Il Consorzio del Marrone del Mugello Igp dice no al Ceta: a rischio anni di lavoro per valorizzare la nostra filiera
MARRADI – “Diciamo stop al Ceta, che manda a monte decenni di duro lavoro a tutela del Marrone del Mugello”. Così Emanuele Piani, presidente del Consorzio del Marrone del Mugello Igp, fortemente critico rispetto alla possibilità di ratifica da parte del Parlamento italiano del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement). L’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada renderebbe inutili le norme sulla trasparenze delle etichette dei prodotti alimentari e sulle denominazioni d’origine.
Di fatto l’accordo Ceta prevede il riconoscimento di appena 41 indicazioni geografiche e fronte di 291 DOP e IGP registrati nel nostro paese e fra gli esclusi c’è anche il Marrone del Mugello.
“Nel Mugello ci sono 3.300 ettari di castagneto da frutto – spiega Emanuele Piani – con circa 400 produttori di cui 120 iscritti al Consorzio IGP, per una produzione annua di circa 20.000 quintali per un valore di 10 milioni di euro al netto dell’indotto e del prodotto trasformato”.
“Abbiamo combattuto il cinipide del castagno che ha ridotto per anni le nostre produzioni, salviamo il territorio dal dissesto idrogeologico tutti i giorni, da 20 anni abbiamo creato la filiera del Marrone del Mugello Igp, per dare conoscibilità ai nostri prodotti -conclude Piani-. L’accordo Ceta mette a rischio tutti questi sforzi fatti per dare peso e sostanza alla territorialità e all’origine dei prodotti. I consumatori apprezzano l’identificazione delle nostre produzioni con la terra del Mugello: rendere indifferenziate le materie prime dei prodotti castanicoli, dalla farina ai dolci, e ancor più poter usare ‘legalmente’ i nomi delle nostre tipicità spazza via anni di lavoro, a livello agronomico e culturale”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 luglio 2017