Il polo industriale di Palazzuolo senza collegamenti. Ma si spera nella riapertura verso la Romagna
PALAZZUOLO SUL SENIO – Dopo la grande paura, anche a Palazzuolo sul Senio arriva qualche prospettiva positiva. La paura era per l’importante polo industriale del paese, cinque aziende che danno lavoro a ben 230 persone, di Palazzuolo e dei comuni limitrofi. “Nell’immediato siamo stati molto fortunati – dice Roberto Ridolfi, proprietario di Elettromeccanica Misileo e Novatec -, qui il Senio in piena non è esondato, e non abbiamo avuto allagamenti nei nostri capannoni”.
Ma quel che preoccupa è l’immediato futuro. “Al momento siamo completamente isolati, perché non c’è una strada dove i mezzi pesanti possano passare”, dice l’imprenditore palazzuolese.
“Sopra i 35 quintali non si passa, da nessuna parte. Le ordinanze di divieto pongono il limite a 35 quintali”. E per chi lavora il ferro, 35 quintali sono una bazzecola. Per fare un esempio, la Novatec, che produce macchinari per il food packaging che esporta in tutto il mondo, quando deve spedirne uno ha bisogno di un Tir da 13 metri con 200 quintali di peso.
Così in questo momento alle industrie meccaniche di Palazzuolo non arriva più materia prima, e le merci non possono essere più inviate. “La 306 verso la Romagna è chiusa per frana – dice Ridolfi -, la Sambuca è chiusa ai mezzi pesanti, la strada che da Marradi porta a Faenza è interrotta per un ponte crollato, il collegamento da Coniale verso Imola è inagibile. E a Casola c’è una grossa frana, che non si passa neppure a piedi. Così possiamo utilizzare solo i nostri mezzi più leggeri, sotto i 35 quintali, e quindi soltanto per la minuteria; e l’unica direzione possibile è verso il passo della Sambuca, per andare a Barberino, prendere l’autostrada e tornare verso Bologna.” Con tempi e costi poco sostenibili. “Da qui a dieci giorni – lanciava già qualche giorno fa l’allarme Ridolfi – saremo completamente fermi se non si apre almeno una strada”. la limitazione delle tre tonnellate e mezzo per uscire e per entrare nel Comune, contro quindici tonnellate che dovremmo portare pieno carico, rende praticamente impossibile lavorare”. Anche Oriano Grementieri, titolare della Stam sas, lo sottolinea: “Siamo già fermi da una settimana”. Grementieri stima “una perdita di 200-300 mila di fatturato. Abbiamo fatto un investimento di due milioni di euro, poi c’è stato il Covid, poi la guerra e gli aumenti, adesso questo. Così chiudiamo…”. “Per lo meno – chiede Grementieri – occorre una moratoria di tasse, oneri e tributi fino a fine anno, almeno e, possibilmente, una monetizzazione immediata dei crediti”.
Ma proprio in queste ore sembra arrivata una buona notizia: sono iniziati i lavori sulla 306 che unisce Palazzuolo a Casola, verso la via Emilia, e si ipotizza una decina di giorni per riaprire la strada. “Per noi – commenta Ridolfi – sarebbe un grande successo”. C’è solo un’incognita, legata a un abbassamento del fondo stradale in un tratto, che sarà verificato entro la giornata.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 Maggio 2023