“Mugello o Firenze”? Un’assemblea cittadina verso la consultazione popolare
VAGLIA – E’ fissata il 9 febbraio ore 21.15 presso il Centro Polivalente in via Bolognese 1259 l’assemblea cittadina in preparazione alla consultazione popolare per decidere l’ambito territoriale di Vaglia (articolo qui). In Mugello o nell’area di Firenze, con comuni che vanno dalla Piana fino a Pelago?
Quella del 9 febbraio è la prima delle tre assemblee fissate dal sindaco Leonardo Borchi – il 15 a Pratolino e il 17 a Bivigliano ai rispettivi circoli Arci – per spiegare “le matrici, campi tematici su cui effettuare il confronto”, i pesi da mettere sulle due bilance dell’ambito territoriale mugellano o fiorentino. Una decisione non da poco conto anche dal punto di vista delle fusioni tra comuni, che potranno essere effettuate solo tra appartenenti al medesimo ambito, e da quello turistico, vocazione fondamentale per ogni comune della Città metropolitana di Firenze.
Pubblichiamo le riflessioni del sindaco Borchi proprio in merito a questi due aspetti.
“Al momento la recente legge regionale sul Turismo, che ha identificato delle aree omogenee, ci ha collocato sulla piana di Firenze, non Firenze città ma insieme a Scandicci, Sesto, Campi, ect.
La mia Amministrazione ha ereditato una situazione in cui Vaglia si era da poco sfilata dall’Unione dei comuni del Mugello, con cui aveva delegato il Turismo, e si era unita a Fiesole. Senza però , in due anni e mezzo di matrimonio, aver avviato nessun programma in campo turistico.
Sciolta l’Unione Vaglia-Fiesole, l’attuale amministrazione ha messo le basi per una pianificazione: ha istituito l’Osservatorio Turistico, che ha provveduto a fare un’indagine sullo stato attuale della domanda e dell’offerta per arrivare a delineare le linee di sviluppo future.
La ‘vocazione’ del territorio di Vaglia è indirizzata verso il turismo lento, con tempi di permanenza allungati, 4/5 giorni (45.000 presenze annue, a memoria), effettuato in piccoli gruppi, ambientalista, per cui l’attrattiva maggiore è la bellezza e fruibilità del paesaggio naturale e storico. Si prediligono l’uso del treno e della bicicletta o i veicoli privati. Questo tipo di turismo è omologo a quello del Mugello. Vaglia ha poi un’altra attrattiva, ancora molto da sfruttare, che è la sua posizione prossima a Firenze, meta turistica per eccellenza, che offre una sistemazione di pace e tranquillità a un tiro di schioppo dalla città. E qui l’integrazione con i trasporti, con la programmazione dei tour di Firenze è sostanziale.
C’è poi un altro tipo di turismo, che chiamiamo giornaliero, che monta dall’area metropolitana. Attirato dalla possibilità di fruire, sempre con piccoli spostamenti, di boschi e paesaggi naturali, ma che ospita anche eventi ed occasioni di divertimento. Sagre, feste, attività sportive, ect.
In questo ultimo caso i visitatori possono essere drenati, anche se in misura minore, da altre aree compreso il Mugello. Conditio sine qua non è che le manifestazioni si guadagnino fama e credito. Questo può avvenire solo con la qualità dell’offerta e con il tempo: gli eventi devono essere ricorrenti.
Ne erano un esempio Ruralia e la Sagra della Battitura. Ancor oggi la Sagra della Schiacciata.
In più contesti si colloca invece il Parco Mediceo della Villa Demidoff. E’, e lo potrebbe essere molto di più, attrattiva nazionale ed internazionale per il suo valore di Patrimonio dell’Unesco. Nello stesso tempo potrebbe essere metà di turismo dalla città. In questo caso è probabile supporre che se Vaglia fosse inserita più organicamente con Firenze il Parco potrebbe valorizzarsi.
Forse in quel caso anche Nardella, sindaco della MetroCittà, proprietaria del Parco, accetterebbe di far decollare l’attività al Demidoff accettandoci come collaboratori ed interlocutori privilegiati, che hanno sommo interesse a valorizzare la struttura. Status che invece ci ha a tutt’oggi rifiutato. Su questa richiesta sono personalmente rimbalzato quattro volte. Come si vede, prendendo in esame la matrice di giudizio del Turismo, ci sono punti a favore per legarsi al Mugello ed altri per avere uno sguardo verso Firenze. Personalmente sono dell’avviso che non si dovrebbe abbandonare nessuno dei due fronti. Ma che probabilmente orientandosi su Firenze ci siano occasioni più ricche. Ad una condizione, che poi vale per tutte le altre matrici: che il comune di Vaglia, la sua popolazione, numericamente, economicamente di poco peso, non diventi irrilevante a fronte di una massa di 650.000 residenti, con una città capoluogo di regione che la fa da padrona.
Questo rischio sul Mugello si corre molto, ma molto meno”
Ecco invece il ragionamento per quanto riguarda le fusioni. “Ti potrai, o dovrai, fonderti od unirti solo con comuni che sono del tuo stesso ambito. Quindi se sei nell’ambito del Mugello te la giochi con Borgo, Barberino, Scarperia-San Piero, ect. Se graviti sull’area fiorentina probabilmente scivolerai verso la Grande Firenze: un’ipotesi di un unico comune che riunisce il capoluogo e i 10/11 undici comuni contermini. Un’idea che scaturisce da uno studio dell’IRTET (Istituto Regionale per l’Economia Toscana), dove si ipotizza una cura dimagrante dei comuni toscani, che passerebbero dagli attuali 279 a soli 51. La ricerca ha preso in esame quanto costano i servizi, in Toscana, in relazione alla dimensione della popolazione dei comuni eroganti. I servizi sono stati accorpati per gruppi, tipo polizia municipale-protezione civile, servizi alla persona, ect. La dimensione ottimale la raggiungono i comuni che hanno una popolazione intorno ai 10/20.000 abitanti. Incoerente la conclusione della ricerca che promuove fusioni di comuni molto più grandi, come l’intero Mugello, dove si arriverebbe a circa 65.000 abitanti! O non sono meglio Borgo e Barberino con l’attuale popolazione!? E dire che si è preso in considerazione solo il costo dei servizi, senza preoccuparci per niente della qualità degli stessi.
Ora, nella scelta dell’ambito, dobbiamo domandarci se vediamo meglio Vaglia con gli 8/9 comuni del Mugello o con Firenze e gli 11/15 comuni intorno alla città.
Un dato è certo: più si aumenta la dimensione, più si allontana il cittadino dal suo amministratore. La democrazia è meno partecipata e diretta. Quindi meglio il Mugello.
Se però si riuscisse, in ipotesi, a congegnare la Grande Firenze in maniera che si potessero riconoscere ai vari comuni che andrebbero a comporla un’autonomia di spesa e di gestione, tipo sotto Municipi, allora si potrebbe coniugare economie di spesa e soprattutto superiore spessore amministrativo, salvaguardando la prossimità politica.
Come si vede è difficile farsi un quadro futuro, e quindi prendere una decisione, perché al momento non c’è un piano a medio termine che prefiguri un progetto per i nuovi assetti istituzionali.
Si voleva andare ad eliminare le provincie, anche dal quadro costituzionale; l’esito del referendum non l’ha permesso. Però di fatto queste non sopravvivono, stentano, con poche funzioni e pochissime risorse e si sente la mancanza di un ente intermedio tra Regione e Comuni.
Anche un sindaco non dispone di più informazioni”.
Bene che Vaglia rifletta su chi sposare, ma i matrimoni si fanno in due. Si sarà sincerato l’amministratore Borchi che il Mugello o Firenze siano in realtà interessati ad un legame con Vaglia? Son conti senza l’oste?
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 febbraio 2017