In attesa del TAR il Comitato di Petrona fa il punto
SCARPERIA E SAN PIERO – Il comitato contro la centrale a Biomasse di Petrona ci invia un comunicato grazie al quale intende fare il punto della situazione in attesa dell’udienza al TAR.
Petrona: Ancora una volta la realtà supera l’immaginazione. Responsabile, dal latino responsum, ossia “che può essere chiamato a rispondere di certi atti” e chiaramente nella vicenda centrale di Petrona, manca proprio il responsabile, ovvero colui che risponde. A uomini pubblici e amministratori piace tanto appellarsi al senso di responsabilità, invocata spesso anche contro di noi irresponsabili allarmisti e catastrofisti, ma quando responsabilità vuol dire rispondere allora la questione diventa scomoda. Con il passaggio di competenze su Ambiente e Energia dalla Città Metropolitana alla Regione, ricordiamo, si è formato un vuoto istituzionale e la Città Metropolitana si è trovata senza il personale capace di chiudere le pratiche in corso, come la procedura di avvio di revoca dell’autorizzazione della centrale di Petrona. Per questo la Città Metropolitana aveva chiesto alla Regione che i tecnici, trasferiti dal primo gennaio 2016 alla Regione e che avevano avviato la procedura potessero riprendere la pratica. E invece la Regione che doveva rispondere entro il 31 maggio ha negato questo avvalimento. Quindi contro ogni regola e legge, il responsabile a sei mesi di distanza ancora non si trova, non esiste. Nessuno ci dà le informazioni, nessuno può rispondere ai comuni cittadini, però, mistero delle cose, i rappresentanti dell’azienda privata ricevono ben altre attenzioni. Sappiamo, da interpellanza di alcuni consiglieri regionali, che il 12 gennaio 2016, quando ancora non era stato deciso se il procedimento era di competenza della Città Metropolitana o della Regione, qualcuno, non si sa chi, a che titolo, con quali competenze e dove (alla Regione, alla Città Metropolitana?) ha ricevuto la Renovo, in un’apposita riunione. Abbiamo chiesto il verbale dell’incontro, una lista dei presenti, ma niente, non è dato sapere. Magicamente il giorno successivo a questo incontro, Renovo ha mandato le osservazioni e le proprie giustificazioni per aver iniziato i lavori in ritardo. L’azienda si giustifica affermando che per loro la scadenza per l’inizio dei lavori era il 20 gennaio 2016, un anno dopo la consegna manuale dell’atto autorizzativo e non il 27 dicembre 2015 a un anno dalla ricezione della stessa via posta certificata. Guarda caso, queste motivazioni sono le stesse menzionate e riprese tali e quali dal sindaco Federico Ignesti in una recente intervista, ancora una volta completamente allineato con le posizioni di Renovo. Noi siamo venuti a conoscenza del contenuto della lettera di Renovo solo pochi giorni fa. A gettare ulteriori ombre su tutta la vicenda c’è anche il comportamento dell’URP della città Metropolitana. Il comitato infatti, con l’aiuto di alcuni consiglieri comunali, aveva fatto una richiesta di accesso agli atti il 28 gennaio 2016, la risposta del dirigente è stata che non vi erano arrivate risposte o missive da parte dell’azienda. Adesso invece, dopo un secondo controllo e addirittura grazie all’intervento specifico un tecnico informatico, l’URP della Città Metropolitana è riuscita a trovare questo documento con relativo numero di protocollo. Che magica comparsa.
Nel giorno della prima udienza del ricorso al TAR, le ombre e la nebbia che avvolgono la questione centrale di Petrona non sembrano voler scomparire, ma le omissioni, le mezze verità o le verità nascoste e la difesa oltranza del progetto sono sempre più evidenti. Lo sconforto e lo sdegno sono talmente grandi che a volta viene voglia di lasciar fare, ma subito dopo la rabbia si trasforma in forza di volontà nel voler denunciare questi malcostumi.
Il Comitato contro la centrale a biomassa di Petrona
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 giugno 2016