Molto rumore per nulla. O per qualcosa?
SCARPERIA E SAN PIERO – Autodromo internazionale del Mugello, fiore all’occhiello (in rima baciata) di un territorio ed al contempo oggetto di critica per il fastidioso rumore propagato durante le giornate agonistiche e delle prove. Prima i doveri, poi i diritti, insieme ad una attenta gestione amministrativa, e pubblica, di quell’attività. Le segnalazioni dei residenti. Proviamo a capirci qualcosa.
Come spesso succede, anzi sempre, per ogni questione ci sono almeno due verità. Sicché inevitabile che ciò accada anche per quanto si svolge, e si sviluppa, dentro e fuori l’attività del Mugello Circuit. C’è chi chiama questo esercizio gioco delle parti. Magari svilendone la contesa dialettica, riducendola a semplice battibecco, fra interessi di bottega e il fastidio che qualche cittadino possa provare nel viverci nei dintorni. In ballo ci sono due aspetti, comunque sociali, che al momento non si riescono a conciliare. Quello economico, turistico e occupazionale, da una parte, e insieme, non poi, l’altro, quello legato alla qualità della vita dei residenti.
Questa sintesi non è un virtuosismo lessicale, o una frase fatta. Tutt’altro. Il cercare di mitigare l’annosa querelle, trovando un giusto equilibrio fra la crescita dell’asfittica economia del territorio e la salute dei residenti dovrebbe essere il tema al centro della politica. Se è evidente, ineluttabile, come il Mugello Circuit sia la prima risorsa turistica della zona, e per molti giorni all’anno, d’altro canto è impensabile, o meglio irragionevole, vincolare a questa attività anche la vita di una larga fetta della popolazione.
La materia della contesa è il rumore propagato durante le giornate dedicate alle competizioni ed alle prove. Un calendario fitto di impegni, con il tubo di scappamento libero, programmato annualmente per 300 giornate, concesse in deroga alla normativa nazionale sull’inquinamento acustico. Una battaglia sui decibel, combattuta fra marmitte incontrollate e fonografi domestici. Una sfida fra i cultori dell’armonioso suono dei motori e quelli che ne vorrebbero limitare le emissioni, il frastuono in qualche caso superfluo.
Ma veniamo alle segnalazioni dei cittadini residenti nella zona e, per la verità, anche di altri, più distanti, che il rumore sentono. Intendiamoci subito, leggendo carte e documenti ufficiali, lasciando perdere reazioni istintive o scomposte, nessuno ha mai chiesto di chiudere l’autodromo o di eliminare qualche appuntamento del calendario agonistico o amatoriale. Semplicemente, muovendosi nell’ambito della ragionevolezza, senza cioè intaccare le competizioni di rilevanza internazionale e nazionale, alcuni di loro hanno presentato istanza alle autorità competenti chiedendo di far installare dei silenziatori allo scappamento dei motori ed a potenziare le barriere antirumore, lungo il perimetro dell’autodromo. Pratiche consolidate, usate anche in altri impianti, niente di più.
Da molto tempo, troppo, la faccenda è conosciuta. Peraltro, due enti di controllo si sono espressi, in periodi diversi, con formule simili nell’affrontare la problematica. Anni fa, la ASL del Mugello, con lettera del 14 Ottobre 2008, comunicava all’allora comune di Scarperia e all’ARPAT che occorreva: “limitare l’attività motoristica riservandola ai soli Team ufficiali che partecipano a campionati importanti, gare ufficiali e relative prove e magari imporre l’uso di silenziatori ai soggetti privati che fruiscono della pista al di fuori del calendario ufficiale”. Già, guarda, è proprio quello che chiedono quei cittadini. Hanno torto?
Più di recente l’ARPAT, settore del Mugello, con una nota del 16 Agosto 2017, prima informa “di essere a conoscenza delle problematiche segnalate ed ha già effettuato attività di misurazione, presso altri esponenti, i relativi esiti sono stati comunicati al comune di Scarperia e San Piero, con proposta di provvedimenti”; poi “ha proposto al sindaco del comune di Scarperia e San Piero l’emissione di procedimento a carico del titolare della ditta Mugello Circuit per l’adozione di precisi provvedimenti in merito alla verifica dei livelli di emissione sonora e di divieto di accesso ai veicoli non omologati.”. Al momento non ci sono notizie su come sia andata a finire, se davvero siano iniziati quei provvedimenti.
Infine, una sentenza di Aprile di quest’anno, la 721/2017 del Tribunale di Firenze, ha condannato Mugello Circuit al pagamento di una indennità risarcitoria ad un ricorrente, residente nella zona, per “il superamento delle soglie di tollerabilità delle immissioni acustiche durante alcuni degli eventi che si svolgono nell’impianto”.
Quindi nessuna pratica di osteggiamento verso l’autodromo, neppure diminuirne l’attività in pista. Semmai la ricerca di un confronto leale, di pari dignità fra le parti, con lo scopo di migliorare le misure antirumore, recepire le indicazioni formulate dagli enti che hanno eseguiti i controlli e attuare le procedure necessarie per l’attenuazione del problema. Semplice.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 02 novembre 2017
La questione è più estesa e non solo limitata al rumore prodotto dai signori che girano in autodromo, il problema è altrettanto grave sulla viabilità ordinaria; nessuno si e accorto che spesso quando escono da dentro continuano a scorazzare in su e giù sulla strada provinciale 503 totalmente liberi e indisturbati continuando a guidare come se fossero in autodromo e non è che usciti da li mettono il silenziatore ne rispettano i limiti di velocità; possibile che non si sia accorto nessuno di questo stato di cose.