Intervista ad Alessandro Cocchieri, ex direttore del Chini Museo
BORGO SAN LORENZO – Per sei anni è stato direttore del Chini Museo di Borgo San Lorenzo. In questa intervista Alessandro Cocchieri parla del mancato rinnovo dell’incarico e traccia un bilancio dell’esperienza che si è conclusa di recente:
Dopo oltre 6 anni si è conclusa la tua esperienza a Borgo San Lorenzo. Come sono stati per te questi anni “chiniani”?
“Questi anni al Chini Museo sono stati un’esperienza estremamente gratificante e formativa. L’opportunità di lavorare a stretto contatto con una collezione così ricca e unica, legata alla tradizione artistica di un periodo fondamentale per la storia dell’arte italiana, è stata un privilegio. Ho avuto la possibilità di esplorare, conservare e valorizzare le opere di un grande maestro come Galileo Chini, ma anche di riflettere sul dialogo tra il passato e il presente, cercando di portare nuove visioni contemporanee al museo. Sono stati anni intensi di crescita, sia professionale che personale, con un
costante impegno a rendere il museo un punto di riferimento per la cultura non solo del territorio mugellano”.
Quali le maggiori soddisfazioni e le principali difficoltà? Ti resta qualche rammarico?
“Le soddisfazioni sono molte: una delle principali è aver contribuito a far conoscere e apprezzare ancora di più il Chini Museo, sia a livello locale che nazionale. I progetti espositivi contemporanei di altissimo livello, la valorizzazione delle opere in permanenza e le collaborazioni con altre istituzioni sono stati tutti momenti cruciali. Un altro punto di orgoglio è stato riuscire a coinvolgere il pubblico, soprattutto i
giovani, attraverso eventi e iniziative innovative. Le difficoltà, invece, sono state principalmente legate alla gestione delle risorse e alla necessità di promuovere il museo in un contesto economico e sociale che può essere sfidante. Trovare sempre nuovi
finanziamenti e supporto per le attività è stato un aspetto che ha richiesto molta energia. Nonostante ciò, non c’è un vero rammarico. Ogni passo, anche quelli più difficili, mi ha permesso di imparare e crescere.
Ti aspettavi questo non-rinnovo dell’incarico?
“Onestamente, non avevo aspettative specifiche in merito al rinnovo. Sapevo che il mio incarico era legato a un progetto con scadenze definite, e mi sono sempre concentrato sull’impegno quotidiano per far crescere il museo nel miglior modo possibile. Ogni esperienza, in ogni caso, porta con sé delle sfide e dei cambiamenti, e io mi sono sempre preparato ad affrontarli con professionalità. Quindi, sebbene il non-rinnovo fosse una possibilità, non l’avevo considerato come un obiettivo su cui riflettere
costantemente”.
Che suggerimenti vuoi lasciare all’amministrazione comunale e a chi ti succederà?
“Il mio suggerimento principale per l’amministrazione comunale è di continuare a investire nella cultura come leva per lo sviluppo del territorio. Il Chini Museo è una risorsa incredibile, ma per rimanere competitivo e rilevante nel tempo è fondamentale sviluppare una strategia di lungo periodo, che preveda oltre il coinvolgimento della comunità e delle scuole, anche maggiori sinergie con altre istituzioni culturali nazionali e internazionali. A chi mi succederà, auguro di proseguire il lavoro di valorizzazione delle collezioni con passione e visione. Ogni direttore porta la sua impronta, ma credo che il vero valore di un museo non risieda solo nel suo legame con il territorio. È fondamentale mantenere viva l’attenzione verso l’innovazione e verso nuovi pubblici, pur restando fedeli alla tradizione artistica che il museo rappresenta”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 Dicembre 2024