“Non una di meno” contro il Comune di Borgo, per il patrocinio a un’iniziativa della parrocchia
BORGO SAN LORENZO – Non è piaciuta, al gruppo “Non una di meno Mugello” – coordinato dalla consigliera comunale Tatiana Bertini di Rifondazione Comunista – la recente iniziativa tenuta dalla parrocchia di Luco (articolo qui), e ha diffuso un comunicato di fuoco dove “Alla vigilia del 40esimo dall’entrata in vigore della L. 194 del 1978” si denuncia “un grave evento accaduto nel nostro territorio. Mercoledì 2 maggio 2018, per iniziativa della Parrocchia “San Pietro” di Luco di Mugello, si è tenuta, nel circolo MCL, una “Giornata della Vita contro la cultura della morte”.”
Il gruppo si scaglia non solo contro gli organizzatori ma anche contro il Comune di Borgo San Lorenzo: “Non solo in tale giornata si è demonizzato il diritto all’aborto, diritto che è Legge dello Stato dal 1978, ma il rappresentante territoriale dei cittadini, nella figura del Sindaco, nonché l’amministrazione comunale, ne hanno dato pure il patrocinio! Troviamo inaccettabile che un rappresentante dello Stato patrocini un evento che condanna una legge dello Stato stesso, definendolo pure ‘assassino'”. Così “Non Una Di Meno Mugello” pretende che il sindaco “riferisca sull’accaduto pubblicamente. Non è tollerabile che si vada a contrastare da parte di un esponente dello Stato eletto dai cittadini, una legge che ha raggiunto i suoi obbiettivi”.
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A volte l’ideologia gioca brutti scherzi. E fa diventare strabici. Per le compagne di “Non una di meno”, che giustamente non esitano a criticare tante leggi che non condividono, soltanto una legge è un simulacro intoccabile, la legge sull’aborto.
E si scandalizzano perché una parrocchia organizza una giornata della vita contro la cultura della morte. Che cosa ci sia di male a riflettere e discutere su temi così importanti ce lo dovrebbero spiegare. Anche se magari le loro opinioni divergono completamente da quelle espresse in quella sede. Tanto più che la 194 non sancisce un mero “diritto all’aborto”, ma lo consente in alcuni casi. Una pratica che – e vorremmo su questo un superamento di troppi anni di paraocchi ideologici – consente comunque la soppressione di esseri umani, appena concepiti, ai quali, se fossero dati pochi mesi di tempo, sarebbero neonati, bambini, uomini e donne come noi.
Lecito quindi interrogarsi. Con onestà intellettuale, ed anche con sofferenza per un atto che Madre Teresa di Calcutta definiva “la più grande minaccia alla pace nel mondo”.
Che il Comune di Borgo San Lorenzo abbia dunque dato il patrocinio all’iniziativa della parrocchia di Luco non deve allora scandalizzare. E pensiamo che nei tanti patrocini che il comune concede o nelle partecipazioni degli amministratori locali ad eventi, non vi sia sempre una condivisione piena delle tesi espresse in quelle sedi. Ma se anziché mettere alla base del confronto e della riflessione comune, la capacità di ascolto e il rispetto per il pensiero altrui, si continuano a scagliare anatemi, si resterà sempre allo stesso punto. Gli uni contro gli altri, e anche un po’ ottusi.
P.G.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 maggio 2018
Stiamo parlando di un patrocinio dato ad un evento che va contro ad una legge dello stato. L’amministrazione comunale che si schiera contro ad un diritto garantito dallo stato è inconcepibile!! Ognuno ha e deve mantenere le proprie idee. Nessuno sindacalizza sulle opinioni delle persone. Benissimo che sia stata fatta una serata per il “diritto alla vita”. Ma il comune, in quanto rappresentanza dei cittadini, ha il dovere di rispettare e appoggiare le leggi che governano il nostro paese.
Riguardo l’articolo sul diritto dell’aborto: le 2 posizioni sono inconciliabili e lo saranno per sempre. L’unica cosa che è conciliabile è la democrazia, quella che permette di decidere per sè stessi secondo la propria coscienza, morale, religione. E quella è stata raggiunta finalmente. Ora se si vuole mettere in discussione una legge democratica forse è democratico tollerarlo ma è come tollerare che si invochi l’abolizione della libertá di espressione o il ritorno alla pratica della schiavitù o altro e mi sembra un pochino grave. Specialmente quando i promotori di certe iniziative sono spesso persone che hanno deciso di dedicarsi ad una vita casta, non di coppia, non di famiglia. A chi pensa che praticare l’aborto sia commettere un omicidio di un essere umano dico che deve farsene una ragione ma ci sono altri che hanno una convinzione diversa e altrettanto forte. Ma per fortuna esiste la democrazia -evviva- che ci dá la possibilitá di conciliarci: nessun essere umano è obbligato dalla legge sull’aborto a praticarlo e, nel contempo, nessuno è obbligato a non praticarlo. Quindi….per me organizzatevi pure in comitati antiaborto, usate pure paroloni come “morte”, ma lasciatevi dire che se si parla di soppressione la state praticando voi, della democrazia.
Perchè non ci dedichiamo tutti insieme a salvaguardare la vita dei giá nati, ad aiutarci l’un l’altro? Possono farlo anche i parroci, concentrare le loro energie dategli dal loro credo in queste buone e concrete pratiche. Penso che il buon Dio sarebbe d’accordo
Lasciando stare il ” Buon Dio “….mi pare che sia chiaro che abbiamo messo al primo posto la LIBBERTA’
siamo nel 2018 e negare che l’aborto sia un omicidio è…impossibile.
e non ce ne facciamo una ragione!