”Pianvallico per noi non è strategica”. Il consiglio di Borgo San Lorenzo lo vota all’unanimità
BORGO SAN LORENZO – Pianvallico non è più strategica per Borgo San Lorenzo, “sia per tipologia di attività, sia per la mancanza di rapporti economici, sia per l’esigua quota del nostro comune” ha detto il sindaco Paolo Omoboni, e il consiglio ha votato, all’unanimità e con immediata eseguibilità, la delibera per la cessione delle quote .
“La storia della Pianvallico – ha ricordato nel suo intervento Omoboni – si conosce. Il comune di Borgo San Lorenzo decise di aderire nel 2003, ed era una realtà societaria molto diversa da quella di oggi, in cui c’era un privato che deteneva la metà del capitale sociale. Allo stato attuale è una srl totalmente pubblica, dove l’Unione dei comuni è il socio di maggioranza con il 57,5 % delle quote, il secondo è il comune di Scarperia e San Piero con il 37%. Il comune di Borgo San Lorenzo ha attualmente una quota residuale del 7,5%. La Pianvallico – aggiunge Omoboni – ha sviluppato nel tempo una serie di attività importanti che però non hanno mai riguardato, dal punto di vista della collocazione fisica dell’investimento, Borgo San Lorenzo. E’ una società che ha avuto delle vicissitudini non positive dal punto di vista dei bilanci negli ultimi anni. E’ anche vero che l’ultimo anno, bilancio 2015, dopo tre anni di perdita d’esercizio di 200-300 mila euro, ha chiuso in attivo. Negli ultimi due anni la società ha dato elementi assolutamente positivi. Anche la vicenda della Renovo (per la realizzazione della centrale a biomasse e l’impianto per la produzione di pellet che poi non sono stati fatti per revoca dell’autorizzazione, ndr), seppur con il mancato investimento, ha portato nelle casse della Pianvallico una somma importante che ha permesso il bilancio in pareggio”.
Ma la decisione della seduta del consiglio comunale di oggi 29 novembre principalmente sarebbe dovuta alla normativa nazionale sulle partecipate, che per il Decreto Madia è cambiata. “Dal 2014 – spiega Omoboni – gli enti devono dismettere le quote di partecipazione a quelle società che non risultano indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali. Già nel piano di razionalizzazione delle società partecipate che ho presentato nel 2015 in consiglio comunale, sulla Pianvallico, c’era già scritta la situazione. Si rimandava la decisione, che oggi prendiamo, ad eventuali evoluzioni che la società avrebbe dovuto avere in questi anni, ma che non ci sono state”.
Per altro il decreto Madia, in particolare il requisito sul fatturato medio della partecipata che dovrà essere nell’ultimo triennio di un milione di euro, “porrà dei punti interrogativi per il futuro – ammette Omoboni – con dimissioni verso partecipate che stanno facendo un servizio indispensabile sul nostro territorio”. Su questo punto Luca Ferruzzi di Forza Italia ha commentato: “La nostra forza politica si è sempre espressa in modo abbastanza netto per un ridimensionamento ai minimi termini delle partecipate, quindi non possiamo che essere contenti di questa decisione. Anche se avremmo visto volentieri, come un segno della volontà di proseguire su questa strada, anche per quello che riguarda le altre partecipate. Vogliamo far presente che la normativa nazionale citata ancora di più si adatterebbe ad altre situazioni, tipo quella di Vivilosport”.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 novembre 2016