“La mia vita e il mio lavoro a Mosca”: il borghigiano Bernardo Paoli racconta cosa accade in Russia
BORGO SAN LORENZO – Bernardo Paoli, borghigiano, da anni vive a Mosca. E negli ultimi mesi varie volte è stato interpellato, anche dai media italiani – dal Corriere della Sera alla rete televisiva Sat 2000 e al “Porta a porta” di Bruno Vespa su RaiUno-, affinché raccontasse la propria esperienza e la situazione nella capitale russa.
Durante le festività Paoli è venuto, con la figlia, in Mugello, per trascorrere qualche giorno con i propri familiari, con la mamma Renata ed è arrivato a Borgo San Lorenzo, da Cagliari anche il fratello Francesco. Lo abbiamo incontrato per porgli qualche domanda.
Bernardo, perché hai deciso di rimanere a Mosca, nonostante la situazione Sto là perché è il posto in cui sono abituato a stare ed è la mia casa ormai da moltissimi anni, il luogo che ho conosciuto ancora prima che ci fosse Putin ed il sindaco Sobjanin. A volte quando i miei amici russi mi chiedono perché non torni a casa rispondo per scherzo che io c’ero già prima di Putin e del sindaco, e sono loro che dovrebbero andar via e non io.
Non sarà facile fare la spola tra la Russia e l’Italia….Sono davvero viaggi “della passione”. Passo dall’Estonia, da Tallin, prendo un treno per Narva dove passo il confine a piedi e poi prendo un mini autobus che porta a San Pietroburgo. Un viaggio che dura circa 24 ore, e faccio undici cambi, fra bus, aereo, treni. Cerco di prenderla con filosofia, dormo da qualche parte per strada a Tallin o San Pietroburgo dividendo il viaggio in due parti.
E per la tua attività lavorativa che svolgi in Russia? Per quanto riguarda gli affari, è complicato, in tanti sensi. Intanto la grossa difficoltà è legata ai trasferimenti bancari, da parte degli studenti per pagare i programmi di studio e da parte delle Università con le quali lavoriamo per pagarci le commissioni.
Quindi il lavoro (Paoli è titolare a Mosca di un’agenzia che fa da intermediaria per l’iscrizione di studenti russi alle università di tutta Europa, Italia compresa, ndr) non è diminuito? Movimento ce n’è tantissimo, forse anche più di prima perché noi lavoriamo per gli studenti russi che vogliono trasferirsi a studiare in Italia ed in Europa. Lo studente che si sente in difficoltà in Russia sia per le minori prospettive, sia per la paura di dover andare al fronte come militare, raggiunti i diciotto anni, tende a lasciare la Russia. Per questi motivi molte famiglie cercano di mandare i figli all’estero o di trasferirsi tutti insieme e questo ci causa un aumento di lavoro potenziale.
Dicevi delle difficoltà…Sì, gli studenti russi che arrivano in Italia, qualche problema lo incontrano, come quello di aprire qui un conto bancario. La nostra azienda si è quindi adattata, non è la stessa cosa di prima ma ci siamo adattati. Il grosso cambiamento a Mosca non è stato il 24 febbraio, quando è cominciata la guerra ma a settembre quando sono iniziate le mobilitazioni, e tutti hanno avuto paura di essere mandati al fronte. Quindi la maggior parte della classe medio/alta di Mosca e di San Pietroburgo, ovvero coloro che avevano il passaporto valido per l’espatrio ed i visti, se ne sono andati ed ora vivono intorno alla Russia o anche in Europa, Turchia anche a Dubai se hanno molti soldi. Questo comporta un potenziale impoverimento dell’economia russa molto forte, impoverimento che iniziamo a sentire adesso.
In che senso? Partiamo dal fatto che da città di business come Mosca e di turismo come San Pietroburgo sono scomparsi gli stranieri: turisti e uomini di affari se ne sono andati, praticamente tutti, e questo è il primo cambiamento forte. Poi c’è il fatto che sono andate via le classi più abbienti, coloro che hanno maggior propensione alla spesa, gli studenti, i giovani professionisti, persone attive anche da un punto di vista commerciale. Hanno capito che era il momento di andare via, anche se le cartoline di precetto sono arrivate per lo più in provincia, ma la paura è tanta ovunque.
Che aria si respira a Mosca? Si parla solo di quello, e in mente si ha solo quello. Adesso le opinioni sono molto polarizzate: dalla parte di Putin e della guerra ci sono persone over 40 delle grandi città e di tutta la provincia, che è sempre stata filo-governativa. Le persone contrarie se ne sono andate perché non c’è possibilità di fare opposizione. La vita politica è totalmente annullata. Invece, per quanto riguarda la quotidianità di chi è rimasto, tutto è abbastanza normale, e se entri in un locale di Mosca non ti rendi conto che c’è una guerra così duratura e sanguinosa.
Cosa prevedi? Prevedo che questa situazione durerà a lungo perché sia Putin che Zelensky non sembrano avere l’intenzione di mollare. Non lo dico da osservatore politico ma da persona che guarda la realtà che lo circonda. Il governo russo non cederà perché le forze che possono disgregare sono tante. Si è andati troppo avanti, e stessa cosa per il presidente ucraino che non può adesso accettare un compromesso, altrimenti lo fanno fuori.
Si dice che senza Putin potrebbe essere perfino peggio….E’ vero. C’è chi spera che resti Putin perché può essere sorpassato a destra agevolmente da personaggi ben peggiori di lui. Accanto, infatti, ha Prigožin della compagnia Wagner, il governatore della Cecenia Kadyrov, le figure dei servizi segreti e dell’esercito, che sono molto popolari ed acquisiscono sempre maggiore popolarità, tra i cosiddetti falchi. Ci sono poi figure rimaste un po’ ai margini dell’ambito propagandistico, che forse si stanno preparando ad un riposizionamento più moderato, nel caso dovesse vincere la parte delle “colombe”, come ad esempio il primo ministro Mišustin che praticamente non si sente mai, solo su questioni di tipo burocratico o organizzativo. Oppure il sindaco di Mosca Sobjanin che mai si è dato ad eccessi propagandistici, cosa che invece ha fatto negli ultimi tempi Medvedev, l’ex Presidente ed ex Primo Ministro che tweetta in maniera folle sull’uso dell’atomica.
E sul rischio nucleare che dicono? Dal punto di vista dell’atomica i russi sono particolarmente fatalisti, dicono “se deve essere sarà”, ci si scherza anche sopra, sembra quasi incredibile, ma quasi tutti sono convinti che non accadrà mai, forse è un modo di esorcizzare. Diciamo però che le persone con le quali parlo io erano le stesse che erano convinte che mai ci sarebbe stata la guerra. E invece… Speriamo bene!
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 gennaio 2023