Mugello, la roccaforte del SI
MUGELLO – Referendum per la riforma costituzionale. Chiacchiere, dati e risvolti. La maggioranza dei cittadini del Mugello, in controtendenza nazionale, si è espressa per il SI. Senza alcun dubbio, generalizzando, in tanti casi, certo non tutti, non si è votato il contenuto della riforma ma il gradimento o meno dell’azione governativa, pro o contro Matteo Renzi.
Eppure il confronto avrebbe dovuto svilupparsi attorno al contenuto. E, forse, almeno in minima parte, sarà andata così, laddove l’esegesi del testo della riforma ne possa aver determinata la vittoria degli uni e la sconfitta degli altri. Può essere. Ma ancor prima il disagio e la forte avversione alle politiche di governo, con i relativi “mal di pancia” e, subito dopo, l’antipatia per chi il referendum l’aveva voluto, fra presenzialismo televisivo, promesse promozionali e accordi parasociali dell’ultima ora, sono stati la causa del risultato. Ovvio, dati raccogliticci, tutt’altro che rigorosi.
Poi, a fronte del disastro politico, ormai da qualche ora echeggia un refrain che ne sintetizza la maldestra strategia adottata, “Matteo ma chi te l’ha fatto fare?”. Chissà, una promessa proferita, o da altri suggerita, al cospetto di qualche padre della patria o, semplicemente, l’egocentrismo di voler valutare il proprio gradimento personale negli elettori. In ogni caso, con il senno di poi, una scelta, questa del referendum, rivelatasi fallimentare.
L’analisi del voto, l’esame dei flussi, lo spacchettamento in fasce d’età degli elettori, la georeferenziazione delle percentuali, tuttavia non cambiano lo stato delle cose. Numeri noti, diffusi e commentati. Per il SI alla riforma è stata una sconfitta nazionale, ed invece una vittoria in Toscana, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige. Così in Mugello, la sua popolazione, la nostra, si è espressa invertendo il risultato nazionale. Non un plebiscito, comunque vittoria netta.
Logicamente portandosi dietro il quesito di fondo, quello discusso e oggetto della disputa in campagna referendaria, e che adesso è alla base del risultato sotto gli occhi di tutti. Ovvero, avranno gli elettori del Mugello colto in modo compiuto i proponimenti della riforma elevando a successo locale una sconfitta nazionale? Oppure avranno seguito anch’essi i sintomi fermentati nella propria pancia, esprimendo il sostegno più alla ragione politica che a quella riformatrice? Dubbio atavico, irrisolvibile. E francamente poco importa conoscerne il genoma.
Da Barberino di Mugello a Scarperia e San Piero, da Borgo San Lorenzo a Vicchio, Firenzuola, Palazzuolo Sul Senio, Marradi, Dicomano e Vaglia, ovunque il SI è attestato oltre il 55 %, con l’apice a Palazzuolo, dove ha raccolto il 61%. Risultati ineluttabili, incontrovertibili. In prospettiva, piaccia o non piaccia, ne emerge un rafforzamento del partito di maggioranza del nostro territorio. Insomma, ci mancherebbe, non è una regola matematica, dunque che possa esser raccolta l’intierezza del vasto consenso registrato nell’occasione dal SI. Ma altresì è evidente come, sempre per il Mugello, questo voto referendario non si sia tirato dietro strascichi polemici o di contestazione verso l’operato delle amministrazioni locali. Indirettamente tutte promosse. O almeno ciò sembra nella sostanza dei numeri e dei sentimenti. Referendum a parte, chiacchiere anche.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 06 dicembre 2016
A parte le analisi esposte, la classe politica( attuale) ha dimostrato che non e’ all’ altezza ….Il popolo italiano(sia con il si che con il no) vuole cambiamenti concreti,reali ,lontano da sotterfugi e giochi di politicanti e piu’ possibilita’ di esprimersi.
Questo se lo si vuol capire….
LO Zanichelli riporta che: far politica e’ gestire il bene pubblico .
Viene fatto?
Ugo