SCARPERIA E SAN PIERO – Contestualmente al racconto sulla vita lavorativa di Marcello Mari, e sulla chiusura definitiva del suo negozio di barbiere (articolo qui), si dipana durante lo stesso incontro fra amici la storia di Bruno Ducci e dell’ultra-secolare Albergo ‘La Felicina’ di Piazza Colonna a San Piero a Sieve, del quale oggi è contitolare insieme al figlio Carlo. Una storia che parte alla fine dell’ottocento, quando il nonno e capomastro Francesco Ducci, e la nonna Felicina Baicchi, grande appassionata di cucina, aprirono il primo locale nell’edificio in Piazza Colonna dove oggi ha sede il Circolo 4 Maggio. Poco tempo dopo intervenne però la chiusura dell’attività per due anni, conseguentemente ad un’epidemia che infestò anche il Mugello; niente di più attuale. Terminati i tempi bui, ‘La Felicina’ risorge nel 1913 nell’attuale edificio comprendente la ‘Torre di Scoronconcolo’, nome d’arte dell’avventuriero noto per aver concorso all’assassinio del duca Alessandro de’ Medici, nel 1537. Nel complesso aveva sede anche la cosiddetta ‘Casa del Frate’, un appartamento destinato alle soste dei francescani da cerca, oggi residenza della figlia di Bruno, l’archeologa Cristina.
La nuova location si rivelò strategica per la famiglia, che ne ha sempre stabilito anche la propria dimora abituale e dove sono nati sia Bruno, nel 1931, che i figli Carlo e Cristina. Nell’arte culinaria la nonna Felicina verrà poi affiancata dalla mamma di Bruno, Ginetta Fantini, che prenderà le redini del locale insieme al marito Carlo. In seguito subentrerà Bruno, insieme all’adorabile e compianta moglie Mara Frilli, una Grace Kelly d’atri tempi, dall’eleganza innata. Da circa una ventina d’anni è cessata l’attività di ristorazione, ma in compenso si è sviluppato il ramo alberghiero, grazie anche al recente apporto del figlio Carlo, giornalista, per cinque anni di stanza a Londra e per altri 30 a Milano come caporedattore Attualità di Vogue Italia e Casa Vogue, ma comunque sempre legato alle proprie radici. Adesso Carlo, oltre ad essere consulente per festival e brand del lusso e del travel, e Senior Advisor di Condé Nast, condivide pienamente con il padre ogni decisione riguardante l’albergo, e di progetti ce ne sono in ponte davvero tanti…. Ma andiamo per ordine. Ducci Senior, riferendosi alla prima lunga fase dell’attività, rievoca gli anni in cui le vie del centro storico del paese pullulavano di negozi, e sottolinea: “Io dico sempre che questa Piazza e i dintorni, con circa quarantotto esercizi che abbiamo ricordato essere stati attivi a suo tempo, hanno accolto il primo vero Supermercato di San Piero”. Un supermercato ‘diffuso’, come si chiamerebbe oggi… .
Poi, un ordinato e fornitissimo banco da lavoro da modellista, posto lateralmente all’ingresso principale dell’Albergo – che però viene subito precisato essere il terzo che Bruno usa in tutta la casa – ci riporta a quelle che sono le sue passioni, da sempre coltivate proprio lì. Interessato al modellismo ed al volo fin da piccolo – suo padre gli diceva ‘hai un’elica al posto del cervello!’ – ed in possesso del brevetto di volo dal 1985, il nostro albergatore è arrivato addirittura a realizzare, con alcuni amici, due aerei veri e propri, esibiti al pubblico nel 2016 con la mostra ‘The Poppy Adventure-Storia di una passione’. Il primo, battezzato appunto Poppy, con struttura in legno, che ha spiccato il primo volo nel 1987, ed ora in riposo nel giardino de La Felicina. Ed il successivo in alluminio, chiamato l’‘Araba Fenice’ perchè costruito dalle ‘ceneri’ di due aerei incidentati. E la cosa incredibile è che gran parte delle opere di costruzione dei velivoli si sono svolte proprio negli spazi di questa versatile casa-albergo. Alle passioni di Bruno si aggiungono quelle di Carlo, che oggi ha deciso di dedicarsi maggiormente all’attività di
famiglia, utilizzando anche le competenze maturate come giornalista ed osservatore di fenomeni sociali.
Chiusi i battenti de ‘La Felicina’, da marzo i due non si sono certo fermati, ma hanno proseguito nel restyling delle belle sale e delle dieci camere, oltre al giardino, dove da un lato una struttura con tanto di insegna ‘Temporary Garage’ conserva il Maggiolino Cabrio targato FI75… e una Mercedes Cabrio, e dall’altra una sorta di hangar non ancora completato reca la scritta ‘Accademia’.
“E’ appunto sotto il cappello dell’Accademia, fondata sei anni fa, che abbiamo fatto una decina di mostre e diversi fine settimana di pensiero” spiega Carlo – Nel 2021 prenderanno corpo molte delle iniziative pensate con Bruno. Sarà ancor più una sorta di generatore di idee e contenitore di attività, che condivideremo con altri amici (gli ‘accademici’ appunto), per conoscere e conoscersi, e per scoprire e valorizzare il talento in qualsiasi disciplina sia espresso; oggi un’Accademia è in primis luogo di scambio di idee e pensieri, senza vincoli di ruoli ed età, senza cattedre e banchi insomma. Il tutto all’insegna dell’arte e della cultura, ad ogni livello le si considerino, ed in sinergia con l’attività alberghiera, che contiamo di riprendere nel 2021, più o meno quando l’Accademia avrà uno statuto solido ed un programma più definito”.
Da qualche tempo è in progress la trasformazione dell’arredamento dell’Albergo-Accademia, con la sistemazione delle collezioni di modellini di Bruno, collocate anche sui soffitti, e di pezzi di arredamento, oggettistica e stampe pregiate, scovati da Carlo nelle loro soffitte o nei suoi giri da un capo all’altro del mondo. Un processo con in testa un’idea precisa, quella della Wunderkammer, o ‘Camera delle meraviglie’, espressione usata dal XVI al XVIII secolo per definire ambienti che ospitavano collezioni di oggetti straordinari. L’anticamera di certi musei insomma. “Se nell’albergo ci vivi pure, com’è stato sempre per noi – continua Carlo – , l’ospitalità diventa cosa naturale, e quando
arredi e disponi le cose, lo fai per condividerle anche con gli altri.’ Così ogni stanza va assumendo caratteristiche specifiche, creando nei clienti affezione ma anche voglia di sperimentare il nuovo”. E qui torna a proposito quel che ripete Bruno ricordando le tante ristrutturazioni fatte fin dall’acquisto dell’immobile: “…Da allora, i lavori sono ancora… in corso!”
Elisabetta Boni
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – novembre 2018