Misericordia di Vaglia, un positivo e… quattro indagati
VAGLIA – Il Presidente della Misericordia di Vaglia Luciano Galeotti e tre suoi stretti collaboratori risultano indagati dalla Procura per falso, in merito al recente caso di positività di un dipendente, riscontrato a un dipendente della stessa Misericordia.
Vi sarebbe stata una denuncia, presentata ai Carabinieri di Barberino sulla vicenda, raccontata stamani sulle pagine fiorentine della Nazione. “Al vaglio dei carabinieri, c’è la lista dei possibili contatti da isolare secondo la prassi: per la procura, che giovedì pomeriggio ha acquisito i registri delle presenze e dell’attività della confraternita, ne esistono due versioni. E la seconda, più «corta» (circa 20 persone), costituirebbe un falso. Falso è dunque il reato che viene contestato dal pm Fabio Di Vizio al governatore della Misericordia di Vaglia e a tre suoi strettissimi collaboratori che lo avrebbe aiutato nell’individuare le persone che avrebbero potuto essere contagiate dal dipendente”.
La Nazione riporta anche una dichiarazione del presidente della Federazione delle Misericordie Alberto Corsinovi: “Confido che tutto verrà chiarito. Ad ogni modo, per quanto riguarda i servizi offerti dalla Misericordia di Vaglia, essi rimangono inalterati: il personale in isolamento è stato sostituito per questo periodo da altri collaboratori”.
Una decina di giorni fa si scopre che un dipendente della Misericordia è positivo al Coronavirus: non stava bene da qualche giorno, il suo medico gli aveva dato degli antibiotici, si era recato comunque al lavoro. Pare inoltre che il tampone se lo sia fatto fare di sua iniziativa.
Saputa della positività scatta la procedura, per identificare le persone venute in contatto col positivo e da mettere in quarantena. L’accusa, contenuta nella denuncia, sarebbe riferita al fatto che i vertici della Misericordia avrebbero stilato una lista “ridotta” di persone obbligate alla quarantena, e si ipotizzerebbero anche pressioni, su varie persone, per farle dichiarare di non aver avuto contatti con il positivo. Da qui l’ipotesi di reato di falso.
Nella giornata di giovedì, i militari che fanno capo alla compagnia di Borgo San Lorenzo hanno notificato i quattro avvisi di garanzia e al tempo stesso hanno spulciato fra i registri delle presenze e dell’attività della sede, per ricostruire tutti i possibili contatti del dipendente positivo al Covid.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 Agosto 2020