Palazzuolo accoglie undici profughi dall’Ucraina
PALAZZUOLO SUL SENIO – Palazzuolo ha aperto il cuore agli undici profughi arrivati dall’Ucraina. Il cuore e anche la porta della scuola, perché già da alcuni giorni i tre bambini e ragazzi arrivati nell’ex-canonica di Bibbiana con le loro famiglie vanno a scuola con i coetanei palazzuolesi. Una bambina più piccola va alla scuola dell’infanzia, mentre altri due, fratello e sorella vanno la bambina in terza primaria e il fratello in prima media. Aiutati dalla mediatrice linguistica messa a disposizione dalla parrocchia.
“I bambini si sono già inseriti bene – nota la professoressa Giulia Casini -, le prime attività di alfabetizzazione, le prime attività in classe, tutto in modo normale. E siamo contenti, perché li abbiamo visti sereni. Hanno mangiato a mensa, e hanno apprezzato il menù. Volevamo farli sentire accolti, e dar loro tranquillità e serenità”.
La scuola palazzuolese, subito dopo lo scoppio della guerra, aveva promosso tra i genitori una raccolta di fondi. Ed è stato deciso, anziché di inviarla lontano, di utilizzarla per i bambini accolti a Palazzuolo. E per loro sono stati acquistati dei kit scolastici.
Anche don Alessandro Marsili, parroco di Palazzuolo, ora è contento. E’ stato il motore dell’accoglienza, ha telefonato al Cardinale per mettere a disposizione la canonica di Bibbiana, ha organizzato tutto nel migliore dei modi, come gli ha riconosciuto anche l’assessore al sociale Iacopo Menghetti. Non fa drammi se qualcuno dei profughi destinati a Palazzuolo ha scelto di non rimanerci (articolo qui). “Li capisco, magari si sono impauriti di questi 40 minuti di viaggio, senza vedere anima viva. Mi hanno raccontato che dove vivono vedono a distanza di 100 km, sono immense pianure. Qui hanno viaggiato nel nulla, salite e discese. E magari qualcuno si è scoraggiato per l’isolamento. Anche se i servizi ci sono”.
Ma ora va tutto bene: “Le persone che sono qui, quattro nuclei familiari, sono contente – dice don Alessandro -, e siamo contenti anche noi. Sono sempre sorridenti, si danno da fare, tengono tutto pulito e sono autosufficienti. Li abbiamo affiancati con una ragazza di Marradi, ucraina, sposata con un marradese. L’abbiamo assunta tramite la Caritas per fare questo servizio di traduzione”.
E il paese come ha risposto? “Mi stanno aiutando davvero tutti – risponde il parroco-. Durante la Messa ho invitato le persone a venire a Bibbiana, di andare a visitare queste famiglie ucraine, e mi hanno preso in parola, ogni giorno sono in tanti che vengono e che portano doni, dolci, generi alimentari. Anche dal Comune è arrivato un grande aiuto, e lo stesso dai Carabinieri. Tutti presenti, è davvero un bel lavoro di squadra”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 marzo 2022