Il diradamento nell’orto, operazione importante
Come il nome stesso suggerisce, il diradamento è una procedura colturale che consiste nell’eliminare le piantine in eccesso.
Al momento della semina, soprattutto per il tipo a spaglio, mettiamo sempre un po’ di semi in più in modo da essere sicuri di non lasciare spazi vuoti. La conseguenza di un surplus di semina può portare ad avere degli orti sovraffollati, dove le varietà scelte faticano a svilupparsi.
Con il diradamento preserveremo la distribuzione uniforme delle sostanze nutritive e dei sali minerali nel terreno, garantendo così una crescita equilibrata di tutte le verdure.
La selezione delle piante da sradicare non è casuale. Una volta apparsi i germogli e raggiunta una media lunghezza, si eliminano gli esemplari più deboli, quelli cioè che hanno meno possibilità di crescere rigogliosi o di resistere alle varie modifiche climatiche.
Per prima cosa si deve eseguire una lieve annaffiatura del terreno per poter lavorare su una superficie morbida. Le piantine da eliminare vanno poi estratte con delicatezza cercando di non rovinare gli esemplari adiacenti.
Si devono strappare dalla base aiutandosi, se necessario, con la punta di una piccola zappa.
Fare attenzione anche a non danneggiare le radici, perché i germogli estirpati possono essere recuperati e trapiantati altrove, ad esempio in vasetti oppure in zone di terreno che presentano ampi spazi vuoti.