La collezione sui Beatles del firenzuolino Giorgio Ballini in mostra a San Piero
SCARPERIA E SAN PIERO – Venerdì 9 e sabato 10 settembre al Parco Antonio Berti e alla K-Hall di K-Array a San Piero a Sieve si terrà una due giorni dedicata ai Beatles. Tra talk, musica live e buona cucina spicca l’esposizioni di vinili di Giorgio Ballini, geometra di Firenzuola.
Giorgio, grande appassionato della band di Liverpool, ha una collezione di oltre duemila dischi, tra cui spicca un vero e proprio tesoro di 33 e 45 giri dei Fab4.
Ma la storia della raccolta di Giorgio nasce da lontano: “Io ho settantadue anni e la passione per i Beatles è nata nella meta degli anni sessanta – racconta Giorgio – semplicemente perché ho iniziato ad ascoltarli e ad apprezzarli. Ricordo ancora che il primo disco che ho comprato era una edizione italiana del primo album dei Beatles nel dicembre 64. L’altra mia fortuna è che la mia fidanzata del tempo, che poi è diventata mia moglie, era inglese e quindi ho avuto la fortuna di poter mettere le mani anche sui dischi in contemporanea mentre uscivano in Inghilterra, come il Stg Pepper nel ’67, oppure il White Album numerato. Poi anche i miei amici, italiani ed inglesi, che conoscevano la mia passione hanno iniziato a regalarmi una serie di dischi accrescendo la mia collezione. In regalo ad esempio mi hanno donato un floppy disk del 1964: erano dei dischi in acetato, incisi solo in un lato, che i Beatles facevano a loro spese da regalare ai fans club”.
Una mostra che ripercorre la storia dei Beatles ma anche del mondo che circondava i Fab4, tra aneddoti e collegamenti con la storia e la cultura di quegli anni: “La mostra sarà accompagnata da pannelli che, tramite didascalie, racconteranno la storia dei Beatles, anno per anno, ma anche la cronologia di quello che è successo in quegli anni. Credo sia importante contestualizzare i dischi con la storia e la cultura degli anni in cui uscivano. E poi di ogni disco descrivo le curiosità, tra aneddoti e storie più o meno conosciute”.
Tanti i vinili che saranno presenti alla mostra, tra prime edizioni italiana ed inglese, ma anche tante chicche per appassionati e collezionisti: “Ci sono dei dischi che hanno delle storie interessanti. Ad esempio una edizione tedesca di un album che vede i quattro di Liverpool accompagnare Tony Sheridan, che ha dietro una storia di ‘probemi linguistici’. Il disco venne stampato nel ’62 dalla Polidor, una casa tedesca, e si chiamava Tony Sheridan and the Beatles. Il problema era che nel dialetto di Amburgo, la seconda parte del titolo suonava come l’epiteto che usavano in quella zona per indicare il membro maschile. Non essendo ancora internazionalmente famosi, venne subito deciso di cambiare nome all’album mettendo ‘Tony Sheridan and the Beat Brothers’, che suona simile al nome originale. Chiaramente non ne esistono molte copie, e fortunatamente un mio amico tedesco me ne regalò una che suo padre aveva acquistato per lui quando uscì”.
“Un’altra chicca è la storia di una registrazione fatta dal vivo di una esibizione dei Beatles ad Amburgo. Di quella registrazione una casa discografica, una casa discografica comprò i diritti e pubblico il vinile quando i Beatles diventarono famosi. Io mi ricordo che lo comprai e lo lasciai lì, nella mia collezione. Qualche hanno fa mi regalarono un cd dei Beatles, senza copertina, ed era la stessa registrazione. La casa discografica del vinile nei primi duemila aveva deciso di rimettere nel mercato la registrazione però questa volta su cd. La Apple, che aveva i diritti, decise di lanciare un segnale a tutti quelli che volevano usare le registrazioni e le canzoni dei Beatles senza avere i diritti: obbligò la ditta che doveva consegnare i cd a radunare i dischi in uno spiazzo e letteralmente passarci sopra con uno schiacciasassi. C’è il video da qualche parte su youtube, una cosa assurda. I dischi, nella loro intenzione, dovevano essere tutti distrutti. Uno dei soci della ditta che doveva spedire tutto se ne mise alcune copie ‘in tasca’ e riuscì a salvarle. Una delle copie è a casa mia, è quella che mi era stata regalata”. E queste sono solo alcune delle storie che stanno dietro ad una passione che dura ininterrotta dagli anni ’60 e che porterà Giorgio ad esporre la sua collezione e le sue storie a San Piero.
A.P.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 agosto 2022