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Immigrazione: preferisco parlare alla “testa” delle persone, piuttosto che alla “pancia”
Il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore
MUGELLO – Dopo aver letto le parole del Sindaco Scarpelli (articolo qui) circa il dibattito avvenuto in Consiglio dell’Unione dei comuni avverto la necessità, a favore dei cittadini, di chiarire i termini della discussione senza rispondere alle battutine sarcastiche, ma cercando di entrare nel merito della questione.
Intanto una premessa: il tema dell’immigrazione (uso volutamente un termine molto generico) è una cosa assai complicata che non si esaurisce in un dibattito in una sede istituzionale o in un post. Ancor più difficile risulta poi cercare di affrontarlo parlando alla “testa” delle persone e non alla “pancia”. La “pancia” delle persone va ascoltata perché ci indica la percezione di un fenomeno, ma non sempre va assecondata.
Fatta la premessa, entriamo nel merito. Scarpelli propone un odg dove, prima di chiedere che l’Unione dei comuni pubblichi sul sito alcuni dati circa i richiedenti asilo, fa tutta una serie di considerazioni “politiche” sul tema sulle quali ho ritenuto giusto fare un intervento, forse a tratti duro.
Sono un Sindaco e conosco da vicino ciò di cui stiamo parlando. Parlo con le persone, ascolto le loro preoccupazioni e le loro paure. Ma proprio perché Sindaco ritengo di avere una responsabilità in più.
Le amministrazioni comunali non sono chiamate a trovare una soluzione al tema degli sbarchi, della tratta delle persone, di come impedire agli scafisti di salpare dalle coste della Libia. Questo è compito dello Stato (e, direi, dell’Europa), non nostro. Noi siamo chiamati a fare i conti con un’altra cosa. Con la presenza, nelle nostre comunità, di alcune persone che sono in attesa che gli venga riconosciuta o, più facilmente, negata la richiesta di asilo. Possiamo avere qualsiasi posizione politica e qualsiasi approccio al fenomeno, ma alla fine, almeno che non si creda che entro un paio di anni tutto si risolva (scommetto che in pochi lo pensano), dobbiamo organizzarci.
Qua trovo che ci sia una scelta fondamentale da fare: l’atteggiamento da tenere nei confronti della nostra comunità. Nei loro confronti essere, con tutta la nostra responsabilità, dei “piromani” o dei “sarti”.
Essere “piromani” significa sfruttare questo tema per recuperare un po’ di consenso, cavalcando un po’ di luoghi comuni, diffondendo dubbi e incertezze. Significa avere un’abilità particolare: quella di mettersi in sintonia con la “pancia” delle persone e a questa parlare. Parlare alle loro paure, i loro timori, alimentare i loro dubbi.
Non è l’unico atteggiamento che possiamo tenere. Possiamo anche scegliere di essere dei “sarti”, ricoprire cioè il ruolo di coloro che cercano di tenere insieme tutto, non di strappare. Svolgere il ruolo di sarti significa ascoltare la “pancia” delle persone ma cercare di rassicurarle e non solo a parole, ma con fatti concreti.
Provo a spiegarmi meglio. Quasi nessun cittadino conosce il meccanismo dell’accoglienza che in Italia ha due binari che rappresentano due modalità molto diverse e che si racchiudono in due sigle: Cas e Sprar.
I Cas, Centro di Accoglienza Straordinaria, sono, come dice il termine, dei centri il cui controllo è in mano alla Prefettura e che dovrebbero servire in casi straordinari. Il funzionamento è molto semplice: la Prefettura pubblica un bando di evidenza pubblica con il quale chiede un tot di posti all’interno di un territorio. I soggetti che fanno accoglienza (cooperative e associazioni) prendono accordi con strutture e/o privati per recuperare posti letto e partecipano al bando. In questo processo i Comuni non hanno un ruolo e si ritrovano migranti in posti che non hanno scelto gestiti da soggetti che, a volte, non conoscono. Il rapporto è fra Prefettura e soggetto che fa accoglienza. Ricordo che proprio il sindaco Scarpelli nei mesi scorsi si oppose duramente all’arrivo di alcuni migranti sul proprio territorio senza però impedire che avvenisse (articolo qui).
Questo non è l’unico modo perché esiste poi la rete dei progetti Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che ha una logica molto diversa. Lo Stato pubblica un bando (solitamente biennale) rivolto ai Comuni per mettere a disposizione dei posti per richiedenti asilo (e rifugiati). I Comuni che partecipano devono realizzare un progetto di accoglienza, selezionare con un bando pubblico la cooperativa o l’associazione ed individuare il Revisore dei Conti che ha il compito di verificare l’appropriatezza delle risorse spese all’interno del progetto.
Capite che sono due possibilità completamente diverse. Come Sindaci possiamo scegliere di fare i “piromani” stando alla finestra e lamentandoci con la Prefettura per le scelte che fa (diffondendo più dubbi che verità) oppure fare i “sarti” mettendoci la faccia e cercando di gestire il fenomeno, di controllarlo per quanto possibile. Certo, se scegliamo la seconda strada non ci possiamo più permettere il lusso di affermare che non sappiamo come vengono individuati i soggetti che fanno accoglienza o di non sapere che fine fanno i (tanti) soldi che vengono spesi su questi progetti. Non abbiamo più alibi.
In Mugello, i Comuni che hanno un progetto Sprar attivo sono Dicomano, Vicchio, Borgo San Lorenzo, Scarperia e San Piero e Barberino di Mugello. Dal prossimo anno entrerà anche Marradi nella Rete. Rimangono fuori Palazzuolo (comune di 1100 abitanti) e, appunto, Firenzuola. Essere dei sarti significa metterci la faccia nei confronti dei nostri cittadini e cercare di rassicurarli, quando possibile, con i fatti come lo Sprar. Questo non significa dire sempre di sì. Anche il senso di responsabilità ha un limite. Il Mugello ha accolto più della media di tutta la Città metropolitana di Firenze e per questo più volte e con forza abbiamo chiesto di interrompere l’individuazione di posti all’interno del nostro territorio. Obiettivo parzialmente raggiunto perché la Prefettura ha escluso 4 dei 7 comuni che fanno accoglienza nel Mugello dall’ultimo bando per individuare strutture e posti perché con una proporzione fra migranti e cittadini superiore ad una certa soglia. Fra questi comuni, oltre che Dicomano c’è anche il comune di Firenzuola.
Alla fine questo è l’atteggiamento che contesto a Scarpelli. Quello di chi, nella mozione presentata in Consiglio, fa finta di non sapere come funziona l’accoglienza, di quali siano le risorse in gioco, quali i compiti di chi fa accoglienza e perfino dei numeri di migranti sul nostro territorio. Voglio pensare che questo sia frutto del personaggio che ha scelto di interpretare perché se realmente non sapesse quanti sono i migranti nel nostro territorio o quali siano gli obblighi di chi fa accoglienza, visto il suo ruolo, sarebbe ancora più preoccupante. Anche un cittadino che ha voglia di perdere un po’ di tempo può trovare molte informazioni, ad esempio sul bando della Prefettura di Firenze.
Per fortuna Scarpelli ha chiesto di eliminare dal documento tutte le sue valutazioni politiche prima che fosse annunciata qualsiasi decisione di voto, forse conscio del fatto di aver fatto valutazioni fuori luogo visto il consesso a cui era rivolto, lasciando solo la richiesta di pubblicazione dei dati. E visto che non abbiamo niente da nascondere, forti dell’aver giocato a carte scoperte su questo tema con i cittadini, abbiamo votato tutti a favore.
Stefano Passiatore
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 agosto 2017
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