Misericordie in difficoltà tra burocrazia, caro bollette ed assenza di volontari
MUGELLO – È un grido d’allarme quello lanciato dalle Misericordie dell’Area Fiorentina espresso durante l’assemblea di coordinamento dal suo presidente Andrea Ceccherini. La pandemia prima e l’eccessiva burocrazia hanno dato una botta pesante al mondo del volontariato, ma sono i tagli ed il caro bollette che rischiano di dare il colpo di grazia ad un mondo che da sempre è stato al servizio del cittadino.
“Le difficoltà sono tantissime – spiega Piero Margheri, provveditore della Misericordia di Borgo San Lorenzo – La pandemia ha allontanato tantissimi volontari. In più questo nuovo approccio ai servizi, cercando sempre di migliorarli, ci pone però la necessità di fare sempre continua formazione. Diventa un problema se un volontario che magari ha guidato per trent’anni debba impegnare il suo tempo, assentarsi da lavoro, cosa anche questa sempre più complessa, per andare a fare un corso… per imparare a guidare. Va bene migliorare i servizi, ma non sulle spalle dei volontari. Perché dobbiamo ricordarci sempre che queste persone fanno tutto come volontariato. E poi c’è il grande problema dei giovani, che non riusciamo ad avvicinare al mondo della Misericordia”.
“Noi rispetto ad altre realtà stiamo appena un po’ meglio perché abbiamo appena un po’ di volontari in più di volontari – spiega Annamaria Gianassi, Governatore della Misericordia di Barberino di Mugello -. Ma non sono solo le Misericordie ad essere in difficoltà. Noi qui a Barberino teniamo duro, e siamo convinti che piano piano le cose andranno meglio”.
Claudio Corbatti, governatore della confraternita di Misericordia di Firenzuola riconosce le difficoltà: “Anche noi le abbiamo, sopratutto sul fronte del volontariato – dice -. Sul piano economico al momento reggiamo, anche se le entrate nel bilancio di anno in anno stiamo calando. Le varie convenzioni hanno ancora tariffe vecchie, che non tengono conto dei forti aumenti che ci sono stati negli ultimi tempi. Certo, per le Misericordie che non hanno il 118, capisco le difficoltà, perché il personale deve comunque essere pagato. Inoltre ci sono i costi di benzina e gasolio: noi in un anno facciamo 200 mila km.”
Ma la preoccupazione maggiore di Corbatti riguarda il volontariato: “Negli ultimi due mesi abbiamo fatto una campagna di sensibilizzazione, per invitare le persone a partecipare, in tutte le frazioni, ma la partecipazione è stata pressoché nulla. Purtroppo c’è poca sensibilità. E mi auguro che qualcuno ci pensi seriamente: perché in una zona come Firenzuola, lontana dagli ospedali, sarebbe molto grave perdere questi servizi. Purtroppo molti non ci pensano, pensano di non averne bisogno. Noi in dici anni siamo sempre stati operativi. Ma se una volta non lo fossimo, e capitasse qualcosa, allora se ne capirebbe l’importanza: perché se il soccorso arriva da Firenze o da Borgo per giungere a Firenzuola o a Piancaldoli, ci vuole un’ora, un’ora e mezzo. Ma la gente non si impegna, e così si ricorre sempre ai soliti volontari. Ce ne sono alcuni davvero impagabili, meriterebbero un premio. Ma il 90% della popolazione resta in casa, e pensa che non tocchi a loro.” Comunque Corbatti non perde la speranza: “A gennaio faremo nuovi corsi, speriamo che qualche giovane si avvicini e partecipi”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 dicembre 2022
Buongiorno, seppur con un fondo di verità mi sento da volontario di misericordia con una anzianità trentennale di commentare l articolo e voler sollecitare i buoni provveditori ad avere innanzitutto più ampie vedute e oltretutto di farsi un esame di coscienza e porsi delle domande al riguardo. È innegabile che il mondo sta cambiando e che la crisi del volontariato ormai nata qualche anno fa si stia accentuando sempre di più come sintomo del cambiamento della società, ma gli stessi provveditori nonchè i loro responsabili a livello provinciale e nazionale ci raccontino quanto sono cambiate le associazioni,quanto siano state snaturate sia nel loro ruolo che nella loro natura…..ormai relegate ad aziende e non più solo associazioni di volontariato e questo proprio per quanto interessa agli organi rappresentativi a più alto livello. Non ci nascondiamo dietro alla pandemia ricerchiamo anche in altro le motivazioni dell’allontanamento dei vecchi volontari e del mancato avvicinamento delle nuove leve. Innanzitutto si inizi a tirare fuori coraggio e verità e approfondiamo questi argomenti dando spazio a chi vuol manifestare questo malumore verso un mondo quello del volontariato che è cambiato e sta cambiando per volere di pochi eletti che complici anche della politica stanno snaturando un fiore all’occhiello tutto italiano. Restituiamo quindi questi posti prima di tutto ai volontari il che significa prima di tutto pensare all’aspetto associativo e di aggregazione, certo che dovrà essere garantita anche una integrità economica ma ribaltiamo e sfatiamo il mito che sta caratterizzando questi posti fin dai vertici che pensano solo al profitto e all’asperto aziendale; coi presupposti giusti l’ampio corpo dei volontari potrebbe sicuramente essere rappresentato anche da personaggi di un certo spessore e non da “burattini” nelle mani dei volponi fiorentini che non aspettano altro che un passo falso da parte di questi singoli e inconsapevoli rappresentanti per appropriarsi delle singole realtà territoriali così da ricavarne un profitto e un guadagno.