accoglienza. Ha detto il Santo Padre: “Volete essere giovani addormentati, imbambolati, intontiti? Volete che altri decidano il futuro per voi? Volete essere svegli, volete lottare per il vostro futuro?”
E su queste domande Alessandro Pelosi, 17 anni di Borgo, è tornato da Cracovia con delle certezze: “E’ stata la mia esperienza e già so che non sarà l’ultima, sono partito con 53 ragazzi di Borgo ma una volta arrivato in Polonia mi sono ritrovato con 500 ragazzi tra italiani, spagnoli, lituani e americani”. Per Alessandro non è stata solo una “gita per vedere il Papa”, ma un’esperienza “unica e bellissima – ci racconta – il fatto che eravamo lì per sentire le parole del Santo Padre era così scontato, che non mi è capitato di parlarne con nessuno, era più facile ritrovarsi a parlare di sport, dei nostri colori preferiti, di donne, di musica, come se fossimo tutti un enorme gruppo di amici”. Poi, dopo 9 giorni la veglia, aspettando Francesco. “L’emozione – confida Alessandro – di vedere le bandiere che sventolavano nel cielo, oltre 2 milioni di persone al Campus Misericordiae, durante la veglia, in silenzio, con un cero acceso in mano per oltre un’ora, è stata la più bella di tutta la settimana. E’ stato il massimo del rispetto e della bellezza di essere cristiano. Mi ha lasciato un’immagine nel cuore unica. Poi, una volta che il Papa ha iniziato a parlare mi è sembrato che parlasse direttamente a me, e questo non ha prezzo”. Anche David Dallai dice: “I momenti di gioia sono stati numerosi, difficile dire quale sia stato il più bello, ma il più emozionante è stato il saluto del Santo Padre Francesco. Abbiamo fatto festa insieme ad altri ragazzi provenienti da nazioni differenti ed era come se ballare e cantare ci facessero parlare una sola lingua, quella della Fede. L’episodio più toccante è stato quando al Santuario di San Giovanni Paolo II abbiamo condiviso le emozioni provate durante i giorni passati a Cracovia, e non sono mancate le lacrime. Guardando adesso i giorni della GMG mi sento di ringraziare tutti quanti per le meravigliose esperienze che ho vissuto: in questi momenti si capisce il vero significato di essere Chiesa”.
Una soddisfazione che ha coinvolto anche i sacerdoti che hanno accompagnato i ragazzi: “Sono stati giorni ricchi di comunione – dice don Antonio Lari – di condivisione, di ascolto della parola di Dio, dove i ragazzi si sono messi in gioco, hanno aperto i loro cuori alla grazia di Dio. Si sono riconciliati, hanno riflettuto e meditato sul mistero della Misericordia e hanno cercato di viverla. In 10 giorni non ci sono stati motivi di divisione e discussione, ma sempre una grande comunione che ci ha uniti. Questo è stato il miracolo più grande. Siamo tornati con il cuore ricco di gioia, con la voglia di stare insieme, ma anche di continuare a camminare con il Signore come guida”. E don Marcel ha aggiunto: “Non è un caso che la GMG, incentrata sul tema della Misericordia, si sia svolta nell’Anno Santo, è un dono del Signore. L’esperienza a Cracovia è stata meravigliosa, ci siamo trovati a piangere di gioia per i momenti che abbiamo vissuto. E’ stato un momento spiritualmente bello ascoltare le confessioni dei ragazzi che si aprivano al Signore, si poteva sentire la Grazia particolare che scendeva dal cielo. Questi ragazzi sono stati bravissimi, siamo stati ‘da dieci’. Tra i gruppi fiorentini eravamo quello più alto in numero, ma siamo stati sempre insieme”.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 agosto 2016