“Non svenderemo la Mukki”: Nardella rassicura gli allevatori mugellani – Nostra intervista esclusiva al Sindaco di Firenze
Durante la visita del sindaco di Firenze alla cooperativa Emilio Sereni gli abbiamo rivolto alcune domande.
Questa l’intervista con Dario Nardella.
Già stato in passato in Mugello?
Sì, avevo visitato altre volte la zona, ci sono stato anche da deputato. La conosco abbastanza bene. E’ una parte di quande importanza per il nostro territorio metropolitano ed è il polmone agricolo dell’area fiorentina.
Città metropolitana fino a Firenzuola, fino a Marradi. E’ davvero possibile?
Sì, penso sia possibile, ed anche utile, non solo possibile. Anzitutto perché la città metropolitana accorcia le distanze. Ho un costante contatto con i sindaci del Mugello da quando abbiamo avviato il processo di costituzione della città metropolitana.
Quali sono le difficoltà maggiori, in questa fase?
Sono indubbiamente quelle legate ai bilanci, che si ridurranno a partire dall’anno prossimo e a cui dovremo far fronte con la capacità di attrarre investimenti aggiuntivi, di utilizzare ancor più fondi europei. Da questo punto di vista la vocazione di questo territorio ci può aiutare. Perché città metropolitana non è solo la parte urbana, ma anche la parte rurale.
Da questo punto di vista l’interesse sul futuro della Centrale del Latte, per quanto mi riguarda è duplice, da sindaco di Firenze e azionista di maggioranza relativa. Nel senso che la nostra prima preoccupazione è quella di garantire la crescita di questa azienda.
Che messaggio ha portato stamani agli allevatori?
La nostra parola d’ordine è crescita. Questa crescita deve passare dalla garanzia dei livelli di occupazione, dalla valorizzazione della filiera, che rappresenta un valore aggiunto del prodotto del latte di questo territorio, e infine da un piano industriale che preveda investimenti sul territorio e su queste strutture, sia sullo stabilimento fiorentino che per gli allevatori del territorio metropolitano. Solo nel rigoroso rispetto di questi tre presupposti noi siamo pronti a valutare le varie opzioni che possono venir fuori nei prossimi mesi su eventuali trasformazioni dell’assetto societario. Intanto abbiamo ottenuto un risultato: dopo i colloqui con il sindaco di Pistoia e con gli altri azionisti pubblici c’è l’impegno a fare un percorso comune e quindi ad avere, ad acquisire un metodo comune. Ovviamente non possiamo impedire agli altri soci di vendere, ma certamente possiamo impegnarci tutti a stabilire una tempistica comune. Per questo nei prossimi 90 giorni abbiamo chiesto alla Centrale di individuare un advisor che possa rappresentarci tutte le diversi ipotesi che possano profilarsi. Ma sempre nel rispetto rigoroso di quei principi che per gli allevatori rappresentano il punto di garanzia più importante.
Ma c’è la volontà di vendere la Centrale?
No, noi non partiamo dal presupposto che si debba vendere per forza, parlo del Comune di Firenze, e certamente non la si svende. Semmai dovessimo decidere di vendere, comunque non parleremmo di svendita, e comunque vorremmo muoverci nell’ambito di un piano industriale che segua quei tre obiettivi che ho detto.
Gli allevatori del Mugello temono l’arrivo della Granarolo…
Non dobbiamo commentare le dichiarazioni. Importanti sono le proposte concrete, i numeri, gli impegni scritti. Finora impegni scritti non ci sono. Noi ci muoveremo s0lo dopo esser entrati nel merito delle proposte. Per ora l’unico obiettivo è quello di avere il parere dell’advisor, dopo valuteremo le varie proposte.
Ma ha senso vendere un’azienda pubblica che fa utili?
Bisogna capire se la presenza pubblica è indispensabile. Nel caso della Centrale del Latte di Firenze la presenza dei soci pubblici, se è decisiva per garantire lo sviluppo, la crescita dell’azienda e la valorizzazione del territorio allora la si può ritenere un fatto indispensabile.
intervista di Paolo Guidotti
© Il Filo, Idee e notizie dal Mugello, 20 dicembre 2014