Don Leonardo, verso il sacerdozio
L’ORDINAZIONE A DIACONO DEL GIOVANE BORGHIGIANO
Leonardo Tarchi, 27 anni, borghigiano, domenica 21 ottobre nel Duomo di Firenze è stato ordinato diacono, insieme ad altri otto compagni, dal cardinale Giuseppe Betori; l’anno prossimo, la prima domenica dopo Pasqua, sarà ordinato sacerdote. Tanti amici hanno partecipato a questo importante momento; tanta anche la commozione, a partire da chi scrive, amico da una vita dei genitori. Amicizia nata all’ombra del campanile della nostra Pieve di Borgo, e alimentata nella comune partecipazione alle attività della parrocchia.
Leonardo, sei felice?
Sono molto felice, perché ho potuto sperimentare e sperimento la fedeltà e la misericordia del Signore, e poi perché spero che questa gioia mi possa accompagnare per tutta la vita, come segno tangibile della presenza e del sostegno del Signore.
C’è un momento particolare dove hai capito che il sacerdozio era la tua strada?
Un momento particolare no. Sono partito con l’idea di verificare se, quello che la Parola di Dio mi aveva suscitato, fosse davvero quello a cui il Signore mi chiamava. La verifica è stata il vivere questi sei anni di seminario e percorrere questo cammino mettendo in gioco tutto me stesso. Il passo definitivo che ho deciso di fare è stato motivato dal fatto che, quella Parola che mi ha spinto a partire, si è rivelata vera e mi ha fatto scoprire, sempre di più, i piccoli segni che il Signore ha messo sulla mia strada.
Che età avevi allora?
Avevo ventuno anni.
Ai giovani del nostro Mugello, c’è un appello che vorresti fare?
Vorrei dire che il mondo ha bisogno di loro: che possano trovare il coraggio di fare scelte belle e decisive per la loro vita e possano trovare la forza di essere fedeli alle scelte che fanno. La vita è un dono che chiede di essere condiviso per il bene, la gioia e la pace di tutti. Le modalità di donarsi nella vita sono molteplici, e spero che ognuno possa trovare quella che lo renderà una persona migliore.
Dacci un intenzione, che a te sta a cuore, per la nostra preghiera!
Il mio pensiero ha tre polarità: i giovani, le famiglie e i malati e coloro che soffrono. Che i giovani possano trovare ciò che dà felicità nella vita, lasciando spazio nel loro cuore alla presenza di Dio; alle famiglie, oggi così lacerate nell’unità e provate da mille difficoltà: che possano diventare sempre di più ambiti in cui si sperimenta l’amore gratuito di Dio nella gioia e nella pace; ai malati e ai sofferenti, perché non si sentano mai abbandonati, ma possono trovare sostegno e amore per sopportare la loro prova.
Intervista a cura di Giampiero Giampieri