La novella di Baccaleo
BORGO SAN LORENZO – Luca Tagliaferri, di Luco di Mugello, ricorda, non senza una vena critica verso l’autodromo, una “leggenda” legata alla realizzazione dell’impianto sportivo mugellano, che ha per protagonista un abitante del luogo, Baccaleo.
Agli inizi degli anni 70, in una ridente località mugellana, posta alle pendici collinari dell’Appennino toscano, in una vallata verde e soleggiata, al centro della quale scorreva il torrente Bagnoncino, un numero imprecisato di mezzadri agricoli svolgevano la loro. Attività contadina.
Ognuno di loro era affittuario o proprietario di qualche ettaro di terreno coltivabile. Le viti per il vino. Gli olivi per l’olio, i campi per il grano e il formentone, i prati per i Pascoli delle mucche e delle pecore davano sostentamento ai contadini ivi presenti, che curavano la valle con ogni tipo di accortezza.
Ma il sindaco del comune su progetto di una società Fiorentina decise di sfrattare i contadini e vendere quei terreni produttivi al Polverodromo poi al Rumorodromo, richiedente.
Fu così che ebbe la prima luce. O polvere o rumore un’altro rumorodromo nazionale. Il discorso di inaugurazione non ha eguali: “Carissimi ‘concorrenti’ di ambo i sessi, venuti dall’estero e anche dalle altre nazioni, siate i benvenuti anche senza l’amalgama. Ma non preoccupatevi presto compreremo anche quella. A tutti voi auguriamo un pacifico pernottamento”.
Così si diede inizio alla sveglia perenne.
Nel frattempo, Baccaleo, ultimo resistente rimasto a difendere il proprio territorio fu portato via con la forza pubblica. Mentre sollevato di peso ed issato sul cellulare dalla polizia, strepitava ed inveiva contro il Sindaco e la sua ghenga.
Fu allora che lanciò il suo anatema, la sua maledizione contro il Rumorodromo, che lo aveva privato per sempre dei suoi beni più cari: il campo, le coltivazioni, i suoi adorati animali, costringendolo di fatto a vivere in un bugigattolo, purché di nuova costruzione, in un paese che lui non comprendeva e da cui non era compreso.
L’anatema consisteva nel chiedere lampi, tuoni, fulmini e pioggia ogni occasione nella quale si doveva svolgere rumore. Fu così, che in occasione delle manifestazioni organizzate al Rumorodromo, almeno quelle più importanti, anche d’estate, il cielo deve aprire le sue cateratte piovose e rumorose per coprire lo scempio del Rumorodromo.
In anni più recenti, più vicini all’attuale, il Rumorodromo da Nazionale è divenuto Internazionale con l’aumento del rumore , dei “concorrenti” e degli spettatori, sempre più numerosi. Ma non sono le manifestazioni internazionali, poche durante l’anno, che inficiano la tranquillità degli abitanti limitrofi, sono invece i privati cittadini, molti extra-nazionali che “concorrono” tutti i giorni da marzo a novembre, senza i richiesti silenziatori, con il beneplacito degli amministratori locali, spaccando i timpani ai cittadini residenti per intere giornate.
In effetti si capisce male, per chi , gli amministratori stiano facendo melina. Certamente non per i cittadini. Anche tutti i ricorsi presentati sono finiti, con un pugno di polvere, e basta. Tanto si sa, chi più ne ha, più ne metta. Chi possiede più danaro, ora vince, e Baccaleo è morto senza vedere la fine della storia. Però la sua maledizione resiste.
Luca Tagliaferri
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 giugno 2023
Vorrei ricordare a tutti, ma in particolare agli scarperiesi, che il rumorodromo con tutto il suo indotto vi porta quattrini a giummelle (come direbbe Baccaleo).
A me non a MAI portato niente
alla grande maggioranza di noi porta solo rumore e inquinamento, e tutto quello che ne consegue
Baccaleo, qualcuno dice un monaco ,chi come me del luogo un brigante sepolto in localtà poggio di Berghi (se esiste).Ma da poco c’è una sentenza della cassazione che stabilisce che i comuni devono risarcire gli abitanti dai danni subiti da rumore,credo sia una opportunità per i cittadini .
Questa la sentenza trovata su un giornale:
Movida nociva per la salute, Comuni costretti a pagare i danni: la sentenza della Cassazione;
Sei i rumori sono forti e invadenti, e diventano nocivi per la salute di chi abita nelle vicinanze, il Comune ha il dovere di pagare i danni causati dalla movida e dal mancato rispetto delle norme di quiete pubblica.