I “Gialli” di Firenzuola
Un intero paese si tinge di giallo

Alfredo Puccetti e Bibi Vettori, nota pittrice e poetessa di Firenzuola, durante uno Spettacolo Giallo
Credo che non siano tanti quelli che sanno che cos’è un “torneo giallo”. Sicuramente non lo sapeva, nel 1986, Alfredo Puccetti quando ebbe l’idea di organizzare a Firenzuola un torneo di vari sport (calcetto, tennis, ecc.) aperto a tutti senza distinzione di età, di sesso, di fede religiosa o credo politico, di abilità sportive. Le squadre sarebbero state costituite estraendo a sorte fra gli iscritti. Qualcuno disse: “ma questo è un ‘torneo giallo’!!!”. Da allora – e per oltre vent’anni – “giallo” avrebbe indicato una serie di spettacoli, performance, eventi destinati a coinvolgere migliaia di firenzuolini. E “I Gialli” sarebbe stato il nome di quanti avevano ideato, progettato e realizzato queste iniziative. Per anni, il 14 Agosto è stato la giornata dei Gialli nella piazza di Firenzuola.
Nel 1986 – un po’ come oggi – i giovani tra i venti e i trent’anni erano aggregati in gruppi che passavano da un bar all’altro. Alcuni di questi gruppi si definivano “bande” (speriamo in senso buono) e avevano addirittura un nome, come i “Belli e Ribelli”: Luca Livi, Piero Ferri, il Cavaliere, Paolo Barzagli, Dante, furono tra i pilastri delle fondamenta de “I Gialli”. L’estrazione sociale, culturale, politica del gruppo rappresentava in maniera fedele la società firenzuolina: c’era di tutto. Oltre alla “banda” dei “Belli e Ribelli”, insieme ad Alfredo Puccetti, c’erano Lorenza Ballerini, Danierla Paolini, Anna Puccetti, Caterina Terigi, Giangi e Lorena (che proprio all’interno dei Gialli si sono conosciuti e sposati), Nicola Vivoli (un bravissimo pianista, dalla pazienza infinita), Francesco Santoro (che di lì a poco avrebbe fondato la Scuola di Musica di Firenzuola), Pipetta (figura fondamentale per le luci, i suoni e, soprattutto per la passione che ci ha sempre messo), Fafo e Bambi autori di quasi tutte le scenografie. Ma erano tantissimi: alle riunioni preparatorie degli spettacoli si sono trovati anche in cinquanta.
Un inizio scoppiettante
Il 1986 è l’anno del “torneo giallo”, ma anche l’anno della Festa Gialla a Casanova, con l’elezione di Mister Giallo. Il premio andò a certo Sabbioni che aveva cantato Erba di casa mia. Il premio, come sarà poi in tutta la storia dei Gialli, non era deciso da una giuria o da una votazione democratica: la decisione era espressione del più bieco arbitrio degli organizzatori. Nell’ottobre dello stesso anno debutta, al “Teatro Botto”, la prima Festa Gialla – sul modello della “Corrida” – anche se i partecipanti non si limitavano a cantare, ma dovevano “interpretare” l’artista imitato, ricorrendo anche al trucco e ai costumi. Spesso gli uomini si trasformavano in donne e viceversa. Una tecnica che da sola genera ilarità e divertimento. Lo spettacolo fu organizzato in tre giorni e non c’era alcun testo scritto. L’impianto di amplificazione fu fornito dalle suore dell’asilo infantile che lo usavano per le recite dei bambini. Pipetta venne dopo. A Natale fu organizzato lo “Zecchino Giallo”, destinato ai bambini, che avrebbe visto cinque edizioni negli anni successivi.
La comparsa della satira
Nel 1987 I Gialli organizzano il “Mega Show di Primavera” nel tendone da circo innalzato nel campo sportivo per celebrare i 10 anni della Sagra del Prugnolo. Ottocento persone hanno pagato settemila lire per entrare. I quasi sei milioni di incasso sono stati devoluti alla Società Sportiva. “I Gialli – tiene a precisare Puccetti – non hanno mai preso soldi da nessuno”.
In quella occasione viene puntato il mirino sul sindaco Boni, che aveva promesso la costruzione di una piscina, ma la gente era costretta a continuare a fare il bagno nel fiume. Viene denunciata anche la lentezza nella costruzione dei campi da tennis: in una lettera a I Gialli, letta durante lo spettacolo, ci si lamenta per i tempi lunghi dell’Amministrazione; I Gialli rispondono: “O cambi sport o cambi amministrazione!”. Si era alla vigilia delle elezioni e la battuta suscitò non poche polemiche. Ma la strada era aperta. Gli amministratori locali, che gira e rigira in vent’anni – cambiate le alleanze e cambiati i partiti di appartenenza – sono sempre gli stessi, diventano un bersaglio fisso degli spettacoli gialli. I lavori dell’Alta Velocità e la gestione comunale dei fondi di compensazione forniscono agli autori degli spettacoli un materiale inesauribile. Incredibile è la vicenda dei giardini di Pian del Ponte, all’inizio della strada per il Giogo. Giardini destinati ai bambini e arredati con cubi in cemento e corpi illuminanti metallici e taglienti. Durante lo Spettacolo Giallo entra in scena un “attore” vestito da bambino, tutto fasciato per le ferite, che si lamenta: “Ma che cosa avete fatto? I Giardinni di Erode?!?”. Da allora questa è diventata la denominazione ufficiale di quei giardini. Dai verbali del consiglio comunale emerge come sindaco, assessori e consiglieri usino in maniera formale l’espressione “Giardini di Erode”. E anche oggi, che sono stati demoliti, si indica il luogo come laddove sorgevano i giardini di Erode.
Passare la mano
Dopo oltre vent’anni, gli autori degli Spettacoli Gialli si sono giustamente sentiti un po’ stanchi e con la vena esaurita. E, senza aspettare che qualche Renzi locale chiedesse la loro rottamazione, hanno deciso di passare la mano. Nell’estate scorsalo spettacolo puccettiano “Alfredo Channel” ha portato sul palco i “Made in Firenzuola”, che quest’anno hanno gestito da soli lo spettacolo in piazza, richiamando un pubblico di oltre mille persone.
Il segreto del successo
In tutti questi anni dal palco degli Spettacoli Gialli se ne sono sentite di cotte e di crude: prese di giro a volte feroci di tanti concittadini. A prenderla male, raramente, è stato soltanto qualche politico; per il resto tutti hanno riso, prima di tutto di se stessi. E ciò è stato possibile perché chi scriveva i testi era uguale a chi saliva sul palco e chi saliva sul palco era uguale a chi assisteva allo spettacolo in piazza.
L’intero paese ha potuto ridere dei propri difetti, in una sorta di autoironia liberatoria. E ciò perché a Firenzuola tutti si conoscono e, forse, attraverso gli Spettacoli Gialli imparavano a conoscersi un po’ di più. Proprio come era successo ai promotori negli anni ottanta: gente che si conosceva di vista, che non si frequentava, ha sentito il bisogno di mettersi insieme, al di là delle forme organizzative tradizionali (politiche, ricreative, culturali), che si fondano sulla separazione degli interessi, delle aspettative e delle proposte: finalmente avevano uno scopo comune che li univa tutti.
Con gli Spettacoli Gialli i firenzuolini si sono messi allo specchio e hanno sorriso, … ma hanno anche pensato. Anche la satira politica più che ai politici e agli amministratori era rivolta ai cittadini: guardate che se le cose non vanno, i primi responsabili siamo noi tutti.
Firenzuola non può altro che dire grazie ai suoi Gialli e fare gli auguri ai Made in Firenzuola che ne continueranno il lavoro.
Luciano Ardiccioni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 aprile 2018