Il paesaggio di Firenzuola in mostra. Al museo della pietra serena
L’Associazione Cittadini per la Difesa del Santerno nella scorsa primavera, nel pieno del dibattito che ha travagliato il Consiglio Regionale della Toscana, ha programmato per l’estate un evento per mettere in evidenza le importanti novità che il Piano del Paesaggio introduceva – almeno nella sua stesura iniziale – nella normativa regionale.
Alcuni elementi fondamentali erano già stati recepiti, già nel Novembre 2013, in un protocollo firmato dalla Regione e dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Proprio sulla base di quell’accordo la Sovrintendenza di Firenze aveva potuto cambiare il proprio parere sul progetto di impianto eolico sul Monte Gazzaro, impedendone cosí la realizzazione.
Il testo finale, approvato alla fine della legislatura regionale, è frutto di un compromesso, ma ha conservato alcuni elementi qualificanti.
Da parte dei «nemici» del Piano si è detto che le nuove norme avrebbero bloccato ogni forma di sviluppo e, per quanto riguarda la nostra zona, avrebbero trasformato il Mugello in un Museo. Noi non abbiamo nulla contro i musei, anzi! Magari si riuscisse a valorizzare il nostro territorio e a trasformarlo in un richiamo turistico e culturale. Le premesse ci sono tutte, infatti il Mugello è ricco di risorse storico-culturali ed ha un paesaggio che è esso stesso un’opera d’arte. Il paesaggio non è una cartolina, è il frutto vivo di un lavoro secolare dell’uomo.
All’inaugurazione della mostra, sabato 4 Luglio, ho ricordato una bella pagina del libro «il Sentiero degli Dèi» di Wu Ming 2. Il protagonista del viaggio a piedi da Bologna a Firenze si ferma sulla cima del Gazzaro e guardando la conca di Firenzuola compie mentalmente una straordinaria operazione di destratificazione: cancella gli edifici e gli interventi più recenti, poi andando all’indietro nel tempo, secolo dopo secolo, cancella anche gli effetti dei processi naturali insieme a quelli legati all’azione dell’uomo; nel XIV secolo si trova di fronte alla terra nova di Firenzuola appena costruita; ma non si ferma, in epoca romana gli appare la via Flaminia militare, e poi gli insediamenti etruschi e preistorici, e, infine, il grande mare da cui sono emersi i monti di arenaria e gli ofioliti di Montebeni e del Sasso di San Zanobi.
Solo un folle o un uomo in malafede può pensare che chi difende oggi il paesaggio, – dall’ultimo membro della piú piccola associazione ambientalista agli scienziati e ai tecnici che hanno redatto il Piano Paesaggistico della Regione Toscana– miri alla imbalsamazione dello stato di cose esistente.
L’architetto Fabio Zita, che ha partecipato all’incontro, ha tolto ogni dubbio su questa questione. Parlando di fronte ai partecipanti all’inaugurazione – fra i quali erano presenti autorevoli esponenti della Giunta comunale e i responsabili dell’Ufficio Tecnico –ha mostrato come la nuova normativa sul paesaggio si addentri e si articoli all’interno di elementi essenziali del paesaggio stesso. Ad esempio le aree boscate – da tempo protette e tutelate dalla legge – non sono affatto una realtà omogenea: un conto sono i «nodi forestali primari» da tutelare e proteggere, altra cosa è la «ricolonizzazione arbustiva degli ambienti agricoli e pascolivi nelle zone alto collinari e montane». Quest’ultima non è una risorsa paesaggistica, ma anzi un elemento di «criticità» del territorio.
Gli interventi di «recupero» non possono assolutamente essere determinati da atteggiamenti di tipo «estetico», ma nemmeno da mèri interessi economici di corto respiro e in contrasto con il territorio inteso come bene comune. Il recupero, ad esempio, delle aree agropastorali occupate dal bosco non può essere il frutto dell’azione di giovani sognatori innamorati dell’Arcadia, né di anziani pensionati nostalgici della loro gioventú, bensí da progetti concreti e articolati in cui la Regione, attraverso la sinergia tra settore paesaggio e settore agricoltura, può dare un contributo specifico e concreto, anche attraverso il ricorso a fondi comunitari. La tutela, il recupero e la valorizzazione del paesaggio possono e devono essere fonte di reddito per chi vi si impegna.
Durante il dibattito l’architetto Zita ha tracciato anche un quadro delle difficoltà che ha incontrato il Piano del Paesaggio dal momento della sua approvazione da parte della Giunta e della sua adozione da parte del Consiglio Regionale fino alla sua approvazione finale. L’architetto Zita è apparso apertamente contrariato da alcune modifiche introdotte, come la trasformazione, all’interno alle schede d’ambito, di una parte delle «direttive» (prescrizioni vincolanti) in «orientamenti», cioè in indicazioni facoltative, che la programmazione a livello locale può anche non prendere in considerazione.
L’Associazione Cittadini per la Difesa del Santerno, al termine dell’incontro, ha espresso grande soddisfazione per l’importanza dei temi trattati e per il livello di approfondimento con cui sono stati affrontati; ha ribadito la sua convinzione che il Piano del Paesaggio –e in particolare le schede d’ambito – sia un fondamentale strumento di conoscenza del nostro territorio a livello regionale e locale e chiede che una copia della scheda relativa al Mugello sia consultabile, oltre che presso l’Ufficio tecnico, anche nella Biblioteca Comunale e in quella della Scuola Media di Firenzuola e degli altri Comuni del Mugello. E anche che vengano organizzati momenti di approfondimento a livello didattico e per la popolazione tutta. La conoscenza approfondita e organica del territorio può infatti consentire ai cittadini e alle associazioni di partecipare attivamente e consapevolmente ai prossimi momenti di pianificazione del territorio a livello locale.
Per quanto riguarda la mostra allestita all’interno del Museo della Pietra Serena di Firenzuola gli organizzatori hanno avuto il compito non facile di selezionare il materiale da esporre fra oltre seicento fotografie e opere grafico pittoriche. I partecipanti erano stati invitati a illustrare gli aspetti rilevanti dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico del nostro territorio, ma anche gli aspetti critici e negativi. Sebbene quest’ultimi siano presenti (ad esempio, la discarica, le cave, il mancato ripristino di Sasso di Castro) l’elemento dominante nella mostra è la bellezza e la varietà del nostro territorio. Una bellezza e una varietà spesso sconosciuta agli stessi abitanti di Firenzuola.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 19 Luglio è stata realizzata e allestita dall’Associazione Cittadini per la Difesa del Santerno, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenzuola, in collaborazione con la Proloco e con il contributo economico della Banca del Mugello – Credito Cooperativo.
Per informazioni e prenotazioni: [email protected], tel. 3356305078 – 3337634606.
Luciano Ardiccioni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 Luglio 2015
Grazie, Luciano. Non ti stancare, tanti cittadini che non hanno voce sono con te