Impianto di Petrona, consegnate 7500 firme all’ARPAT (e anche qualche domanda scomoda)
Oggi il coordinatore/presidente del “Comitato NO alla centrale a biomasse di Petrona” ha consegnate le 7500 firme, raccolte dalla petizione contro questo progetto, alla “Direzione Area Vasta Toscana Centro” dell’agenzia regionale ARPAT. L’incontro è iniziato alle 14 e 30, alla presenza del coordinatore di quella Direzione, Dottoressa Maura Ceccanti, al responsabile tecnico della struttura provinciale; Dottor Alberto Tessa ed all’addetta alla comunicazione, Dottoressa Maddalena Bavazzano. Non è stato possibile documentare, con un’adeguata presa fotografica, la consegna delle firme in quanto è stato opposto un incomprensibile diniego. In ogni caso è stata l’occasione per un confronto diretto fra le parti. In particolare sono stati ribaditi i concetti emersi ed evidenziati anche su altri spazi di questo giornale. Ovvero, ARPAT :
- non rilascia alcuna autorizzazione per l’apertura di attività industriali o artigianali che possono o potrebbero recare peggioramenti della qualità dell’aria ;
- non dispone, in proprio o in gestione, di alcuna centralina mobile per il rilevamento della qualità dell’aria ;
- non dispone di dati scientifici sulla qualità dell’aria in Mugello (non sono installate stazioni fisse).
Di nuovo è stata chiesta la spiegazione sull’utilizzo, in fase di simulazione, dei dati prelevati dalla stazione fissa di “Casa Stabbi” (case sparse, neppure frazione, forse dieci residenti, “oasi di protezione e corretta gestione della fauna provinciale”), sul versante sud ovest dei monti della Verna, 780 m. s.l.m.m., in Comune di Chitignano (AR), quale luogo più simile a Petrona, fra quelli disponibili nella rete di monitoraggio di ARPAT. E, in effetti, risulta inspiegabile cosa ci sia di paragonabile fra questi due luoghi. A volte la scienza ha i propri lati oscuri. Ecco, servono spiegazioni convincenti (secondo incontro con Arpat articolo qui, ndr)
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 Luglio 2015